Quei miasmi antisemiti nel boicottaggio di Israele
E così, secondo un sondaggio del Journal de Dimanche, il 60% dei francesi, interpellati tra il luglio del 2014 e il giugno 2015, crede che la crescita spaventosa dell’antisemitismo in Francia e in Europa sia colpa degli stessi ebrei. Se la sono andata a cercare, e del resto anche con Hitler si diceva che certo, se gli ebrei suscitavano tanto odio, qualche colpa dovevano pur averla. Se la sarebbero andata a cercare, i perfidi ebrei che mentre andava avanti il sondaggio sono stati nel frattempo massacrati in un supermercato kosher a Parigi. Se la sono cercata, la fuga che costringe molti di loro ad andare via dall’Europa.
Ricalcando alla lettera gli stereotipi micidiali dell’odio antiebraico di sempre, dicono che gli ebrei godono di uno strapotere nei media e questo genera risentimento e rancore, che controllano l’economia globale e dunque diventano i responsabili di ogni disagio, che hanno in mano uno Stato prepotente come Israele e dunque non possono lamentarsi se l’immagine delle loro vittime alimenta l’avversione nei confronti degli ebrei padroni del mondo.
Come sempre avviene nella storia degli stereotipi antisemiti, il 60% dei francesi nel sondaggio commissionato dalla Fondation du judaìsme Français, non coglie la contraddizione tra il presunto strapotere ebraico nel mondo dei media e la corale ostilità che la grande maggioranza dei media coltiva a favore di Israele. Ma non importa. Resta che in una fetta consistente della popolazione francese, colpita dallo jihadismo fondamentalista, gli ebrei messi all’angolo sono colpevoli del loro stesso destino. Sconvolgente, ma non imprevisto.
In Italia, dove pure i veleni antisemiti sgorgano con meno virulenza della Francia, i risultati di un sondaggio simile non dovrebbero essere tanto diversi. In Italia, a proposito di miasmi antisemiti che si avvolgono di nobili panni antisionisti, un gruppo di professori universitari incita al boicottaggio della cultura israeliana, degli studiosi israeliani, dei testi scientifici israeliani. Accademici che dovrebbero promuovere i valori della cultura e dello studio mettono al bando un’intera cultura, invocano il linciaggio simbolico e l’esclusione dei singoli studenti ebrei, dei singoli professori ebrei, dei singoli libri scritti da autori ebrei. E la cosa non suscita scandalo. Viene vista come uno dei tanti appelli che gli intellettuali sottoscrivono in cerca di un quarto d’ora di celebrità. Se la sono andata a cercare.
Pierluigi Battista, Il Corriere della Sera, 8/2/2016
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