Dal Corriere della Sera del 22 luglio 2015:
“«Chi ritiene di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro»: il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto alla Knesset, il Parlamento israeliano, nel corso della sua visita a Gerusalemme. «Possiamo avere opinioni diverse – aggiunge – ma l’Italia sarà sempre in prima linea contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido». Dopo il discorso al Parlamento, il premier Renzi si è spostato nei territori dove, a Betlemme, ha incontrato il presidente dell’Anp, Abu Mazen.”
Dopo di che, forse ispirato dal leader palestinese, ha deciso comportarsi in modo “sterile e stupido”: nel parlamento europeo ha fatto votare l’Italia a favore del boicottaggio di Israele caldeggiato dall’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri Federica Mogherini, da lui fortemente voluta in quel ruolo.
Il parlamento europeo vota per marchiare i prodotti agricoli israeliani di Giudea e Samaria
di Dimitri Buffa
I prodotti agricoli israeliani provenienti dalla Giudea e la Samaria, considerati contesi con i palestinesi e quindi classificati come “colonie”, dovranno avere una scritta che ricordi nell’etichetta questa origine. Era dai tempi della Germania hitleriana che le manifatture e i prodotti agricoli degli ebrei non ricevevano una simile sorta di marchio d’infamia. Adesso ci ha pensato il parlamento europeo, con 525 voti a 70, a macchiarsi di questa stupida infamia ideologica, oltretutto perpetrata contro lo stesso parere dei palestinesi. Che lavorano a migliaia nelle aziende agricole dei cosiddetti coloni in Giudea E Samaria.
Ma la spiegazione, come si diceva, è tutta interna ai contorcimenti della sinistra europea: la proposta, portata avanti da Federica Mogherini e ereditata dalla sua collega Catherine Ashton, è infatti un cavallo di battaglia degli attivisti del BDS movement, “boycott, disinvestment and sanctions”, gente per lo più della ultra sinistra europea che porta avanti da anni una campagna di boicottaggio verso tutti i prodotti israeliani. E anche verso i professori universitari ebrei.
Cosa che fa urlare il governo di Gerusalemme all’anti semitismo mascherato. Il voto del parlamento europeo risale a giovedì e oggi ne dava notizia entusiasta “il manifesto”, giornale sempre pregiudizialmente anti israeliano. Il paradosso di tutto però, come si accennava, è che i tremila lavoratori palestinesi assorbiti nell’agricoltura della Giudea e della Samaria, con questo scherzetto rischiano di rimetterci il posto. Specie se la campagna del Bds, coniugata con le etichette dissuasive della Ue, facessero crollare il mercato dei datteri e degli altri prodotti agricoli israeliani che provengono da Giudea e Samaria.
Ad aprile l’ex ministro degli esteri Avigdor Liebermann, quando fu calendarizzata la cosa al parlamento della Ue, ironizzò dicendo che già che c’erano i funzionari della Ue “potrebbero metterci sopra una stella gialla”. Due anni fa quando colei che precedette la Mogherini come miss Pesc, Catherine Ashton, iniziò il lungo cammino di questa scellerata proposta, venne a Bruxelles addirittura una delegazione dell’Anp pregando la stessa Ashton di non coltivarla.
Tre delegati mandati da Abu Mazen in maniera informale che fecero presente in via riservatissima alla Ashton che era meglio lasciare perdere per le possibili ricadute negative sui palestinesi in termini occupazionali. Ma quando c’è di mezzo l’ideologia anti israeliana la Ue ha spesso dimostrato di non volersi mai fermare: così adesso è stata la Mogherini a continuare sul solco aperto da lady Ashton portando a casa questo bel risultato.
(L’Opinione, 16 settembre 2015)
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l’Europa ci faccia cortesemente sapere se sono previste iniziative del genere anche per dittature come l’Iran, l’Arabia Saudita, la Corea del Nord e magari anche per la Cina (considerate le vicende del Tibet).