Mi vergogno per loro.
Testata: Informazione Corretta
Data: 19 febbraio 2015
Autore: Ugo Volli
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A sinistra: Adele Biton, assassinata a due anni da terroristi palestinesi.
Cari amici,
l’altro ieri in Israele se n’è andata una bambina di quattro anni. Si chiamava Adele Biton, il 14 marzo del 2013 era stata ferita in maniera molto grave da un lancio di sassi di “bravi ragazzi palestinesi” che miravano all’auto guidata dalla madre, come aveva raccontato Deborah Fait su questo sito (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999930&sez=120&id=49862). Se volete vedere qualche fotografia di questi lanci di sassi e capire il clima che li circondava, compresa la protezione che agli assassini viene data dai traditori di Betzelem e altre Ong del genere, vi consiglio di leggere questo link:https://bugiedallegambelunghe.wordpress.com/2013/04/02/lancio-di-pietre-so-criaturi/. Dopo essere stata a lungo fra la vita e la morte, Adele sembrava essersi ripresa, ma alla fine non ce l’ha fatta nonostante le cure e ha ceduto a una polmonite.
E’ importante ricordarla, come è importante ricordare Dan Uzan, il volontario morto alla sinagoga di Copenaghen, i tre bambini Fogel sgozzati coi loro genitori ad Itamar, i tre studenti rapiti ed uccisi l’anno scorso vicino a Hebron, i quattro ebrei morti un mese fa a Parigi, e più indietro i bambini di Tolosa, Ilan Halimi, il bambino Stefano Gay Taché, colpito anche lui a due anni come Adele, ultima vittima del terrorismo fra gli ebrei italiani, nominato da Sergio Mattarella nel suo discorso di ingresso alla presidenza della Repubblica.
E’ importante ricordarli non solo perché ogni essere umano che muore è un mondo che va perduto, come dice la tradizione ebraica. Ma anche perché per queste vittime della volontà omicida islamica non c’è pietà, non c’è memoria. Sfogliando una rassegna stampa specializzata in Medio Oriente ho trovato una sola citazione dell’agguato ad Adele, una risposta di Fiamma Nirenstein a un vergognoso, ripeto vergognoso, articolo di Gianni Sofri in difesa dei “bambini” lanciatori di pietre arrestati dall’esercito israeliano (http://www.ow1.rassegnestampa.it/Ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2013071325118214). E’ importante ricordarli perché pongono un dilemma morale a coloro che parlano dei “poveri bambini palestinesi” uccisi dai cattivi sionisti a Gaza (il che non è vero, le statistiche tratte dalle stesse fonti di Gaza mostrano che i morti a Gaza sono stati soprattutto giovani maschi fra i 20 e i 29 anni, l’età in cui si è combattenti e che i bambini e le donne erano statisticamente sottorapresentati: http://www.nytimes.com/2014/08/06/world/middleeast/civilian-or-not-new-fight-in-tallying-the-dead-from-the-gaza-conflict.html?_r=1;http://www.bbc.com/news/world-middle-east-28688179). Perché i virtuosi difensori dei bambini palestinesi, come Sofri e anche molto peggio di lui, non esprimono dispiacere per questi morti? Non aveva diritto a vivere Adele, ferita a morte a due anni? O Stefano, colpito da una bomba palestinese nel pieno centro di Roma? O i bambini che uscivano dalla scuola di Tolosa? Tutti “coloni”, cioè ebrei? Vi rendete conto di quanto nazismo, ripeto nazismo, c’è in questa discriminazione? Di quanto antisemitismo medievale c’è nell’accusa ai soldati di Israele che difendono come possono la loro patria di “ammazzare bambini”, come i poveri ebrei della comunità ebraica di Trento, sterminati nel 1475 o di quelli di York, ammazzati nel 1190, o di quelli di Damasco, torturati a morte nel 1840 o di mille altri casi, sempre con la stessa infamante accusa?
Ma c’è di più. Sapete che cosa hanno in comune la mafia e l’autorità palestinese? Molte cose, naturalmente, fra l’altro l’uso della violenza e del ricatto, la pretesa a un dominio territoriale cui non hanno diritto, la crudeltà e le violentissime lotte intestine. Ma quel che mi interessa qui è che sia la mafia sia l’Autorità Palestinese pagano uno stipendio ai loro membri detenuti. E non lo fanno diciamo per carità NONOSTANTE il fatto che siano stati riconosciuti colpevoli, ma PROPRIO PERCHE’ hanno compiuto i loro delitti. Anzi, più gravi i delitti, più alta la paga. Questo forse qualcuno di voi lo sapeva, ma magari pensava come me che la paga fosse semplicemente proporzionale alla condanna. E invece no, almeno per quanto riguarda la mafia araba di Giudea e Samaria, non so quella siciliana, c’è un’accurata indagine. Più ebrei hai ucciso, più ti pagano (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191047). Bisogna supporre dunque che dopo la morte della piccola Adele, gli assassini avranno un aumento di stipendio.
Vi sembra crudele? Inumano? C’è di peggio. Ed è questo. Sapete da dove l’Autorità Palestinese prende i soldi per pagare gli assassini in proporzione esatta al loro crimine? Provate a indovinare? Ma sì! Dall’Unione Europea (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191047), cioè da noi, dalle nostre tasse. E’ una vecchia storia, denunciata tante volte (http://www.investigativeproject.org/4468/as-eu-funds-palestinian-terrorists-holland-says-no;http://www.gatestoneinstitute.org/4118/eu-aid-money-palestinians;http://www.frontpagemag.com/2014/joseph-puder/eu-unrestrained-support-of-the-pa-is-inimical-to-peace/). Siamo noi, io e voi che mi leggete a pagare lo stipendio agli assassini di Adele. Abbiamo le mani sporche di sangue, grazie naturalmente al “mostro buono” di Bruxelles.
Ma, voi direte, il meccanismo è molto indiretto, io pago le tasse all’Italia, che ne gira una parta all’EU, che è il sistema più opaco che ci sia, al suo confronto l’Urss era un paradiso di democrazia e trasparenza. Quindi non sono responsabile. E invece no. Perché magari non con le tasse, ma col voto anche il nostro parlamento, di composizione un po’ incostituzionale ma per il resto regolare, oggi pagherà il suo tributo alla “palestina”, voterà per il riconoscimento della mafia di Giudea e Samaria come stato. Oggi, il giorno dopo i funerali di Adele, come la Spagna ha fatto la stessa votazione il giorno stesso della strage in sinagoga del dicembre scorso. Volete sapere una cosa? Pensando a quel che voteranno oggi a Montecitorio i nostri “rappresentanti” io mi vergogno di essere italiano. Mi vergogno di fronte ad Adele, ai bambini di Itamar, a quelli di Tolosa, a Dan Uzan, a tutte le vittime dei nazisti palestinesi e dei loro amici. Penso che abbia ragione Natanyahu, che dovremmo andarcene da un continente che da mille anni non ha mai smesso di ammazzrci, torturarci, umiliarci. E che adesso si sente nobile e giusto perché “riconosce” una banda di mafiosi assassini con la parola pomposa e completamente inadeguata di Stato. Mi vergogno per loro.
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