Yair Lapid, Ministro delle finanze e leader di Yesh Atid, secondo partito israeliano
Non accuso gli intellettuali di pregiudizio o di antisemitismo, ma molti di loro sono certamente colpevoli di pigrizia intellettuale.
Troppi intellettuali americani ed europei portano il relativismo morale ad estremi assurdi, cadendo nella ‘validità di ogni narrazione’ e ripetendo il mantra che ‘ogni storia ha due facce.’
Trattano coloro che hanno una chiara presa di posizione morale da primitivi. Per loro, se si prende una posizione morale o si sceglie da che parte stare in un conflitto, cio’ significa mancare della tolleranza necessaria per “vedere l’altro lato”.
Sembra un lontano ricordo, ma non molto tempo fa gli intellettuali hanno fatto l’esatto contrario. Erano quelli che ci hanno aiutato a distinguere tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra giustizia e ingiustizia. Non scavarono, allora, nell’infanzia del senatore McCarthy o si chiesero se i tedeschi provassero un autentico senso di disagio. Il dibattito non era sui sentimenti, ma sull’essenza della verità.
Il tradimento degli intellettuali è stato particolarmente evidente durante i giorni della operazione a Gaza. Apparentemente, non ci dovrebbe essere alcun dubbio su chi l’opinione pubblica dovrebbe sostenere: da un lato del conflitto si erge una democrazia occidentale, governata dallo Stato di diritto, che mette in guardia i civili prima di colpire, legittimamente, obiettivi terroristici. Dall’altro lato si trova una organizzazione terroristica islamista, omofoba e misogina, impegnata a uccidere gli ebrei, che fa tutto cio’ che è in suo potere per uccidere civili innocenti e si nasconde dietro le sue donne ed i bambini, mentre sferra i suoi attacchi feroci.
Ma gli intellettuali la vedono diversamente. Per loro, i palestinesi stanno soffrendo di più e quindi devono avere ragione. Perché? Perché hanno trasformato la sofferenza in unica misura di giustizia.
La sofferenza di Gaza è veramente straziante, ma le cause non sono cosi’ chiare e nette. Quando Hamas costringe i civili a stare sul tetto di un edificio utilizzato come centro di comando terrorista, pur sapendo che l’edificio sarà attaccato (e loro lo sanno perché li avvertiamo), chi dobbiamo ritenerne responsabile? Quando Hamas pone razzi ed esplosivi all’interno di scuole delle Nazioni Unite e spara dall’interno di ospedali, chi dobbiamo ritenere responsabile? Quando Hamas spara migliaia di razzi e colpi di mortaio contro le città di Israele e non riesce a uccidere centinaia di nostri figli solo grazie al nostro vantaggio tecnologico e al sistema di difesa antimissile Iron Dome, dovremmo incolpare noi stessi per soffrire di meno?
Questi intellettuali tradiscono loro stessi, perché si rifiutano di rispondere a queste domande e non comprendono la realtà globale complessa in cui tutti noi oggi viviamo. Guardano le fotografie dei bambini feriti a Gaza e fanno a gara a chi è il più indignato.
Hamas, ovviamente, è ben consapevole della debolezza di molti intellettuali occidentali e li tratta come uno strumento nella sua guerra di propaganda. Ci sono significative informazioni di intelligence – non solo nelle mani di quella israeliana – che dimostrano come Hamas sia convinto, in senso teologico, che non vi sia alcuna barriera che impedisca di sacrificare la vita dei bambini di Gaza per raccogliere la simpatia dei media occidentali. Coloro che sono al corrente di queste informazioni di intelligence, sanno anche come l’Hamas vede gli intellettuali occidentali che accettano la loro propaganda raccapricciante: strumenti da utilizzare e deridere.
Trad. Sionismo Istruzioni per L’Uso
Art. originale
huffingtonpost.com
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