L’imam che esalta i bimbi kamikaze ospite al Ramadan milanese. E Pisapia tace
Non lasciamo Davide Romano da solo a difendere i bambini. È partita ieri, su Facebook, una campagna che si chiama così. Contiene una lettera pre-compilata da inviare al sindaco Giuliano Pisapia. È una risposta spontanea, nata in rete, ad uno dei casi più assurdi del cosiddetto “multiculturalismo” in salsa arancione milanese. Condannare l’uso dei bambini-soldato è sempre stato un dovere morale. Nell’era dei social media, “Stop Kony”, la campagna contro il signore della guerra africano che rapisce i minori e li costringe a combattere nelle sue milizie, è stato il video più cliccato del mondo. Eppure un uomo, Davide Romano, a Milano, nel 2013, ha preso posizione realmente (e non su YouTube) contro un caso di incitazione all’abuso sui minori per scopi militari. Non solo non è stato accolto a braccia aperte dai salotti buoni del politicamente corretto. Ma ora è lui che rischia un processo, accusato di “istigazione all’odio razziale e religioso”. Come è possibile? È possibile perché l’uomo su cui Davide Romano ha puntato il dito è l’imam giordano Riyadh al Bustanji.
Nel 2012, Bustanji aveva raccontato, in un’intervista video, di aver incontrato un bambino di Gaza che «conosce a memoria ilCorano e prega Allah di poterlo incontrare come un martire della Terra di Gerusalemme». Quel bimbo «è un gigante dei nostri tempi», spiega l’imam nel video . “Martire della Terra di Gerusalemme” sappiamo tutti cosa vuol dire: shahid, un suicida-omicida nel nome dellajihad. Ebbene, Riyadh al Bustanji è stato invitato a Milano dal Caim, il Coordinamento delle Associazioni Islamiche Milanesi, a condurre la preghiera di oltre 10mila musulmani, all’Arena Civica, per la fine del Ramadan. Quando Davide Romano ha saputo dell’ospite e si è informato su chi fosse, gli si è ribaltato lo stomaco: «Mi aspettavo – ha spiegato, poi, in un’intervista – un racconto dell’imam in cui spiegava come ha fatto a far recedere il bambino da un proposito così folle. Qualunque adulto ragionevole l’avrebbe fermato. Invece no: di fronte a un bambino con propositi suicidi, l’imam inizia a esaltarlo». A questo punto, in veste di portavoce della sinagoga Beth Shlomo, ha preso carta e penna (cioè: un computer) e ha detto la sua. Davide Romano ha chiesto le dimissioni del coordinatore del Caim,Davide Piccardo. Perché, secondo quanto riferisce: «sostiene che l’imam non ha mai preso posizioni che contraddicano la nostra visione delle cose. Visto che le posizioni dell’imam sono registrate e pubbliche, delle due l’una: o nega la verità e quindi mente, oppure quelle parole sono coerenti con la sua visione dell’Islam». Se le dimissioni non dovessero arrivare, si chiede al sindaco Giuliano Pisapia «di interrompere ogni contatto con questa associazione (il Caim, ndr)». Anche in area di maggioranza, il vice-capogruppo provinciale Roberto Caputo (Pd) ha chiesto che «la giunta prenda le distanze da questo grave avvenimento».
La Comunità Ebraica milanese ha ricordato che «il movimento Hamas (al potere a Gaza, ndr) è stato riconosciuto una organizzazione terroristica dall’Unione Europea. Dunque anche dal nostro Paese. A nostro avviso il Comune di Milano ha sbagliato a partecipare a questa iniziativa per via della presenza di Al Bustanji. Ci auguriamo che questa partecipazione sia dovuta a una svista. Per questo aspettiamo chiarimenti in merito dall’amministrazione comunale». Invece dei chiarimenti, l’unica risposta è stata (almeno finora) il silenzio di Pisapia. Chi invece ha parlato, a mezzo stampa, è Davide Piccardo, coordinatore del Caim. «Bustanji non ha mai inneggiato all’odio e tanto meno al martirio dei bambini – ha dichiarato Piccardo a La Repubblica – abbiamo dato mandato ai nostri legali di procedere per diffamazione e per istigazione all’odio razziale e religioso nei confronti di chi lo ha fatto».
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