Abbiamo atteso qualche giorno prima  di pubblicare questa notizia, nella speranza che non fosse vera. Purtroppo, come  potrete leggere nelle notizie presenti tra i commenti, sembra che l’aggressione  ci sia stata (la denuncia è stata fatta), il che rende questo episodio  GRAVISSIMO, così come GRAVISSIMO riteniamo sia stato il silenzio generale dei  mass media su questa vicenda. Buona  lettura

Venezia: giallo su presunta aggressione antisemita  contro studente ebreo

http://www.focusonisrael.org/2013/01/03/antisemitismo-venezia-aggressione-studente-ebreo/

FOCUS ON ISRAEL  incoraggia ciascuno di voi a partecipare alla controinformazione personalmente:  dì la tua, commenta sul nostro blog, inviaci materiale e testimonianze, diffondi  i nostri articoli. Non pensare che “ci sarà qualcuno che lo sta facendo per te”  o che “in questo momento hai altro da fare”. Ti bastano 5 minuti. Vogliamo  sapere cosa hai da dire.]

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Emanuel  Baroz 3  gennaio 2013

2  commenti

Studente americano ebreo  picchiato a Venezia?

Antisemitismo a Venezia? Israele: “Ebreo picchiato da  banda di arabi”

La vicenda è stata riportata da un  quotidiano online israeliano. Un giovane americano in visita nella città  lagunare con la famiglia sarebbe stato bastonato la sera del primo  gennaio

di Gabriele  Vattolo

Venezia, 2  Gennaio 2013 – Una vicenda partita da Venezia, rimbalzata in Israele e poi  tornata in un baleno nella città lagunare. Ma ancora sembrerebbe non esserci  nulla di sicuro.

Tranne  l’indignazione dei media israeliani per una presunta aggressione antisemita ai  danni di un giovane studente americano di religione ebraica in visita a Venezia  con la famiglia.  Secondo un articolo  pubblicato dal sito “Israel National News” il malcapitato la sera del 1  gennaio sarebbe stato aggredito da “una banda di arabi” (come letteralmente si  legge nell’articolo in lingua inglese) trascinato in un angolo buio della calle  e picchiato a sangue. Calci e pugni. Finché il giovane non ha perso  conoscenza.

La scena  sarebbe stata vista da un passante che immediatamente ha chiamato le forze  dell’ordine. Accortisi di essere stati scoperti, i quindici malintenzionati se  ne sono andati lasciando a terra lo studente ebreo, secondo il sito israeliano “componente di una yeshiva” (un istituto che studia soprattutto i testi sacri,  ndr). A un certo punto dell’aggressione sarebbero spuntati anche dei  coltelli.

Ancora non  è chiaro però se sia stata o meno depositata denuncia in questura o ai  carabinieri. E se la vicenda si sia effettivamente svolta nei modi descritti dai  media israeliani. Di certo, se la ricostruzione risulterà veritiera, si  tratterebbe di un grave caso di antisemitismo.

(Fonte: Venezia  Today, 3 Gennaio 2013)

Nella foto in alto: il Campo del vecchio Ghetto di  Venezia

Emanuel  Baroz, 3 gennaio  2013 | Modifica

Categorie: Antisemitismo Tags: aggressione       antisemita a Venezia, Antisemitismo,       sito       Israel National News

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#1Emanuel Baroz

Antisemitismo a  Venezia

di Dimitri  Buffa

Un primo dell’anno all’insegna dell’anti semitismo di  matrice islamista a Venezia. Ma la notizia rimbalza in Italia solo grazie ai  media israeliani, come “Israel National News” che nel suo sito internet stamani  alle 9.28 parlava, in un articolo di Tzvi Ben Gedalyahu, di questo ancora  incerto episodio. L’articolista riferiva genericamente di “una banda di arabi” che «ha brutalmente aggredito uno studente americano ebreo di una yeshiva in  visita con la famiglia a Venezia». Secondo il sito informativo israeliano «lo  studente ha perso i sensi quando, passeggiando a tarda notte nel centro della  città, è stato assalito da sconosciuti». Sembra che un gruppo di 15 giovani  arabi si sia avventato su di lui, lo abbia trascinato in un angolo buio e dopo  calci e pugni qualcuno abbia tirato fuori anche dei  coltelli.

Lo studente a sua volta avrebbe perso conoscenza ma si  sarebbe salvato perchè gli aggressori sarebbero fuggiti quando un passante  vedendoli ha chiamato la polizia e i medici. Gli inquirenti ieri avrebbero anche  aperto un’indagine, ma degli assalitori, per ora, nessuna traccia. In Italia  solo nel 2012 ci sono stati almeno 70 episodi di antisemitsmo che vanno da  aggressioni come quella appena descritta a graffiti sui muri e profanazioni di  tombe e cimiteri ebraici. Secondo il Cdec di Milano, cioè il centro di  documentazione della comunità ebraica locale che sta monitorando queste cose nel “progetto Dreyfus”, la recrudescenza di simili episodi sarebbe dovuta, oltre  all’odio tradizionale di alcuni immigrati di fede musulmana estremista, anche  alle stupide battute di alcuni politici e personaggi televisivi o della cultutra  italiani, da Grillo a Berlusconi passando per lo scienziato Odifreddi. I quali  con le loro barzellette o affermazioni a effetto danno l’idea che il razzismo o  l’anti semitismo possano essere categorie dello spirito su cui ci si può  scherzare sopra.

L’episodio di Venezia, se sarà confermato in queste  modalità, ricorda sinistramente analoga vicenda svoltasi qualche tempo fa a  Tolosa nella scuola di Ozar Hatorah. Quella già protagonista della strage messa  a segno da Mohamed Merah. In quel caso lo studente ebreo era in treno e soltanto  l’intervento di un passeggero e dei controllori del treno aveva fermato il  pestaggio. Sia come sia in Europa da troppo tempo si aggira il fantasma  dell’anti semitismo e la crisi purtroppo non aiuta, visto che gli spargitori di  odio contro le varie “lobby ebraiche” cercano anche su internet di dare la colpa  a queste entità fantomatiche per una povertà invece provocata dall’insipienza e  dalla tendenza al latrocinio dei rispettivi politici e  governanti.

http://www.opinione.it/politica/2013/01/03/2013/01/02/buffa_politica-03-01.aspx

3 gen 2013, 12:03 Rispondi|Quota

#2Daniel

Venezia – Studente  americano ebreo picchiato in strada la notte di  Capodanno

“Era un gruppo di quindici arabi”. Indaga la Digos

di Marco  Pasqua

C’è uno spettro che aleggia, da alcuni giorni, sulla  piccola comunità ebraica veneziana. Uno spettro dai contorni ancora poco  definiti, ma al quale in molti hanno già dato un nome: antisemitismo. E’ dalla  notte di Capodanno, che nei negozi, per le vie del Ghetto, nel sestiere di  Cannaregio, non si parla d’altro. Voci alimentate comprensibilmente dalla  paura.

Un ragazzo ebreo, poco meno di 20 anni, americano, David  (il nome è di fantasia, ma chi scrive è a conoscenza delle sue generalità) ha  denunciato di essere stato brutalmente picchiato, mentre rientrava dai  festeggiamenti di piazza San Marco. “Sono stati almeno dieci, forse quindici  ragazzi, tutti arabi”, ha detto alla Digos, che si occupa di seguire le  indagini.

Indagini particolarmente complesse, anche perché il  ragazzo, che studia in Italia, fa parte del movimento Chabad-Lubavitch, uno dei  più grandi del giudaismo chassidico. Ebrei ortodossi, sotto molti punti di vista  anche chiusi rispetto a chi non è parte del loro gruppo, con un loro rabbino e  con dei rapporti con la comunità ebraica che, alcune volte, sono stati  conflittuali. Anche se sempre basati sul reciproco rispetto. Le loro bocche sono  cucite, il rabbino accetta di parlare con l’Huffington Post, ma la sua prima  preoccupazione è la tutela del “suo” ragazzo, soprattutto da eventuali future  ritorsioni.

I Lubavitch sono al massimo una cinquantina, e si  riconoscono più facilmente perché indossano sempre la kippah anche quando escono  dal ghetto, e gli tzitzit, le frange che si vedono agli angoli degli indumenti e  che ricordano i comandamenti. Proprio quelle che aveva David, la notte  dell’aggressione. Da qui una certezza, almeno tra tutti i Lubavitch: “Lo hanno  picchiato perché ebreo”.

Il primo a dare la notizia dell’aggressione, nei giorni  scorsi, è un sito israeliano, che viene ripreso dal Gazzettino e da Venezia  Today . Ma i fatti riportati sono ancora molto confusi, anche perché David non  avrebbe sporto immediatamente denuncia. In verità, dicono i suoi amici del  Ghetto, avrebbe voluto farlo, in ospedale, ma gli sarebbe stato suggerito di  rivolgersi ad un commissariato. Fatto sta che dopo la pubblicazione della  notizia viene convocato dalla Digos della città lagunare, che raccoglie a  verbale la sua testimonianza. A tratti confusa.

La notte di Capodanno, ha raccontato, stava tornando  dalla grande festa di piazza San Marco. In Strada Nuova, non distante dal  Ghetto, viene affrontato da un gruppo di arabi. Riferisce di scambiare alcune  parole con loro. “Ma è vago sull’argomento del confronto verbale”, fanno sapere  gli investigatori. In pochi attimi, la discussione degenera e David viene  buttato in un punto buio di una calle e picchiato. Alla scena assistono alcuni  testimoni, uno dei quali è stato già sentito dalla polizia. Il ragazzo va in  ospedale – intorno alle 4 di mattina – dove viene medicato: la prognosi, per  lui, è di 7 giorni per una ferita lacero contusa. Elemento questo che corrobora  il racconto del pestaggio.

Fin qui i dati raccolti dalla polizia. Poi ci sono i  racconti delle persone che fanno parte della comunità di David e che, in queste  ore, hanno potuto parlargli. “Lo hanno picchiato perché era ebreo – spiega un  commerciante, da due anni nel Ghetto – Indossava la kippah e anche gli tzitzit.  Insomma, era facilmente riconoscibile. Ora è a casa, ha delle ferite sulla testa  e sul mento”. “Venezia è una città accogliente, e questo caso ci ha scossi  tutti, proprio perché cose di questo tipo non capitano”, dice una donna che  lavora per la comunità. “Quegli arabi, di cui ovviamente ha riconosciuto la  lingua, non erano di Venezia, erano qui per il Capodanno – dice un altro  negoziante – David ha cercato di ignorarli, come si fa sempre quando qualcuno,  per strada, inizia a puntare il dito verso di noi. Ma loro avevano anche  bevuto”.

Anche il rabbino, Ramy Banin, che da oltre 20 anni vive  a Venezia (dove ha fondato una scuola rabbinica e dove gestisce un ristorante),  è scosso da un fatto che ha colpito la sua comunità al cuore. Eppure non vuole  soffermarsi a parlare di quello che definisce “il buio”, soprattutto per  proteggere David. “Siamo venuti qui per fare del bene – dice, parlando prima  dell’inizio dello Shabbat – Vogliamo essere portatori di buone azioni.  L’ebraismo vuole aiutare le persone”. E quando ci si scontra con gli episodi di  violenza, come quello avvenuto la notte di Capodanno? “Si deve superare la  cattiveria, e continuare a insegnare il bene. Noi vogliamo accendere luci e non  occuparci del buio”.

Di questo buio, adesso, si devono occupare gli agenti  della Digos veneziana, che hanno già ascoltato il rabbino Banin. Nei prossimi  giorni saranno acquisite le registrazioni delle telecamere di sorveglianza,  nella zona, che potrebbero aver ripreso la fase dell’aggressione. Molti aspetti  sono ancora da chiarire, e la parziale reticenza di David non li aiuta nel fare  luce sul pestaggio di cui è stato vittima, e di cui porta visibili i segni sulla  testa.

L’antisemitismo nel 2012. Gli ultimi dati disponibili,  relativamente agli episodi di antisemitismo, sono stati resi noti, lo scorso  mese, da Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio sul pregiudizio  antiebraico del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano,  considerato uno dei massimi esperti italiani in materia di antisemitismo: “Finora i casi da noi osservati quest’anno sono una settantina, in gran parte  graffiti o attacchi via web: vale a dire, oltre il 40% in più rispetto allo  scorso anno”. Un’impennata particolarmente preoccupante in “una realtà come  quella italiana – ha spiegato Gatti – dove essenzialmente non esiste un  antisemitismo violento, bensì ideologico”. Questi dati mostrano che “la  situazione sta cambiando, si sta evolvendo in maniera  negativa”.

(Fonte:L’Huffington  Post, 5 gennaio 2013)

6 gen 2013, 08:40

 

One Response to Venezia: giallo su presunta aggressione antisemita contro studente ebreo‏.

  1. Cesare ha detto:

    Francamente tutto mi sembra poco chiaro e rimango dubbioso sulla notizia così come viene riportata. Una domanda: che ci faceva un bravo ragazzo iudìo, e Lubavitch per giunta, in piazza s.Marco a mezzanotte dell’ultimo dell’anno? E da solo? Mi viene in mente un’intervista sul giornale ebraico newyorkese Forwets/Forward apparsa un paio di settimane fa in cui una cantante pop ebrea diceva di sentirsi a disagio nella festa dell’ultimo dell’anno perchè ” non è una festa nostra”. È allora,bachur, che fai in giro di notte da solo?

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