Guerra: Chi ama la vita e chi la morte.
Testata: Informazione Corretta Data: 19 novembre 2012 Autore: Ugo Volli.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
Cari amici,
le guerre contemporanee sono fatte di alta tecnologia, ma anche di informazione. E l’informazione come al solito è in linea di principio contro Israele, anche se quest’anno va un po’ meglio del solito, tant’è palese la violenza di Hamas contro le città israeliane (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12460#.UKlH0oajfiw). Ma la fabbrica dell’antisionismo travestito da “giornalismo autorevole” non si ferma mai. Vi faccio solo tre esempi. Qui (http://blog.camera.org/archives/2012/11/the_diversity_of_new_york_time_1.html per un’analisi più distesa leggete qui: http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12461#.UKlHyYajfiw) trovate un esempio della propaganda antisraeliana del New York Times, organo ufficiale dell’intelligenza di sinistra americana, anche ebraica. Un altro caso è quello dell’agenzia di stampa Reuters, una delle più diffuse al mondo, che è già famosa per aver diffuso foto falsificate nel conflitto libanese di sei anni fa (http://www.zombietime.com/reuters_photo_fraud/)
e poi per aver opportunamente tagliato i coltelli dalle mani dei “pacifisti” della flottiglia durante l’incidente della Mavi Marmara (http://www.crethiplethi.com/media-bias-did-reuters-crop-photos-to-show-the-mavi-marmara-militants-unarmed/israel/2010/). Ora la Reuters ha diffuso la foto di un “morto” o “gravemente ferito” che è repentinamente resuscitatto dopo essersi fatto ritrarre dall’agenzia, come per caso qualcuno ha documentato, cioè un altro falso bello e buono. Interpellata, l’agenzia non ha dato spiegazioni alla sua partecipazione a questa straordinaria resurrezione: http://honestreporting.com/update-bbc-and-cnn-react-to-pallywood-video-footage/.
Qui invece (http://www.corriere.it/esteri/12_novembre_18/gaza-bambini-uccisi_f98538f6-3150-11e2-b54b-5890948d86c8.shtml)
trovate un titolo fra i tanti dei giornali italiani, l’edizione on line del “Corriere della sera” che si distingue da quella cartacea per zelo antisionista.
In mezzo a una vera e propria guerra che va avanti da cinque giorni, il sito non vede che una “strage di bambini” che naturalmente sarebbe opera di Israele. Ora è vero che ogni singola morte è un evento terribile, a maggior ragione se si tratta di bambini, ma il “Corriere” on line non dice affatto che per aver fatto 64 morti in 1000 attacchi circa (puntati tutti contro alti ufficiali di Hamas e soprattutto contro i loro depositi e strumenti per il lancio di missili), l’aeronautica israeliana ha fatto miracoli di precisione contrastando l’uso sistematico e assolutamente premeditato degli scudi umani da parte di Hamas (guardate qui per vedere come lo teorizzano: http://www.youtube.com/watch?v=g0wJXf2nt4Y).
Se volete un esempio di questa straordinari cura, guardate questo colpo che distrugge una rampa di missili piazzata (apposta) accanto una moschea, senza danneggiare quest’ultima: http://www.youtube.com/watch?v=WQp1SSTZE2k&feature=youtu.be.
E il “Corriere” non compara i 64 morti, fra cui i massimi comandanti militari di Hamas, con le 165 persone che continuano a essere uccise al giorno in Siria, o con le 81 esecuzioni capitali eseguite dall’Iran negli ultimi dieci giorni, per non parlare di coloro che hanno subito amputazioni, flagellazioni, torture: http://iranhr.net/spip.php?article2645.
Voi mi dite: un morto è un morto, la sua uccisione non viene compensata da altre vittime. Verissimo, anche se stiamo parlando delle responsabilità informative della stampa. Ma chi ha ammazzato davvero questi bambini? Non sto solo parlando della responsabilità di chi piazza armi e munizioni negli ospedali, nelle scuole e nei condomini, come fa sistematicamente Hamas. Sto dicendo proprio: chi è stato a sparare, le armi che hanno fatto questi morti? Prendete per esempio il bambino morto che il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha abbracciato e porto da baciare al primo ministro egiziano, naturalmente davanti a una congrua troupe di fotografi (http://ht.ly/fnRaK), dopo essere stato addirittura preparato per l’esibizione (http://danilette.over-blog.com/article-gaza-l-enfant-mort-recouvert-d-un-linceuil-a-la-sortie-de-l-hopital-arrange-pour-la-photo-avec-m-112574147.html).
Be’, è venuto fuori che la vittima era stata chiaramente uccisa da uno dei circa 90 razzi di Hamas (sui 700 che ne hanno sparato), ricaduti sulla stessa striscia di Gaza. Questo non risulta solo dai siti israeliani (http://elderofziyon.blogspot.it/2012/11/dead-child-held-by-egypts-pm-was-killed.html) , ma anche da giornali non particolarmente filoisraeliani come l’inglese Telegraph, che cita fonti dei comitati palestinesi dei diritti umani (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/9685564/Israeli-forces-prepare-for-war-as-troops-mass-on-Gaza-border.html , un po’ nascosto nel corpo dell’articolo). Naturalmente, lo ripeto, questo non toglie che la morte di un bambino sia una tragedia terribile, comunque avvenga. Il punto è chi ci fa caso, a chi importa, chi fa qualcosa per evitarlo. E la risposta più chiara la dà Hamas stesso, nella persona del suo dirigente Fathi Hammad ripreso dalla TV Al Aqsa (organo ufficiale dello stesso Hamas) in un comizio che vi ho già citato (http://www.youtube.com/watch?v=CWIDZ7Jpdqg) : “noi amiamo la morte quanto voi amate la vita”. E’ vero: noi amiamo la vita, anche quella dei loro bambini, quanto loro amano la morte, la nostra e anche quella dei loro figli, anche se li conciano così: http://www.youtube.com/watch?v=eTGbP55HGi8&feature=player_embedded .
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