Testata:Informazione Corretta – Il Giornale Autore: Piera Prister – Fiamma Nirenstein Titolo: «Obama è stato il grande Pinocchio della serata – Mamma, bandiera e colpi bassi. L’Obama populista batte Romney».

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 18/10/2012, a pag. 16, il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo ” Mamma, bandiera e colpi bassi. L’Obama populista batte Romney “, per IC il commento di Piera Prister dal titolo ” Obama è stato il grande Pinocchio della serata “, nel quale si chiede quali saranno i commenti di oggi. Bene, la sua previsione è confermata, solo  Fiamma Nirenstein sul Giornale, e Mattia Ferraresi sul Foglio,si discostano dalla linea comune pro-Obama.

moderati ed estremisti, c’è differenza ?

Ecco i pezzi:

INFORMAZIONE CORRETTA – Piera Prister : “Obama è stato il grande Pinocchio della serata ”

Piera Prister, Barack Obama.

Constato amaramente che in Italia dove la Sinistra controlla ancora le grandi testate, non c’e’ nessun giornale apertamente a favore di Mitt Romney, nemmeno La Stampa di Torino e nemmeno Il Foglio. Forse vedremo domani Il Giornale. E’chiaro che ieri il presidente Obama e’ stato il grande Pinocchio della serata, ha mentito abilmente su tutti i temi: Bengasi, energie alternative, indipedenza dal petrolio dei paesi arabi sponsor del terrorismo, Israele abbandonata, dati truccati della disoccupazione, immigrazione, anticoncezionali, carovita, aumento tasse universitarie, bancarotta di municipalita’, fallimento di imprese, impoverimento del paese e taglio alle spese militari la cui prima vittima illustre e’ stata proprio l’ambasciatore Chris Stevens. E’ rimasta solo Informazione Corretta. Che D-o ce la mandi buona, il mondo sta imboccando la strada sbagliata!

Il GIORNALE – Fiamma Nirenstein : ” Mamma, bandiera e colpi bassi. L’Obama populista batte Romney “

Fiamma Nirenstein

Obama e Romney, corpo a cor­po. Nel precedente confronto in tv Romney aveva schiacciato un faci­le Obama colpito da una specie di botta in testa, arrivando a un con­sen­so del 67 per cento dell’audien­ce contro solo il 25 per cento di Oba­ma. Un disastro. Stavolta, e forse per questo ha vinto, Obama era nor­malmente reattivo, stipato di infor­mazioni, il suo team lo aveva allen­a­to come un pugile che al gong deve saltare verso l’ultima opportunità. Adesso siamo, secondo la Cnn , 45a 39, e secondo la C bs 37 a 30, un ma­tch vinto ai punti da un Obama che sovente ha usato una retorica po­pulista che tuttavia non ha scalfito un Romney vivace ma sobrio, con­cetrato verso il risultato. Realisti­che le sue promesse nel campo dell’ economia, consistente il riferimen­to alla sua esperienza di imprendi­tore privato, semmai sopra le ri­ghe, ed eccessiva l’abiura totale di George W. Bush, cui non ha dedica­to neppure una frase di cortesia. Ma la moderatrice Candy Crow­ley, una giornalista della Cnn , ha consapevolmente influenzato l’an­damento del dibattito, conceden­do 3 minuti e mezzo in più ( una vi­ta, in termini tv) a Obama, in­terrompendo Romney 28 volte e Obama solo 9, e in­tervenendo con una pretestuosa precisa­zionegiornalisticasul­la questione della Li­bia. Qui Obama ha sfode­rato l’arma centrale del di­battito, il populismo, il richia­mo alla bandiera e alla patria, mentre Romney ha fallito nel gesti­re il pur azzeccato argomento. Romney ha accusato Obama di aver minimizzato l’attacco in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore Chris Stevens negando per settima­ne che si trattasse di terrorismo or­ganizzato, e attribuendolo a «mani­festazioni » a Bengasi contro il film anti Maometto. Tanto che quando l’ambasciata ha chiesto più sorve­glianza, il Dipartimento di Stato non ha risposto. All’Onu Susan Ri­ce ha a lungo sostenuto che non esi­steva attacco islamista fondamen­tale contro gli Usa, ma solo una rea­zione al filmetto, e Hillary Clinton proprio due giorni fa si è presa la re­sp­onsabilità dell’abbaglio strategi­co per salvare Obama. Ma Obama ha negato, ha detto che aveva subi­to usato la parola «terrorismo»: di fatto essa uscì mentre commemo­rava gli uccisi in Afghanistan e in Irak, mentre furoreggiava alla Casa Bianca la tesi della provocazione occidentale. E la giornalista della Cnn lo ha sostenuto: «Il presidente ha detto terrorismo». Qui Romney avrebbe dovuto inchio­darlo, spiegando che, parola magica o no, Obama non era cor­so al salvataggio dei suoi che erano così sta­ti uccisi. Ma Obama avrebbe ripetuto, come aveva già fatto: «Mentre i no­stri erano ancora in pericolo, Romney ha diffuso un comunica­to ». Romney, dunque, ha fatto un salto indietro, mentre Obama spal­mava il suo affetto per gli ambascia­tori «i miei ragazzi nel mondo», e le loro famiglie. Adesso, dato che l’Amministrazione si è macchiata non solo di un errore ma di un falso ideologico pericoloso per tutto il mondo, speriamo che Romney sappia riprendere il tema. Naturalmente l’economia l’ha fatta da padrone: alle accuse reali­stiche di Romney sul suo peggiora­mento, Obama ha risposto con po­chi conti che potessero convincere che le cose andranno meglio, riba­dendo il suo utopismo, definendo­si il difensore della classe media, ac­cusando Romney con insistenza di voler tagliare le tasse solo per salva­re i­ricchi e di essere lui stesso un ric­castro. Come se lui fosse invece un poveretto. Obama non ha risposto alle domande di Romney sui nove milioni di disoccupati che rappre­sentano un record, e quando una spettatrice ha chiesto come inten­da migliorare l’accesso delle don­ne al lavoro, il presidente ha intra­preso un discorsone sulla sua mamma single che ha lavorato tut­ta la vita per i bambini, sulla sua nonna, una semplice impiegata straordinariamente brillante… una serie di importanti indizi su quanto sia importante per lui la donna, senza tuttavia nessuna ras­sicurazione pratica. Non che Rom­ney sia il campione delle donne, ha suggerito di migliorare la società, ma almeno non era retorico. Infi­ne, Obama ha aspettato l’ultima battuta, cui a Romney era proibito rispondere, per ricordare l’uscita, pronunciata a porte chiuse, in cui lo sfidante diceva che il 47 per cen­to degli americani si sente vittima e profitta dello Stato. Un colpo basso poco elegante, ma Obama è in peri­colo, come dimostra l’ultimo son­daggio Gallup sul voto di novem­bre ( Romney avanza al 51% e stac­ca di sei punti il capo della Casa Bianca al 45%). L’eleganza non gli interessa. www.fiammanirenstein.com

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