BUON PESACH 5772 A TUTTI !!!!!!!!!!!!!!!!

Pesach o Pesah (ebraico פסח) detta anche Pasqua ebraica, è una festività ebraica che dura otto giorni (sette nella sola Israele) e che ricorda l’esodo e la liberazione del popolo israelita dall’Egitto; la Pasqua cristiana – pur con nuovi significati cristologici – trae origine da questa festività.

Originalmente la Pèsach non durava otto giorni ma veniva celebrata nel solo giorno del 14 Nisan, mentre i successivi sette giorni venivano chiamati Festa dei Pani non fermentati (o Festa dei Pani Azzimi). Questo è confermato dal confronto tra i versetti di Numeri 28:16:

« E il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sarà la Pasqua del Signore »   (Numeri 28;16)

e i versetti di Esodo 12:17-20

« E dovete osservare la festa dei pani non fermentati (…) Per sette giorni (…) dovete mangiare pani non fermentati »   (Esodo 12;17-20)

Origine della festività Il termine Pesach appare nella Torah. Dio annuncia al popolo di Israele, schiavo in Egitto, che lui lo libererà, egli dice: “In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame”

Ad ogni modo, ordina al popolo di Israele di marcare gli stipiti delle loro porte con del sangue di agnello cosicché

“Io vedrò il sangue e passerò oltre, colpirò invece con il mio castigo l’intero Egitto, e a voi non succederà niente”.

La frase “passerò oltre” viene resa con la parola Pesach; da questa trae origine il termine italiano Pasqua. In inglese viene invece utilizzata la traduzione letterale “pass over” contratto in Passover.

Dal punto di vista storico-archeologico molti studiosi concordano nell’individuare nella moderna Pesach l’unione di due festività preesistenti e distinte. Una era la Pasqua dell’uccisione dell’agnello e l’altra gli Azzimi del pane non fermentato. La natura di passaggio e spostamento della festa di Pesach riporta ad usi pastorali premosaici, mentre gli Azzimi risalirebbe alla religione Cananea. Nella Bibbia si possono trovare tracce di una celebrazione ancora disgiunta delle due feste fin dopo la penetrazione ebraica nella terra di Canaan.

Cibi tradizionali.

I due principali comandamenti legati alla festa di Pesach sono: cibarsi di matzah (pane non lievitato) e la proibizione di nutrirsi di qualsiasi cibo contenente lievito durante l’intero periodo della festività. In epoca antica ve ne era un terzo: l’offerta dell’agnello nella sera del giorno 14 del mese ebraico di Nisan ed il cibarsi quella stessa notte del sacrificio di Pesach. I comandamenti sono stati trasformati in una cena particolare chiamata seder celebrata nelle prime due sere della festa. Altri usi associati a Pesach sono il cibarsi di erbe amare ed altri alimenti durante la celebrazione del seder. Sebbene parecchie siano le spiegazioni che sono state date al cibarsi di pane azzimo, la più accreditata è che si tratti di un ricordo del pane di cui gli Israeliti si cibarono durante l’Esodo: durante la loro fuga dall’Egitto non ebbero il tempo di far lievitare il pane.

Usi ebraici.

Prima dell’inizio della festività gli ebrei eliminano da casa ogni minima traccia di lievito e qualsiasi cibo che ne contenga (questo viene indicato con il termine chametz). Questa tradizione viene chiamata “bedikat chametz”. Durante tutto il periodo della festività non viene consumato cibo lievitato sostituendo il pane, la pasta e i dolci con le “matzot” ed altri cibi appositamente preparati.

La Pesach è una festività felice che viene solitamente trascorsa in famiglia. La prima notte, in particolare è la più importante. Durante le prime due sere si usa consumare la cena seguendo un ordine particolare di cibi e preghiere che prende il nome di seder, parola che in ebraico significa per l’appunto ordine. Durante il quale si narra l’intera storia del conflitto con il faraone, delle 10 piaghe e della fuga finale seguendo il racconto della Haggadah di Pesach. Tradizionalmente è il bimbo più piccolo della casa che chiede all’uomo più vecchio di raccontare cosa successe allora, con una semplice domanda.

Il seder.

Durante il seder vengono utilizzate 3 matzot che vengono tenute coperte da un panno. All’inizio della cena viene spezzata in due pezzi quella di mezzo; il pezzo più piccolo viene rimesso tra le due rimanenti, mentre il pezzo più grande viene utilizzato come Afikomen, (l’ultimo pezzo di matzah che verrà consumata durante il pasto). Vi sono due usanze riguardo l’afikomen, entrambe con lo scopo di tenere i bambini attenti allo svolgersi della cerimonia. In entrambi i casi l’afikomen viene nascosta: nel primo caso da uno dei bambini per poi essere cercata dagli adulti: nel caso questi non la trovassero, devono pagare il bimbo per la sua restituzione. L’altra usanza prevede, invece, che a nascondere l’afikomen siano gli adulti e venga premiato il bambino che la ritrova.

Durante la cerimonia, un piatto, detto piatto del Seder è parte centrale della cena. Il piatto del seder è di solito decorato, ed ha dipinti tutti i principali simboli di Pesach. Al centro sono poste tre Matzot per ricordare la concitata e precipitosa fuga dall’Egitto. Attorno, nell’ordine, vi sono il karpas, solitamente un gambo di sedano che ricorda la corrispondenza della festività di Pesach con la primavera e la mietitura che, in epoca antica, era essa stessa occasione di festeggiamento; un piatto di maror o erbe amare che rappresenta la durezza della schiavitù; una zampa arrostita di capretto chiamata zeru’a: rappresenta l’offerta dell’agnello presso il Tempio di Gerusalemme in occasione di Pesach, Shavu’òth e Sukkoth; un uovo sodo beitza in ricordo del lutto per la distruzione del Tempio, e infine una sorta di marmellata preparata con mele, datteri, mandorle, prugne, noci e vino chiamato “haroset” che rappresenta la malta usata dagli ebrei durante la schiavitù per la costruzione delle città di Pit’om e Ramses. Alcuni, specie nell’uso italiano, aggiungono una seconda insalata, più dolce, come la lattuga.

La lettura dell’Haggadah inizia con un ricordo, un brano in lingua caldaica. I bambini chiedono al padre quale sia il significato di Pesach. I quattro fratelli rappresentano quattro tipi di Ebreo; il figlio saggio rappresenta l’ebreo osservante. Il figlio malvagio rappresenta invece l’ebreo che rifiuta la sua eredità e la sua religione. Il figlio semplice si riconosce nell’ebreo completamente indifferente. Il giovane, invece, colui che non conosce della propria cultura e tradizione a sufficienza per poter prendere parte alla discussione.

Poco dopo, vi è il ricordo delle dieci piaghe inflitte da Dio all’Egitto per indurre il Faraone a lasciare liberi gli Ebrei, e un esempio di pilpul, o discussione talmudica, in cui nell’interpretazione rabbinica, le piaghe da dieci diventano quaranta, poi cinquanta, poi addirittura duecento. Più avanti, si ripete la promessa millenaria.

Nel corso del seder vi è obbligo di bere quattro bicchieri di vino, e quindi è naturale che, oltre ad essere composto da diversi brani cantati, termini di solito con canti tradizionali. Nella tradizione italiana, i canti sono in italiano, e si ricordano Had gadià, la storia del capretto resa famosa da Angelo Branduardi in forma ridotta con il titolo La fiera dell’est, e il conteggio, cantato, da uno a tredici, dove uno è ovviamente Dio, fino a tredici attributi divini, passando per due Tavole della Legge, tre Patriarchi, Quattro Madri di Israele, cinque libri della Torah, sei libri della Mishnah, sette giorni della settimana, otto giorni della circoncisione, nove mesi di gravidanza, dieci Comandamenti, undici costellazioni e dodici tribù.

 

One Response to !!!!!!!!!!!!!! חג פסח שמח וכשר לכולם

  1. Marco ha detto:

    La Parola dell’Eterno non può, nè deve, essere messa in discussione. Tuttavia, desiderando di comprenderne finalità e significato, la prima domanda che può venire in mente è: perché proprio in Egitto? Di tutti i posti a disposizione nel Medio Oriente, volendo sfuggire ad una carestia alimentare, si decide di andare a rintanarsi proprio in Egitto. Senz’altro una ragione ci sarà e prima o poi riuscirò ad individuarla. Però, la carestia è davvero una sciagura curiosa. Si dice che i popoli nomadi girassero nel mondo non per esigenze turistiche, ma di natura agricola perchè, non conoscendo l’uso della rotazione delle coltivazioni, esaurivano la fertilità dei terreni e dovevano, sempre, cercarne di nuovi. L’agricoltura fornisce nutrimento, e la fertilità garantisce continuazione della specie. Non sarà, per caso, che scomparso Avraham, Itzchak o i suoi successori non siano più stati in grado di mettere a frutto le potenzialità di quel nuovo popolo di cui loro erano guida, là, in quella nuova terra verso la quale erano stati indirizzati?

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