Testata: Informazione Corretta Data: 01 aprile 2012 Pagina: 1 Autore: La redazione di IC

Dallo scorso autunno, il quotidiano LA STAMPA ha messo in cantiere una iniziativa più consona ad un giornale aziendale che ad un grade quotidiano. Con scadenza settimanale, un collaboratore viene insignito con un “premio” intitolato a Igor Man. Dato che non vengono specificate benemerenze particolari, ne deduciamo che, prima o poi, il premio verrà attribuito a tutti i giornalisti del quotidiano. Ci chiediamo – senza entrare troppo nel merito della patetica iniziativa – se la cosa verrà valutata proprio da tutti come un ‘premio’ al proprio lavoro professionale, piuttosto che una patacca da destinare al cestino, nella speranza che sia sfuggita alla maggioranza dei lettori.

Yasser Arafat                                                 Igor Man (Manzella)
Igor Man, se mai verrà ricordato da qualcuno al fuori della STAMPA, non sarà certo per le sue qualità professionali, quanto piuttosto come uno dei più strenui trombettieri che hanno suonato le lodi, senza distinzioni di crimini, dei vari capataz del terrorismo arabo-palestinese, Arafat in testa. Forse il quotidiano torinese, per rinfrescare la memoria del defunto ‘vecchio cronista’ – come si presentava negli ultimi anni il signor Manzella (Man era un nom de plume) – farebbe bene a ripubblicare per intero tutti i suoi articoli in lode di quel ganster-ladrone che fu Yasser Arafat, e chiudere, nel frattempo, quell’imbarazzante rubrichina-premio.
Questa è la finestra che esce ogni settimana nella pagine delle lettere al direttore, cambia solo il nome del giornalista, nel francobollo la foto del destinatario ‘del premio’. Abbiamo scelto l’ultimo in ordine di tempo:
Il premio Igor Man, il riconoscimento dedicato alla memoria del «Vecchio Cronista» che la direzione de La Stampa attribuisce al giornalista che più si è messo in evidenza nel corso della settimana, questa volta va a Paolo Manzo, collaboratore dal Sud America, per il reportage sull’inferno di Potosì, la miniera degli schiavi bambini in Bolivia, dove centinaia di ragazzini di 10-12 anni lavorano per 10 ore in cambio di appena quattro euro al giorno.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore Mario Calabresi direttore@lastampa.it  per invitarlo a prendere in considerazione la chiusura di questo premio, una iniziativa che nessun giornale di prestigio internazionale si sarebbe mai sognato di ospitare.
 

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