Riflessi lenti e riflessi condizionati.
Riflessi lenti e riflessi condizionati. Le inquietanti associazioni di idee dell’alto
rappresentante della politica estera dell’Unione Europea.
Nella foto a sinistra: Catherine Ashton, alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza
dell’Unione Europea.
Sulle prime abbiamo pensato a un lapsus. Quando, nell’evocare la tragedia dei tre bambini assassinati lunedì nella scuola ebraica di Tolosa, l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton ha voluto ricordare “ciò che è accaduto in Norvegia l’anno scorso, ciò che sta accadendo in Siria e ciò che vediamo accadere nella striscia di Gaza”, ci siamo detti che no, certamente l’alto rappresentante dell’Unione Europea non intendeva dire “Gaza”. Senz’altro intendeva dire “Itamar”. Anche lì, giusto un anno fa, tre bambini braccati con spietato accanimento solo perché ebrei erano stati trucidati a sangue freddo con disumana determinazione. Solo uno sventuratissimo lapsus può aver spinto l’alto rappresentante dell’Unione Europea a citare Gaza in quel contesto, col risultato di accomunare in un unico moto di disgusto e di orrore assassini psicopatici, razzisti sanguinari, dittatori che massacrano il proprio popolo senza il minimo scrupolo, e i soldati d’Israele che da decenni combattono i terroristi (per difendere i bambini israeliani) cercando di evitare il più possibile di colpire civili innocenti anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita (come avviene ad esempio tutte le volte che i raid israeliani vengono preannunciati, come nessun altro esercito al mondo farebbe). O forse no. Forse è tutta una questione di riflessi. Innanzitutto il riflesso condizionato di quel genere di persone che – non c’è niente da fare – appena si menzionano degli ebrei vittime di odio anti-ebraico devono immediatamente citare i palestinesi, e dipingerli (falsamente) come vittime degli ebrei. Non è colpa loro, è un automatismo: come la bava alla bocca dei cani di Pavlov. E poi i riflessi lenti, molto lenti: quelli con cui l’alto rappresentante dell’Unione Europea ha lasciato trascorrere un’intera giornata, e un’intera ondata di critiche e deplorazioni da parte di tutto l’arco politico israeliano, prima di far diffondere dal suo portavoce una “ferma condanna” della strage di bambini ebrei a Tolosa, accompagnata dal tentativo di sostenere che le sue parole su Tolosa e Gaza erano state sì pronunciate, ma anche “gravemente distorte” da un’agenzia di stampa. Una rettifica di fronte alla quale, nel nostro piccolo, ci sentiamo di dare un consiglio all’alto rappresentante dell’Unione Europea: se non vuole che le sue parole vengano “gravemente distorte”, in futuro eviti di associare nello stesso pensiero e nella stessa frase due realtà che sono l’una l’opposto dell’altra. Dal canto nostro, come cittadini europei saremmo comunque più sereni se il nostro alto rappresentante alla politica estera dimostrasse di avere riflessi assai più pronti nel “condannare con forza” le stragi intenzionali di bambini, riflessi meno condizionati alla base delle sue inquietanti associazioni di idee, e in generale una bussola morale un po’ meno ignobile.
DA: israele.net
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