Un’istantanea dal futuro stato palestinese.
DA: YnetNews, 23.9.11-israele.net 27-09-2011
Di Shoula Romano Horing
Nel tentativo di capire l’infatuazione e l’ossessione del mondo per lo stato
palestinese, si deve concludere che esso evidentemente coltiva l’illusione che
tale stato contribuirebbe grandemente al benessere e alla pace del mondo intero.
Ma un esame un po’ più attento dei fatti rivela che tale aspettativa costituisce
una pia illusione senza fondamento nella realtà. Per rendersene conto basta
guardare alla natura dell’entità autonoma palestinese in Cisgiordania e nella
striscia di Gaza, creata con l’applicazione degli accordi di Oslo del 1993
grazie ai quali l’Autorità Palestinese detiene da anni il controllo degli affari
interni quotidiani della grande maggioranza del popolo palestinese.
Sulla base di tale esperienza, si può ragionevolmente dedurre che lo stato palestinese
avrà le seguenti caratteristiche.
Terrorismo ed estremismo. Dopo che nel 1999 le Forze di Difesa israeliane se ne andarono dalle città e dai villaggi
palestinesi e l’Autorità Palestinese assunse il controllo della vita civile del
98% della popolazione palestinese residente, i palestinesi lanciarono una guerra
terroristica di un’intensità senza precedenti, mandando attentatori suicidi
all’interno di Israele su base praticamente quotidiana, assassinando più di
mille civili israeliani e ferendone o mutilandone più di cinquemila. Da quando,
poi, nel 2005 tutti i militari e civili israeliani venero ritirati
unilateralmente dall’intera striscia di Gaza, questa è stata trasformata in un
santuario sicuro per i terroristi che hanno lanciato più di seimila ordigni, tra
razzi e obici di mortaio, su città e cittadine israeliane.
Nessuna democrazia. Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e
il consiglio legislativo (parlamento) palestinese sono al potere da due anni a
mandato scaduto, senza che si siano tenute nuove elezioni. Nel frattempo, in
tutti questi anni non è stato ancora istituito alcun sistema giudizio
indipendente degno di questo nome.
Stato assistito. Quella palestinese è
un’economia artificiale tenuta in vita dai generosi sussidi dei donatori esteri.
Gli studi economici mostrano che il 60% del Pil palestinese proviene da
donazioni di Stati Uniti, Europa, Onu e altri soggetti. Il popolo palestinese
riceve l’ammontare di gran lunga più alto al mondo di donazioni pro capite, pari
a una media di 560 dollari al mese per ogni nucleo
famigliare.
Corruzione. La maggior parte delle donazioni finiscono nelle
tasche di burocrati del partito di governo e di alti funzionari governativi
palestinesi, anziché essere destinate alla creazione di una struttura economica
indipendente o perlomeno all’assistenza dei bisognosi.
Manipolazione della storia. L’Autorità Palestinese continua costantemente a travisare la
storia sostenendo e comportandosi come se uno stato arabo palestinese esistesse
prima della nascita di Israele, nel 1948, con Gerusalemme come capitale.
L’Autorità Palestinese inoltre si ostina a negare qualunque legame storico fra
Terra d’Israele ed ebraismo. La realtà, invece, è che non è mai esistito uno
stato arabo o musulmano chiamato “Palestina” nelle terre a ovest del fiume
Giordano, dove anzi non è mai esistito nessuno stato indipendente che non fosse
uno stato ebraico. Non basta. Gerusalemme non è mai stata la capitale di
un’entità sovrana che non fosse ebraica.
Glorificazione della morte e del “martirio”. In Cisgiordania e striscia di Gaza strade, scuole, squadre di
calcio, campi estivi per scolari e persino raccolte di figurine vengono
intitolati e dedicati alla memoria di attentatori suicidi. Spettacoli televisivi
per bambini e libri di testo scolastici esaltano l’odio verso gli ebrei e
celebrano le stragi suicide.
Apartheid e razzismo. Come ha dichiarato lo
scorso 14 settembre il rappresentante palestinese a Washington Maen Areikat
parlando con alcuni giornalisti americani, la futura “Palestina” bandirà dal
proprio territorio ebrei e omosessuali: si tratterebbe del primo stato a
proibire ufficialmente la presenza di ebrei dai tempi della Germania
nazista.
Intransigenza massimalista. Abu Mazen si rifiuta di riconoscere
Israele come stato nazionale del popolo ebraico, e Hamas si rifiuta di
riconoscere l’esistenza tout-court dello stato di Israele. Sia Yasser Arafat che
Abu Mazen hanno respinto almeno due offerte di compromesso israeliane, nel 2000
e nel 2008, che miravano a porre fine al conflitto con la nascita di uno stato
palestinese sulla quasi totalità dei territori contesi e con capitale a
Gerusalemme. Ora Abu Mazen si rifiuta di riprendere i negoziati
diretti.
Spaccature violente. Hamas ha buttato fuori l’Autorità
Palestinese dalla striscia di Gaza nel 2007 con un violento golpe sanguinoso e
da allora ogni tentativo di riunificazione è fallito, mentre entrambe le fazioni
continuano a imprigionare e torturare i sostenitori della parte
avversa.
In effetti,a ben vedere, il mondo dovrebbe fare molta attenzione
prima di appoggiare uno stato palestinese, giacché la speranza che si realizzi
l’idilliaco sogno dello stato palestinese è destinata molto probabilmente a
schiantarsi contro la realtà, proprio come la cosiddetta “primavera araba”.
2 Responses to Un’istantanea dal futuro stato palestinese.
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A ben vedere, in Italia, ci sarebbero almeno tre ” strisce di Gaza ” e una “Cisgiordania”, un pò più a nord.
Una parte dei media e dell’opinione pubblica è però facile all’indignazione e alla mobilitazione pro medio-oriente.
Proporrei che, in concreto, nasca il movimento “free Italy” con a capo Saviano libero !
Per quanto invece riguarda Israele, poi, penso che basterebbe immaginarsi almeno per un giorno, cittadini Israeliani, ovvero di uno stato sovrano perennemente circondato dall’odio Islamico e non solo.
Israele, fra le tante cose, ci insegna anche la Resistenza nel mondo reale…non “nell’isola che non c’è” !!
E quali sarebbero le tre ” strisce di Gaza ” e una “Cisgiordania” in italia?
Il fatto è che, invece di guardare il disastro a casa propria, tutti ce l’hanno con Israele, perchè se a casa tua c’è casino, è colpa d’israele, se a casa sua c’è casino, è colpa d’Israele, se piove pure e se fa caldo peggio ancora…mannaggia….