[b]Un violinista, uno scrittore, un pilota di caccia. Igal Shamir è tutto questo e anche di più. Il suo ultimo romanzo, Il violino di Hitler (Fausto Lupetti editore) dimostra la sua affinata capacità di raccontare le storie cullati dalla melodia delle parole.[/b]

La trama.
In un castello della Nièvre, Hitler, con il suo stato maggiore, assiste a un concerto del valente violinista Gustav Schultz, arruolato come ufficiale nell’esercito tedesco. Alla fine dell’esibizione, il Führer é colto da un violento attacco d’ira, distrugge lo strumento e ordina l’immediata fucilazione del musicista.

L’autore.
Igal Shamir è stato pilota nell’aviazione israeliana, prima di diventare un violinista di fama internazionale.

disponibile dal 11 marzo in tutte le Librerie.

Venezia. Cinquant’anni dopo. Gal Knobel, ex agente segreto israeliano specializzato nella ricerca di criminali nazisti, nonché violinista di fama mondiale, si esibisce in concerto presso il consolato francese. Alla fine del ricevimento, un misterioso cardinale lo incarica di far luce su quell’episodio dimenticato della seconda guerra mondiale, e di scoprire il motivo della collera di Hitler. Un segreto occultato da quattro secoli che affonda le sue radici nella Venezia rinascimentale. Un segreto indicibile e sconvolgente, che potrebbe mettere in dubbio la storia artistica e religiosa dell’intera Europa.

Per scoprire la verità, Gal Knobel deve indagare a rischio della sua stessa vita a Parigi, Venezia, Roma e Ginevra. Incappando in forze oscure e ostili alle sue ricerche persino in Vaticano, mentre una rete di nostalgici nazisti cerca in tutti i modi di occultare il segreto di Hitler per l’eternità.

L’autore.
Igal Shamir è stato pilota nell’aviazione israeliana, prima di diventare un violinista di fama internazionale. Con questo libro racconta una storia palpitante dalla prima all’ultima pagina, mescolando le vicende più oscure e drammatiche del XX secolo al mistero della relazione che legava il grande compositore Monteverdi all’amico e allievo Salomone Rossi.

Abbiamo avuto la fortuna di potergli fare qualche domanda.

1. Il Dan Brown francese?
Sono stati i lettori che mi hanno definito così. Ma io rifiuto la paternità di questo paragone, pur se riconosco che non può che lusingarmi. Confesso di non averci mai pensato, visto che i miei intendimenti erano soprattutto di raccontare, romanzandoli, episodi di rilievo e frammenti della mia vita che mi avevano particolarmente colpito.

2. Che cosa lega il violinista professionista, all’ex pilota di caccia, allo scrittore?
Essere diventato un violinista professionista e aver scritto Il Violino di Hitler non mi ha impedito di aver dedicato i miei vent’anni a servire il mio paese come pilota di caccia. Sono sempre io, di fronte ai miei impegni personali e artistici.

3. Il violino di Hitler in 100 parole…
Nel Violino di Hitler ho voluto indagare sul legame tra un violista tedesco assassinato su ordine di Hitler e un compositore veneziano ucciso a Venezia nel 1630. Ovviamente in qualche modo ho cercato di identificarmi in questi due personaggi e mi sono sentito depositario del loro segreto che svelo nel romanzo. Il primo ghetto, quello creato dai veneziani, è servito da modello per l’intera Europa. L’assassinio di un compositore ebreo nel 1630 sembra anticipare il massacro su scala ben più ampia. Ecco perché Il Violino di Hitler è un romanzo storico e nello stesso tempo attuale.

4. Cosa prova Igal Shamir alla parola Olocausto?
Sono figlio unico di genitori immigrati in Palestina, diventato poi Stato di Israele nel ‘48. Sin da quando avevo 4 anni dicevo di voler diventare un violinista, ma in casa erano fortemente contrari! Il resto della mia famiglia è stato sterminato a Varsavia durante l’ultima guerra. La Shoah per me è la più abominevole delle catastrofi, la più imperdonabile e indelebile nella memoria collettiva e nella mia. Un errore irreparabile nella storia dell’umanità. Anch’io, come molti, mi sento ancora inconsolabile e colmo d’ira.

5. Scrivere per non dimenticare o scrivere per insegnare?
La musica, come del resto la letteratura, hanno una doppia capacità. Da un lato sono in grado di combattere l’oblio e dall’altro rendono consapevoli coloro che ignorano i fatti. Io non sono solo un violinista, la mia arte la insegno. E i miei allievi al conservatorio, come i libri, sono complementari alla mia musica.

Grazie Maestro.

valeriamerlini
Mercoledì 26 Gennaio 2011

http://blog.panorama.it/libri/2011/01/26/un-libro-per-la-giornata-della-memoria-il-violino-di-hitler-di-igal-shamir/[/link]

 

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