Il Canto della terra (Shir al haareez)

Una mostra di [b]Tsibi Geva[/b]

[b]Il Canto della terra (Shir al haareez)
Sangallo Art Station
7 Ottobre – 8 gennaio
Via Fra’ Giovanni Angelico, 5r 50121 Firenze [/b]

Testo di [b]Ugo Volli[/b]. Catalogo Skirà: [i]Tsibi Geva Il Canto della terra (Shir al haareez)[/i]

“La Torah canta da millenni la terra anticamente promessa ai figli di Abramo, fatta intravedere a Mosè come dono di consolazione prima della morte; la cantano i profeti con amore fatto di angoscia e desolazione, e so- prattutto lo fa con gioia spiegata il Cantico dei cantici, dove i corpi degli amanti sono paragonati a gazzelle e a vigne e cerbiatti e gigli; e dunque le vite che animano la terra sono desiderabili come si ama il corpo in cui ci si perde e si esplora, dando e ricevendo piacere. Canta allo stesso modo la terra Tsibi Geva; la canta nella sua varietà cosmica, ma soprattutto nella sua dimensione individuale, nel suo essere quella terra segnata dalla storia e dalla teologia ma individualmente percorsa, conosciuta, lavorata con le mani dall’artista a partire dalla sua infanzia in un kibbutz. Ma come può un pittore cantare? I quadri di Tsibi Geva lo mostrano bene, ponendosi nel loro punto d’equilibrio fra immagine e astrazione. L’immagine è concreta, esibisce sempre un qui e ora, ma- gari immaginario e irrealistico, ma sempre cucito a un luogo, cioè a una terra, a un tempo fisico e cronologico. L’astrazione può essere concettuale, ma più spesso e meglio nel caso della pittura l’astrazione è ritmica, musicale. Le linee di Tsibi possono pensare; le sue linee certamente pensano, ma più facilmente danzano una danza si- lenziosa e quasi impercettibile, mettono in opera tensioni e vibrazioni, compongono un canto sinesteticamente trasformato in linee, spesso trattenuto, mormorato, austero per economia di forme e pudore di colori.”

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