[b]Nelle foto in alto: lavori di restauro (e distruzione) ad opera delle autorità islamiche sul Monte del Tempio a Gerusalemme; i bulldozer ammucchiano a caso antiche pietre e manufatti.

(Da: Ha’aretz, 22.07.10 – israele.net 20-08-2010)

Di Uzi Silber. [/b]

Coloro (come www.camera.org) che si dedicano a sorvegliare diligentemente i mass-media hanno documentato la copertura cronicamente ostile verso Israele nel suo conflitto con i vicini arabi da parte della BBC

Coloro (come www.camera.org) che si dedicano a sorvegliare diligentemente i mass-media hanno documentato la copertura cronicamente ostile verso Israele nel suo conflitto con i vicini arabi da parte della BBC. Io stesso sono quotidianamente esposto a questo fuoco di fila tendenzioso quando, mentre vado al lavoro, mi sintonizzo malvolentieri: dopo tutto, la BBC trasmette molte altre cose interessanti per chi è intellettualmente curioso, evidentemente quando non hanno a che fare col conflitto in Medio Oriente.
Eppure, anche fra i servizi bendisposti ve ne sono di quelli che, sebbene non intenzionalmente ostili verso gli ebrei o Israele, sono tuttavia potenzialmente nocivi agli interessi ebraici non per quello che riferiscono, ma per quello che tacciono.
Recentemente la BBC ha presentato proprio uno di questi servizi, dedicato al recupero, digitalizzazione e messa on-line del cosiddetto Codex Sinaiticus, definito in apertura come “la Bibbia più antica del mondo”.
L’argomento, di evidente interesse per i cristiani, è affascinante per qualunque appassionato dello studio delle Scritture, e così ho alzato il volume dell’autoradio.
La trasmissione era veramente illuminante, e mi sono ritrovato a riflettere sulle sue implicazioni per la tradizione ebraica. Ma la parte che non era detta era quella veramente assordante.
Ecco il succo del segmento: il Codex è una Bibbia rilegata vecchia di sedici secoli, riposta per molti secoli nel Monastero di Santa Caterina sul monte Sinai. Contiene l’intera Bibbia cristiana, comprendente la traduzione in greco del Tanakh (la Bibbia ebraica), gli Apocrypha (i libri rimasti fuori dal Tanakh), i Vangeli e altre scritture cristiane.
Il manoscritto affascina gli storici della Bibbia per molte ragioni, ma quello che mi ha incuriosito più di tutto sono i suoi strati sovrapposti e gli ottocento anni di correzioni, cambiamenti, modifiche, cancellature e riscritture fatte al monastero su ciascuna delle sue pagine, che riflettono l’evoluzione del dogma cristiano dal tardo periodo romano fino all’epoca medioevale.
Ben presto ho intravisto dei paralleli tra il secolare sviluppo del Codex da parte dei monaci e la creazione del Talmud e dei suoi commentari da parte degli sapienti rabbini. Forse non è una coincidenza, considerando che i monaci del Sinai e i rabbini della Galilea vissero nella stessa epoca e in luoghi relativamente vicini.
Gli studi laici della Bibbia dimostrano che anche la versione “ufficiale” del Tanakh si è evoluta con un processo di editing durato circa dal 1000 a.e.v al 150 a.e.v.
Tuttavia ho trovato il servizio della BBC istruttivo ma anche altrettanto fastidioso, per via delle sue omissioni cruciali capaci di fuorviare milioni di radio ascoltatori.
Il sito web della BBC descrive il Codex come “la Bibbia più antica del mondo”. Ma non lo è. è vero che la trasmissione stessa lo definiva “la più antica Bibbia rilegata sopravvissuta” fino a noi, ma la sottile precisazione può facilmente sfuggire all’audience mondiale del programma.
Per la precisione, i più vecchi libri della Bibbia sono stati trovati tra i Rotoli del Mar Morto e precedono il Codex di sei secoli.
In secondo luogo, gli ascoltatori potrebbero facilmente essere indotti a pensare che la Bibbia sia stata originariamente scritta in greco milleseicento anni fa. Considerando che l’ebraico non è stato nominato nemmeno una volta in tutto il servizio, gli ascoltatori non vengono informati che la Bibbia venne innanzitutto composta in ebraico circa tremila anni fa.
Benché fuorvianti, queste omissioni da parte della BBC è molto improbabile che siano intenzionali, almeno in questo caso. Ma nelle mani dei nemici di Israele, l’omissione e il conseguente disconoscimento sono armi potenti che vengono utilizzate per recidere agli occhi del mondo i legami tra il popolo ebraico e il suo patrimonio storico.
Omissione storica e negazionismo sono specialità del leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), la cui dissertazione di dottorato del 1982 sposa punti di vista identici a quelli di Mahmoud Ahmadinejad, il presidente dell’Iran che nega la Shoà.
Abu Mazen, generalmente considerato un “moderato”, ha ottenuto il dottorato al Moscow Oriental College sostenendo, tra molte altre cose, che non ci sono stati sei milioni di persone assassinate nell’Olocausto e che non furono usate le camere a gas per sterminarle.
Allo stesso modo, Yasser Arafat, il mentore di Abu Mazen, negava senza mezzi termini che sia mai esistito l’antico Tempio Ebraico, oggi sepolto sotto la cupola dorata della Moschea della Roccia a Gerusalemme.
Omissione e negazione hanno permesso alle autorità religiose islamiche sul Monte del Tempio (il Monte Moriah della Bibbia ebraica) di calpestarvi le vestigia della presenza ebraica che precedeva la conquista musulmana di quattordici secoli.
Durante recenti lavori di restauro dentro e intorno alla famosa Moschea dalla cupola dorata, i bulldozer hanno spalato senza ritegno attraverso profondi strati di antichi manufatti ebraici sepolti antecedentemente, buttandoli a casaccio fuori dalle mura della città a formare mucchi di immondizia. Il danno arrecato in questo modo alla documentazione storica ebraica è un delitto irreparabile.
L’aperta demonizzazione di Israele si può individuare abbastanza facilmente; più insidiosa è l’omissione storica, intenzionale o fortuita, che sia per opera dei corrispondenti della BBC o di veri e propri nemici di Israele. Se non contrastata, finirà per cacciare gli ebrei dal Monte Moriah giù per il scivoloso pendio che porta alla sottostante Geenna, la biblica valle dell’inferno.

(Da: Ha’aretz, 22.07.10 – israele.net 20-08-2010)

 

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