One Response to Manifestazione pro Israele a Tel Aviv
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A proposito degli ultimi accadimenti, quel che davvero è sconcertante, piuttosto che certa spicciola o strumentalizzata cronaca, è la verticale ignoranza delle vicende storiche, quelle nude e crude degli eventi per quel che sono, di come sia stato che li si è fatti accadere e come si è manovrato affinché in un certo qual modo venissero acquisiti. Dopo l’assassinio di Rabin, il suo sostituto, Shimon Peres, scelse di adempiere integralmente al programma politico del suo predecessore: fermezza totale contro il terrorismo ed apertura diplomatica a tutto campo. La destra, accusata dell’essere sporca di sangue, iniziò a perdere sempre più consensi e il Labour ad apparire come candidato meglio preferito da parte sondaggi, tanto da poter giocare la carta delle elezioni anticipate, quelle del maggio 1996. Il 25 febbraio, però, a soli dieci giorni dall’annuncio, inizia la campagna terroristica conosciuta come Gerusalemme 18, che colpisce autobus cittadini e soldati autostoppisti. Nell’aprile dello stesso anno, durante l’operazione Uva dell’Ira, conseguente ai bombardamenti da parte di Hezbollah, l’artiglieria israeliana centra in pieno la base ONU presso Qana, uccidendo 106 civili e dando luogo al più imbarazzante incidente militare e diplomatico cui abbiano dovuto far fronte Tsahal ed il governo israeliano. A tale proposito, in seguito, il vicecapo di Stato maggiore Matan Vilnai, tenterà di giustificarsi attraverso errori di cartografia ed informazioni inesatte, ma ormai, con la frittata già fatta, alle elezioni di maggio la destra di Netanyahu vincerà con un esiguo margine di maggioranza. Ora, io no so nulla di come possa funzionare un servizio di intelligence, ma so che operando opportunamente è possibile manovrare qualsiasi iniziativa, agendo in favore di quella o per il suo contrario. Non conosco nulla di Tsahal o Sayeret Matkal o Golani o Givati o dei vari livelli e tipologie di addestramento, ma so che la Turchia è uno dei tanti, validi partner commerciali di Israele. So che la chiusura del confine coi Territori Occupati ha comportato una perdita secca di occupazione per i lavoratori che abitualmente transitavano dalla Striscia di Gaza e Gerusalemme Est, ora sostituiti da romeni e cinesi e filippini e quant’altro. Per il resto, realizzo questo prodotto opinabile agendo tanto sulla scorta della buona fiducia e della possibilità che nulla sia escludibile quanto, soprattutto, sulla personale certezza che nessun israeliano, quanto meno alcun ebreo, sarebbe mai capace di un solo singolo hilul HaShem.