Gaffe sulla Shoah: gli ebrei di Milano si infuriano e bocciano i finiani
[b]Il Giornale[/b]
di [b]Alberto Giannoni[/b]
[b]Milano[/b] – Parte con una gaffe l’operazione-radicamento territoriale di [b]«Generazione Italia»[/b], la corrente di Gianfranco Fini. Il caso scoppia a Milano, dove una sparata sull’immigrazione, uscita dall’aria finiana, fa infuriare la comunità ebraica, innescando poi un giallo sull’organizzazione interna del gruppo, già piuttosto in affanno.
Tutto nasce con l’intervento firmato «Generazione Italia circolo di Milano», che a proposito delle politiche governative sull’immigrazione, e del permesso di soggiorno a punti in particolare, accusa: «Il nostro Paese è retrocesso a 70 anni fa, quando governanti senza scrupoli mantenevano il loro potere facendo leva su razzismo e pregiudizi». Un giudizio tanto pesante che neanche la sinistra più antagonista se lo sarebbe mai sognato. La cosa non sfugge alla comunità ebraica milanese. Passano poche ore e il portavoce del tempio Beth Shlomo, che ha sede nella galleria Vittorio Emanuele ed è erede della sinagoga di Ferramonti, fondata in un campo di internamento durante il fascismo, reagisce: «Sommessamente – dichiara [b]Davide Romano[/b] – sottolineo come paragoni tra le cosiddette leggi razziali prodotte dal fascismo e le leggi sull’immigrazione attuali – la cui critica è legittima, sia chiaro – siano quantomeno impropri». «Paragonare il fascismo alla situazione attuale – aggiunge – non solo è eccessivo e fuorviante, ma rischia di banalizzare quella tragica esperienza». Dopo un augurio a Generazione Italia «per un’attività lunga e proficua», i dirigenti del tempio auspicano «che aiuti il Paese a ragionare, pesando le parole. Fin dall’inizio». Nessuna ostilità per i finiani, dunque, lo stesso portavoce della sinagoga due anni fa come segretario generale dell’associazione «Amici di Israele» ha conferito al presidente della Camera un premio di «amicizia».
Ma Generazione Italia deve correre ai ripari. Il coordinatore regionale, Giuseppe Valditara, tuona: il «fantomatico circolo milanese di Generazione Italia» – dice – «non ha alcuna legittimazione ufficiale». «Si tratta di qualche cialtrone o provocatore». E allude a «qualcuno che vuol mettere zizzania». Valditara ribadisce che il permesso di soggiorno a punti è «sacrosanto». Il responsabile organizzativo dell’associazione, Fabio Mastroberardino si sofferma sul giallo: i circoli di Generazione Italia – spiega – sono «in una fase di spontaneismo». Oggi in effetti «chiunque può aprire un circolo, bastano 10 amici con la tessera, ma non tutti avranno la ratifica da Roma». E infine garantisce: «Quando ci sarà una linea politica più precisa dettata dalla dirigenza tutto sarà più… controllato, diciamo così».
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