I terroristi di Hamas usarono bambini palestinesi come scudi umani e posizionarono i loro centri di commando e le postazioni di lancio di razzi Qassam dentro e attorno a più di cento moschee e ospedali, durante la campagna anti-Hamas condotta dalle Forze di Difesa israeliane nella striscia di Gaza nel gennaio 2009.

È quanto emerge da un dettagliato rapporto di 500 pagine diffuso il mese scorso dall’Intelligence and Terrorism Information Center (Malam), il piccolo centro di ricerca guidato dal colonnello Reuven Erlich, un ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana che opera tuttora a stretto contatto con le forze armate. Le Forze di Difesa israeliane e i servizi di sicurezza (Shin Bet) hanno cooperato con gli autori del rapporto declassificando centinaia di fotografie, filmati, verbali d’interrogatorio e schemi di battaglia approntati da Hamas che contraddicono le accuse lanciate contro Israele dal rapporto Goldstone sponsorizzato dalle Nazioni Unite.
Le ricerche per redigere il rapporto Malam hanno preso avvio subito dopo che, lo scorso settembre, l’ex giudice Richard Goldstone aveva pubblicato il suo rapporto che condanna Israele per presunti crimini commessi nella striscia di Gaza.
Un esempio del materiale rivelato dal rapporto Malam è uno schema finora non declassificato del villaggio di Beit Lahiya (striscia di Gaza settentrionale), scoperto dai soldati israeliani durante le operazioni, nel quale viene indicato in dettaglio il posizionamento di cecchini e ordigni esplosivi all’interno e a ridosso di abitazioni civili. Lo schema venne scoperto nella casa di un operativo di Hamas insieme a diversi ordigni artigianali e mitra Kalashnikov.
“Il rapporto Goldstone – dice Erlich – è unilaterale, prevenuto, discriminatorio e ingannevole giacché non fa che accettare per buona la versione di Hamas, e presenta tutto attraverso gli occhi di Hamas”.
Il rapporto Malam riporta fra l’altro l’analisi di un altro schema, trovato durante la campagna anti-terrorismo nel quartiere Atatra nella parte nord della città di Gaza, che secondo Erlich dimostra la responsabilità di Hamas per i morti e le distruzioni che ne sono derivate. “Piazzando tutte le sue armi a ridosso delle case, operando da abitazioni, moschee e ospedali, sparando razzi dalle adiacenze delle scuole e usando scudi umani – spiega Erlich – Hamas si è resa responsabile delle vittime civili durante le operazioni”.
Gli autori del rapporto Goldstone affermano di “non aver trovato prove che i combattenti palestinesi si siano mescolati alla popolazione civile con l’intenzione di farsene scudo contro agli attacchi”. Il rapporto Malam riporta invece dei filmati declassificati che mostrano come Hamas abbia usato civili come scudi umani e abbia piazzato armi e centri di comando all’interno delle abitazioni civili. In una casa, i soldati israeliani hanno trovato un appunto scritto in arabo dove si legge: “Siamo i vostri fratelli, combattenti in questa guerra santa, e abbiamo usato la vostra casa e alcune delle vostre proprietà. Siamo spiacenti”. Questa nota, dice il rapporto Malam, è una chiara indicazione di come Hamas abbia preso possesso di case civili per usarle nell’attaccare le forze israeliane. Da un verbale d’interrogatorio finora inedito di un operativo di Hamas emerge che una cellula di Hamas trasportò dei razzi nel retro di un furgone nel quale sedevano anche dei bambini. In altri casi, ha raccontato l’operativo di Hamas, i combattenti di Hamas si sono travestiti da donne con bambini in braccio per non essere presi di mira dai soldati israeliani.
Le informazioni di intelligence sono corroborate da vari filmati, tra i quali un video appena declassificato, girato dalle forze aeree israeliane il 6 gennaio 2009, in cui si vede un terrorista che spara verso i soldati dal tetto di un edificio. Dopo aver scorto il velivolo israeliano, il terrorista raggiunge l’ingresso dell’edificio e chiede ai civili nelle vicinanze di aiutarlo a scappare. Pochi momenti dopo arriva all’ingresso un gruppo di bambini e il terrorista si allontano con loro, indisturbato.
Un altro video, girato il 13 gennaio, mostra un importante terrorista di Hamas individuato da un velivolo israeliano mentre cammina per suo conto lungo una strada. Dopo aver scorto il velivolo, il terrorista corre verso una donna anziana che camminava lungo la stressa strada, e prosegue camminandole accanto indisturbato. Più tardi, le Forze di Difesa israeliane scoprirono che la “donna anziana” era in realtà un operativo di Hamas camuffato.
Il rapporto Malam contesta anche l’affermazione del rapporto Goldstone secondo cui “non si è trovata nessuna prova che membri dei gruppi armati palestinesi abbiano ingaggiato combattimenti in abiti civili” e di conseguenza “non si è riscontrata violazione dell’obbligo di non mettere in pericolo la popolazione civile sotto questo aspetto”. Il rapporto Malam ribatte con un certo numero di interviste a ufficiali delle Forze di Difesa israeliane che testimoniano come al contrario la grande maggioranza dei combattenti di Hamas indossasse abiti civili, e con filmati della stessa Hamas che mostrano i combattenti, durante la campagna israeliana, con addosso abiti civili mentre sparano obici di mortaio e granate RPG contro le truppe israeliane.
Il rapporto Malam dedica un intero capitolo all’uso delle moschee fatto da Hamas, rivelando informazioni di intelligence secondo cui Hamas ha utilizzato quasi 100 moschee all’interno della striscia di Gaza per combattere i soldati israeliani. “Hamas ha fatto uso sistematico delle moschee nel quadro della propria dottrina di combattimento” afferma il rapporto Malam, laddove il rapporto Goldstone sosteneva di non poter formulare un giudizio definitivo su questa questione. Il rapporto Malam riporta numerosi filmati e fotografie di decine di moschee usate da Hamas come magazzini di armi e centri di comando, o i cui terreni vennero usati per lanciare razzi su Israele.
Il rapporto documenta anche l’uso degli ospedali fatto da Hamas durante la campagna israeliana, fornendo prove che Hamas faceva fuoco dalle loro adiacenze e che nascose armi e capi terroristi all’interno di almeno otto ospedali della striscia di Gaza.
Un intero capitolo del rapporto Malam è dedicato a dimostrare che le forze di polizia e sicurezza interna di Hamas erano direttamente coinvolte in attività terroristiche/paramilitari e che dunque non si trattava, come sostiene il rapporto Goldstone, di entità civili il cui unico compito era quello di far rispettare legge e ordine.
A differenza del rapporto cui le Forze di Difesa israeliane stanno lavorando, e che dovrebbe essere pronto fra qualche mese, incentrato sulle operazioni condotte dalle forze israeliane, il rapporto Malam si concentra su Hamas, sulle sue tattiche di combattimento e sul modo in cui opera all’interno dei centri urbani densamente popolati di Gaza, e sugli eventi che hanno condotto all’operazione israeliana anti-Hamas lanciata alla fine di dicembre 2008: aspetti, secondo il rapporto Malam, del tutto trascurati dal rapporto Goldstone.
Il rapporto Malam indica infatti almeno quattro lacune fondamentali del rapporto Golstone: 1) non si occupa della natura di Hamas, cioè dei suoi aspetti terroristici e della sua ideologia; 2) minimizza la gravità degli attentati terroristici contro Israele concentrandosi sul lancio di razzi nei sei mesi precedenti l’operazione israeliana e dedicando ben poco spazio ai lanci di razzi e obici di mortaio protrattisi ininterrottamente dal 2001; 3) pur dedicando ampio spazio ad aspetti storici del conflitto israelo-palestinese, non si occupa dello sviluppo miliare di Hamas nella striscia di Gaza nel corso dell’intero anno che ha preceduto l’operazione israeliana; 4) infine ignora il ruolo svolto da Iran e Siria, con il loro aiuto a Hamas e le forniture ad essa di armi ed esplosivi.

(Da: Jerusalem Post, 15.3.10)

israele.net

 

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