Emanuele Pacifici – figlio di Rav Riccardo, il rabbino capo di Genova perito con gran parte della sua famiglia ad Auschwitz – ha dedicato tutta l’esistenza alla ricerca dei Giusti, cioè di coloro che, a rischio della propria vita, ne salvarono molte fra quelle destinate alla deportazione e alla morte nei campi di sterminio. Queste pagine, che sono l’ideale prosieguo della sua autobiografia, presentano figure di uomini e donne che con limpido coraggio si fecero prossimo anche nel pericolo e nella più terribile sventura. A partire dalle indimenticabili Suore di Santa Marta, che nascosero nel convento di Fiesole Emanuele e il fratellino, furono molti quelli che, preti di campagna, madri di famiglia, militari, infermieri e medici, e persino il giovane papa Wojtyla, con slancio generoso non rinunciarono alla speranza, ma la tradussero nei fatti, la costruirono nel rispetto della vita, rispetto che si deve anche a un diverso credo, a differenti destini.

"La fede nella giustizia porta dritto al cuore stesso della Creazione, a quel seme di bontà, presente in ogni cosa, che è l’impronta stessa di Dio e che nessun male, nessuna tragedia, può darci l’alibi di non far sbocciare".

Ugo G. Pacifici Noja, avvocato e dottore di ricerca in Storia Sociale
nell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi.
Silvia Pacifici Noja Maiocchi, poetessa, è cofondatrice con Elena
Lea Bartolini De Angeli e con il marito, Ugo G. Pacifici Noja, della
prima chavurah italiana, Nevé Or, Oasi di Luce.

Il libro è edito da Effatà Editrice.

 

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