Arte e cultura degli ebrei di Libia al Museo ebraico della Capitale
[b]Roma –
Lucilla Efrati[/b]
Un prezioso abito da sposa e una cintura d’argento per disegnare il giro vita, bracciali e cavigliere, foto d’epoca e la fascia di Miss Maccabi 1949, oggetti che raccontano la storia di un Paese, le sue usanze, le persone che vi hanno vissuto. Martedi 8 dicembre alle ore 10.30, il Museo Ebraico di Roma, in Lungotevere Cenci, celebrerà la Libia ebraica e i suoi gioielli inaugurando una sala dedicata alla storia degli ebrei di Libia, con una conferenza di Elena Schenone Alberini autrice di “Libyan Jewelleryâ€.
“Apriamo una sala libica perché gli ebrei di Libia sono da molti anni ormai, una parte importante della Comunità Ebraica di Roma e quindi nel Museo Ebraico di Roma deve esserci una parte dedicata agli ebrei di Libiaâ€, spiega Daniela Di Castro, direttore del Museo, “Il nostro è un museo di piccole dimensioni, nel quale stipiamo 22 secoli di Storia dell’ebraismo a Roma, di conseguenza anche la parte libica è piccolissima. Io ritengo tuttavia che un museo non sia importante solo per la quantità degli oggetti esposti ma anche per quello che suscita attraverso gli oggettiâ€.
Per l’apertura di questa sala vi è una grande aspettativa. “Negli anni dopo il ‘67 queste persone cacciate dalla Libia hanno dovuto ricostruire la propria esistenza, stringere i denti e andare avanti. E’ a distanza di una generazione, forse quando è ora di raccontare ai nipoti, che le persone fanno i conti con il proprio passato. E, non a caso ultimamente abbiamo avuto un fiorire di informazioni che riguardano gli ebrei di Libiaâ€, spiega ancora la Di Castro.
La realizzazione della sesta sala, dedicata alla storia degli ebrei di Libia è stata possibile grazie ai fondi dell’8 per mille dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e alla legge 175, attraverso la quale sono state comprate le vetrine a tenuta, con luci delicate che non fanno male a tessuti e pergamene, (accorgimenti che consentono una lunga vita agli oggetti) e alla donazione di due privati, Walter e Jack Arbib.
Fra gli oggetti esposti nella sala che sarà inaugurata nelle prossime ore l’esemplare di un tradizionale abito da sposa donato da Wiki Hassan, alla cui vita è stata posta una cintura d’argento risalente alla prima metà del ventesimo secolo, donata da Yoram, Giorgio e Marina Ortona che hanno donato anche il ritratto della nonna Fortuna Forti e quello della mamma Doris Journo, Miss Maccabi 1949, insieme alla fascia di Miss. La famiglia Ortona ha donato anche un ‘aqd dibluni (una particolare collana araba) e una copia del Corriere di Tripoli di cui Marcello, papà dei tre fratelli Ortona, era direttore e la sua tessera di identità .
Fra gli oggetti religiosi vi sono argaz, la tradizionale copertura per il sefer in legno, dei rimonim e un copri argaz in velluto rosso e argento donati dal Bet El oltre a una particolarissima mezuzà fatta da David Fadlun che in Libia faceva l’argentiere. Si tratta di un oggetto realizzato con una fialetta di vetro di medicinale incapsulato in una saldatura di ferro che serviva a rendere stagna la mezuzà in modo che la pergamena non si sciupasse con il vento del deserto.
Lucilla Efrati
Fonte: http://moked.it/blog/qui-milano-lambrogino-2009-ai-giovani-ebrei-italiani/[/link]
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