[b]Sul FOGLIO di oggi, 24/07/2009, a pag.3, un articolo che riprende la polemica con la Federazione internazionale della Stampa e l'espulsione dalla medesima di Israele. Dalla parte italiana, cambiando gli attori (Serventi Longhi), cambia la posizione. Ci pare un buon risultato. se il merito va a Lorenzo Del Boca, il presidente dell'Ordine dei giornalisti italiani, gliene rendiamo volentieri merito. Però, che certe notizie compaiano solo e sempre unicamente sul FOGLIO, e nemmeno una riga su tutti gli altri, è pazzesco. Ecco la cronaca dell'incontro con i giornalisti italiani.
[/b]

[b]Lorenzo Del Boca[/b]

Fonte:

Roma. Dopo quasi un’ora di discussione amichevole in tre lingue (italiano, ebraico e inglese), il presidente dell’Ordine dei giornalisti italiano, Lorenzo Del Boca, ha presentato ai suoi ospiti venuti da Israele la coppa dell’amicizia.

“E’ una coppa particolare dove si aggiunge al cognac un po’ di caffè, e tutti bevono uno dopo l’altro dalla stessa coppa. C’è chi dice che così i partecipanti si passano i batteri, altri sostengono che l’alcol ha già ammazzato tutti i batteri, ma una cosa è certa. Bevendo così l’amicizia esiste”. E’ stato questo il messaggio che l’Ordine ha voluto lanciare ai colleghi provenienti da Tel Aviv e da Gerusalemme, invitati dopo che la Federazione internazionale dei giornalisti ha espulso i colleghi israeliani, celando dietro ragioni economiche varie forme di discriminazione. “Ho pensato che fosse utile incontrarsi subito e non rimandare l’incontro a settembre o Natale – ha detto Del Boca – Mi sembra che, se ci sono divergenze organizzative nella Federazione internazionale dei giornalisti (Fig), sia necessario affrontarle, non certo boicottare un paese come Israele. E quindi, anche simbolicamente, trovo importante il fatto che siate venuti a Roma per discuterne”. I cinque rappresentanti della Federazione israeliana sono rimasti a bocca aperta. “Non siamo abituati a trovare amici e sostegno fuori Israele. Siamo abituati a sentirci isolati, non nutriamo aspettative – ha spiegato Arik Bachar il, segretario generale dell’Israel Press Council – Apprezziamo molto questa amicizia. Colgo l’occasione per invitare il presidente Del Boca e l’Ordine italiano alla nostra conferenza annuale a Eylat, dove saranno presenti giornalisti da tutto il mondo”. Poi si è passati alla sostanza. Del Boca ha chiesto chi di loro rappresentasse Israele nel board della Fig e gli ospiti hanno spiegato che non c’è alcun rappresentante. “Al contrario di quel che sostiene Aidan White, segretario della Fig, secondo cui il motivo Federaziodella nostra espulsione è economica, cioè non paghiamo le quote, è chiaro che il motivo vero è politico”, ha detto Haim Shibi della Federazione dei giornalisti israeliani. La questione delle quote era già stata risolta: il sindacato israeliano pagherà diecimila euro per le quote precedenti e 2.500 euro ogni anno, una cifra superiore a quella che pagano i paesi vicini in medio oriente. “Volevamo gli stessi diritti degli altri e un rappresentante nel board – ha continuato Shibi – Ma White aveva un piano diverso. Non ci hanno invitato agli incontri di Varna e Bruxelles e agli ultimi appuntamenti internazionali gli israeliani erano esclusi da ogni contatto con gli altri. Una vera discriminazione”. Yossi Bar Moha, direttore generale della sede della Federazione di Tel Aviv, ha detto: “Io sono un ebreo arabo e israeliano. Sono nato in Marocco. E’ nostro interesse far parte della Fig e collaborare con il mondo arabo. White è sempre stato indifferente alle nostre iniziative di dialogo con giornalisti nei paesi che non hanno rapporti con Israele”. Sembra che la comunicazione con White non sia un problema soltanto di Israele. “White è concentrato a raccogliere quote senza neppure prendere in considerazione la situazione dei giornalisti in ogni singolo paese”, ha detto Franco Po, responsabile dei rapporti internazionali con i giornalisti all’estero. Del Boca ha aggiunto: “Eravamo a Montevideo. White insisteva sul fatto che il sindacato locale dovesse pagare. Io gli ho detto che in Sud America ci sono paesi dove la gente non ha da mangiare. Dobbiamo noi garantire che i giornalisti continuino a lavorare e sostenerli, non pressarli con le quote. Io con lui difficilmente troverò un accordo. E’ meglio creare un’altra Federazione internazionale”, ha concluso. Gli israeliani felici hanno suggerito: “La base potrebbe essere proprio nel Mediterraneo”. Del Boca ha aggiunto: “Non sarà immediato ma dobbiamo lavorarci sopra”. Prossimo appuntamento a Eilat.

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.