[b]L'Italia non parteciperà a Durban II

FONTE: INFORMAZIONE CORRETTA

Testata:Il Giornale – Corriere della Sera – il Foglio – Il Manifesto
Autore: Fiamma Nirenstein – Maurizio Caprara – Pierluigi Battista – Alberto D'Argenzio – Michelangelo Cocco
Titolo: «Razzismo No dell’Italia a Durban 2 – Durban2, 'bozza antisemita' L'Italia ritira la delegazione – Una questione di principio – L’Italia non andrà a Durban II, bene – E il centrosinistra si divide tra sì e qualche riserva – Fuga dal summit Tel Aviv canta v»
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[b]Quanto l'informazione italiana sia interessata al problema dell'antisemitismo lo valutiamo dalle prime pagine dei quotidiani di oggi. Tranne il Corriere della Sera, che dedica l'editoriale in prima ed il richiamo alle prime due pagine interne, ed il richiamo dell'analisi di Fiamma Nirenstein nelle pagine interne del Giornale,quasi tutti gli altri ritengono la coraggiosa presa di posizione del governo italiano contro il razzismo antisemita dell'Onu una questione poco rilevante.

Anche lo stop alla visita in Iran del ministro Frattini viene sottovalutato, mentre è un segnale importante anche in direzione dell'Unione europea. Come interpretare questo atteggiamento? L'ha spiegato chiaramente Fareed Zakaria l'altro giorno, il miglior modo per arrivare ad un accordo con il nemico è arrendersi. L'Italia, che va in controtendenza, non fa notizia.[/b]

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 06/03/2009, l'analisi " Razzismo No dell’Italia a Durban 2 " di Fiamma Nirenstein a pag. 15, dal CORRIERE della SERA l'editoriale " Una questione di principio " di Pierluigi Battista ,la cronaca " Durban2, 'bozza antisemita' L'Italia ritira la delegazione " di Maurizio Caprara a pag. 2 e dal FOGLIO l'editoriale " L’Italia non andrà a Durban II, bene" a pag. 3 e una breve dal MANIFESTO.
Riportiamo, inoltre, dal CORRIERE della SERA la cronaca " E il centrosinistra si divide tra sì e qualche riserva " di Maurizio Caprara a pag. 3 sulle dichiarazioni di Piero Fassino il quale, pur sostenendo che la decisione di disertare Durban II dovesse essere presa dopo averne discusso in Parlamento, ritiene che la bozza contenga gravi affermazioni antisemite.
Ecco gli articoli, preceduti da uno stralcio della bozza della conferenza:

[b]La bozza contestata [/b]

La politica di Israele nei territori palestinesi rappresenta una violazione dei diritti umani, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid (…) Esprimiamo preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato (…) Israele minaccia la pace internazionale e la sicurezza

Il GIORNALE – Fiamma Nirenstein : " Razzismo, No dell’Italia a Durban 2 "

L’Italia non andrà alla infame conferenza detta Durban 2 cosiddetta «contro il razzismo». L’ha annunciato ieri il ministro Franco Frattini alla ministra israeliana Tzipi Livni ed è una notizia che farà da battistrada al resto di Europa, da dove, timidamente (dalla Francia, dall’Olanda) nei giorni scorsi, già si levavano voci di sdegno per l’antisemitismo plateale del documento preparatorio. Stati Uniti, Canada e Israele erano per ora i soli che avevano avuto il coraggio di dire “no” a un documento di linee programmatiche ispirato dai paesi islamici, specie dalla Libia e dall’Iran, presidente e vicepresidente nel lavoro preparatorio, che di nuovo inchiodava Israele all’antico slogan del 1975 che fu risoluzione dell’Onu poi cancellata: sionismo eguale razzismo.
La conferenza che si terrà a Ginevra su iniziativa dell’Onu a metà aprile porta ancora invece quell’indelebile marchio di antisemitismo e antiamericanismo che nei giorni della prima conferenza, tenutasi a Durban all’inizio del settembre 2001, fu la rivelazione ideologica dell’odio che portò subito dopo all’11 settembre.
A Durban i delegati di tutti i Paesi del mondo convennero al Palazzo dei Congressi per ascoltare le invettive di Mugabe, di Arafat, di Fidel Castro; le Ong marciavano in cortei che brandivano l’immagine di Bin Laden e dichiaravano Israele «Stato razzista» e «Stato di apartheid». Fu una apocalisse demonizzante che ha lasciato pesanti segni sulla struttura dell’antisemitismo contemporaneo, che segnando con marchio di criminalizzazione morale Israele e gli ebrei, li rende indegni di vivere, proprio come vorrebbe l’Iran odierno. La preparazione di Durban 2 ha fatto da filo conduttore alla propaganda jihaidista di questi anni.
L’Italia ha preso la sua decisione, che dimostra che il linguaggio politico internazionale quando è dissennato, quando è pregno di eco jihadiste, quando fa da cassa di risonanza alla politica dell’odio non trova un consenso mondiale automatico. L’Italia, con il coraggio del primo pioniere europeo, stabilisce qui i limiti del discorso politico decente e ammissibile, e quello antisemita non vi rientra.

CORRIERE della SERA – Pierluigi Battista : " Una questione di principio "

Dunque l'Italia non parteciperà alla «Durban due», la conferenza «sul razzismo» patrocinata dall'Onu destinata, stando alle bozze preparatorie del meeting, a replicare la lugubre kermesse antisemita inscenata a Durban, Sudafrica, alla vigilia dell' 11 settembre 2001. Il governo italiano, affiancandosi agli Stati Uniti di Obama e al Canada, non assisterà al paradossale spettacolo del linciaggio che, purtroppo sotto l'egida delle Nazioni Unite, un pugno di Paesi all'avanguardia nella cancellazione dei diritti umani fondamentali allestirà contro Israele. Il canovaccio era già pronto, pressoché identico a quello di otto anni fa. Forse nessuno inalbererà cartelli con il ritratto di Bin Laden, come pure accadde nella bolgia «antisionista » di Durban pochi giorni prima dell'attacco alle Torri Gemelle. Ma come escludere che risuoneranno dalla tribuna di Ginevra le trombe del nuovo credo negazionista amplificate, nella cornice stravolta di un incontro convocato all'insegna dell'antirazzismo, dall'Iran di Ahmadinejad?
La decisione comunicata dal ministro Frattini impedisce che l'Italia contribuisca ad azzerare il ricordo del trauma patito a Durban. Si capì subito allora che il «razzismo» da combattere era soltanto il «sionismo». La legittimità dello Stato di Israele era negata in linea di principio, con una veemenza bellicosa che spiazzò persino i responsabili delle Nazioni Unite. Dal palco degli oratori, nel silenzio sbigottito e impotente di Amnesty International e Human Rights Watch, si irrideva agli ebrei che «usavano» l'Olocausto per giustificare il «razzismo contro i palestinesi». Dittatori feroci come Mugabe indossarono le vesti di paladini dell'umanità calpestata dall'idra israeliana. Che l'allora Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan avesse solo eccepito molto blandamente sull'ondata antisemita che stava sommergendo una conferenza che avrebbe dovuto impostare la battaglia internazionale contro il razzismo, fu solo il coronamento di una colossale mistificazione. Accettare senza reagire la prevedibile replica di Ginevra sarebbe stato un grave errore. E' merito del governo italiano non averlo commesso.
Perché si possa dire «dell'Italia» e non solo del «governo italiano », occorre che l'opposizione dica, tra l'altro nella scia di un governo americano «amico» come quello di Obama, che su una questione irrinunciabile di principio come la lotta all'antisemitismo comunque camuffato non c'è ostacolo di schieramento e di collocazione politica. Un obiettivo, la lotta all'antisemitismo, ovviamente condiviso anche dal predecessore di Frattini agli Esteri, Massimo D'Alema, che sempre, anche quando ha criticato con vigore l'azione israeliana a Gaza, anche quando ha rivendicato una linea di condotta che tenesse conto della forza e del radicamento di Hamas ed Hezbollah, ha tenuto a erigere una frontiera civile e valoriale contro il dilagare della furia antisemita (antisionista) che nega il diritto all'esistenza stessa dello Stato di Israele.
Questa frontiera è stata oltrepassata a Durban e nessun lavoro diplomatico di lima per il testo della Risoluzione finale avrebbe potuto disinnescare il pericolo che a Ginevra la stessa frontiera venisse nuovamente violata. Forse non solo una «buffonata», come Pascal Bruckner ha definito la Conferenza di cui ha promosso il boicottaggio, ma soprattutto un'inquisizione mondiale che con le bandiere dell'Onu metterà sul banco degli imputati il vituperato «sionismo». Un'inquisizione da cui l'opposizione non può che dissociarsi.

CORRIERE della SERA – Maurizio Caprara : " Durban2, 'bozza antisemita' L'Italia ritira la delegazione "

ROMA — L'Italia ha annunciato di ritirare i propri rappresentanti dai lavori della Conferenza dell'Onu sul razzismo e la xenofobia, prevista a Ginevra dal 20 al 24 aprile, e di non essere disposta a rimandarli indietro se non verranno cambiati due punti del documento che ne sarà alla base, giudicati antisemiti. A dichiararlo è stato ieri da Bruxelles, dove ha incontrato la collega israeliana Tzipi Livni, il ministro degli Esteri Franco Frattini. «La delegazione non parteciperà alla Conferenza, in presenza di un testo che contiene almeno due parti inaccettabili», ha detto il titolare della Farnesina. La partecipazione sarà possibile se «tesi aggressive e antisemite saranno rimosse».
L'annuncio è arrivato dopo che a Gerusalemme c'era stato fastidio per la visita di Frattini programmata per la prossima settimana in Iran, poi rinviata. Si tratta anche di un passo sulla scia di un impegno affidato al governo da una grande maggioranza della Camera. Fu con 417 voti a favore e 4 «no» che a Montecitorio, il 4 dicembre, venne approvata una mozione con l'invito a «massima vigilanza» per evitare quanto accadde contro Israele nella Conferenza sul razzismo tenuta a Durban nel 2001. Tra i promotori, Fiamma Nirenstein, Pdl, e Alessandro Maran, Pd.
Otto anni fa, in Sudafrica, alcuni Stati tentarono di far entrare nella dichiarazione finale della riunione promossa dall'Onu l'equiparazione «sionismo uguale razzismo ». Adesso il lavoro che precede la prossima Conferenza, chiamata dagli addetti ai lavori «Durban2» e che dovrebbe essere presieduta dal libico Muammar Gheddafi in qualità di presidente dell'Unione africana, è affidato a un comitato coordinato dalla Libia. Comprende, fra gli altri, Iran e Cuba. Nell'ottobre scorso il comitato preparatorio ha elaborato un testo- base nel quale Israele veniva definito un'entità «straniera occupante la cui legge si basa sulla discriminazione razziale… un nuovo modello di apartheid… un crimine contro l'umanità» e i palestinesi erano la sola popolazione indicata come vittima di discriminazioni.
Il segretario di Stato americano Hillary Clinton sabato lo ha giudicato «un documento inaccettabile», avvisando che inviare una delegazione degli Usa «sarebbe un pessimo inizio ». Israele aveva già manifestato l'idea di non partecipare, così il Canada e così ipotizzano la Francia e l'Olanda. L'Italia è il primo Stato dell'Unione europea a ritirare la delegazione. L'agenzia
Apcom attribuisce a Frattini di ritenere che Danimarca, Francia, Canada e Belgio seguirebbero l'esempio. Da Gerusalemme un portavoce del ministero degli Esteri ha informato che Israele «si rallegra di questa decisione».

Il FOGLIO – " L’Italia non andrà a Durban II, bene "

Era l’onore stesso della cultura dei diritti umani a proibirci di partecipare a quel festival dell’odio. Dopo gli Stati Uniti, anche l’Italia ritirerà la delegazione dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo e la xenofobia, nota come “Durban II”, che si terrà in aprile a Ginevra, per via di parti del testo “aggressive (contro Israele) e antisemite”, dove si paragona il sionismo all’apartheid. E’ quanto ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini. Bravo a Frattini anche perché ha rinviato la sua visita già annunciata a Teheran, pure se sul tavolo c’è una questione cruciale come il piano di stabilizzazione in Afghanistan, per le parole inaccettabili contro Israele pronunciate ieri dalla leadership iraniana. Anche “altri paesi europei” avrebbero intenzione di boicottare Durban II, la cui stesura della bozza è nelle mani di Iran e Siria. Un bello schiaffo al negazionismo iraniano, alla brutalizzazione praticata dagli stati canaglia, all’ideologia antirazzista, all’antisemitismo sfacciato e alla mostrificazione dell’occidente. Se altri paesi europei si uniranno al fronte del rifiuto, i prevaricatori dei diritti umani non riusciranno nei loro intenti. Alla prima conferenza Israele fu lasciato solo a difendersi e la risoluzione che equiparò il sionismo al razzismo passò. Stavolta deve andare diversamente.

Il MANIFESTO: Alberto D'Argenzio scrive : " Andando sul concreto, la bozza in studio a Ginevra, secondo quanto anticipato dal quotidiano Ha’aretz, parla della politica di Israele nei Territori occupati come di «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il testo esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Tel Aviv viene infine accusata anche di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e indicata come «unaminaccia per la pace internazionale e la sicurezza » (cosa che peraltro risultava anche da un Eurobarometro del 2003).". D'Argenzio riporta le accuse fatte a Israele, ma non prende le distanze e, anzi, aggiunge in parentesi che le stesse accuse risultavano già da un Eurobarometro del 2003. Secondo D'Argenzio è sbagliato boicottare Durban II perchè Israele è colpevole.
Anche negativo è l'approccio dell'articolo " Fuga dal summit Tel Aviv canta vittoria " di Michelangelo Cocco dove si legge: " In verità – a giudicare dagli stralci della bozza pubblicati dal quotidiano Ha’aretz – nel documento finale di quest’anno non c’è traccia di antisemitismo ". Cocco nega la verità per convincere il lettore che l'Italia sbaglia a non partecipare a Durban II e ritiene che l'antisemitismo sia solo quello della Germania di Hitler…non conta l'antisemitismo di chi, come gli organizzatori di Durban II, desidera la cancellazione di Israele, afferma che gli ebrei usino la Shoah come "scusa" per legittimare le loro guerre e si nasconde dietro la parola antisionismo.

CORRIERE della SERA – Maurizio Caprara: " E il centrosinistra si divide tra sì e qualche riserva "

ROMA — Per giovedì prossimo, a Montecitorio, l'associazione di parlamentari «Italia- Israele» ha in programma una riunione pubblica. L'obiettivo originario era spingere il nostro Paese a ritirarsi dalla riunione dell'Onu chiamata ufficialmente «Durban review conference», Conferenza sulla revisione di Durban, altrimenti detta «Durban2 ». Pur di non vedere un bis autentico di quel convegno del 2001 in Sudafrica, che costrinse i rappresentanti di Israele e Usa ad andarsene perché il dibattito si era ridotto a un processo al primo dei due Paesi, la deputata del centrodestra Fiamma Nirenstein e il suo collega del Partito democratico Gianni Vernetti si erano rimessi a cercare adesioni e sostegni. Ma ieri, benché sia all'opposizione, Vernetti diceva: «Bene ha fatto il ministro degli Esteri Franco Frattini a ritirare la delegazione italiana dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo». Il deputato radicale, eletto nel Pd, Marco Perduca, come se fosse in un coro dichiarava: «Bene ha fatto il ministro Frattini…».
La convergenza sulla difesa di Israele da Stati per niente tolleranti che vorrebbero equiparare sionismo e razzismo ha consensi larghi, in Parlamento. Ma non significa che la mossa del titolare della Farnesina non incontri nell'opposizione, oltre a condivisione dell'obiettivo finale, riserve di metodo. «La decisione di non partecipare alla Conferenza dell'Onu è un atto estremo che deve essere innanzitutto oggetto di dibattito parlamentare », è stato il commento di Piero Fassino, responsabile degli Esteri nel Pd.
«Non vi è alcun dubbio che nell'attuale versione della bozza di risoluzione siano contenute affermazioni non accettabili riguardo al sionismo, a Israele. Ed è evidente che va profondamente modificata », ha continuato Fassino. Però l'interfaccia di Frattini per la politica internazionale ha definito questo un «obiettivo a cui devono essere chiamati l'Unione europea e i suoi Paesi membri con un'iniziativa congiunta e concordata » e reputa «opportuno che ogni decisione sulla partecipazione a una conferenza promossa dall'Onu sia assunta nelle sedi e nei modi che garantiscano una decisione trasparente, meditata».
Pietro Marcenaro, Pd, che presiede la commissione del Senato per la Promozione dei diritti umani, una delle cariche più alte per l'opposizione, osserva: «Il governo fa bene a non accettare quel documento. Deve fare il possibile per arrivare a uno diverso. I tempi ci sono. Sento che Paesi islamici come Egitto e Indonesia si stanno muovendo per modificarlo».
Un consenso accompagnato dal consiglio di compiere mosse accorte viene anche da uno dei principali promotori, nelle generazioni di radicali più giovani, di campagne contro il razzismo, il deputato Matteo Mecacci, 34 anni. «Il segnale è positivo, è durante i negoziati che occorre far valere il peso politico. In genere è l'Ue a prendere posizione in questi casi», afferma Mecacci. Poi: «Sul complesso della situazione in Medio Oriente non mi pare l'iniziativa principale da prendere. L'Italia è un po' fuori da quei negoziati. Se uno vuole aiutare davvero Israele, forse deve offrire una prospettiva di maggiore integrazione del Paese nell'Onu e nell'Ue, risultati utili a farlo uscire da un'impostazione di estrema difesa nazionale».
Marina Sereni, vicecapogruppo del Pd alla Camera, avanza un'obiezione più generale: «Va evitato che la Conferenza diventi un confronto su Israele, sarebbe controproducente e non condivido le critiche rivolte a questo Stato. Ma è meglio una battaglia a viso aperto. Disertare consessi internazionali è pur sempre un colpo alla dimensione multilaterale».

 

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