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Giulia Temin [/b]

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Un mucchio di casette rettangolari circondate da qualche zona verde. Più in là, il deserto. Ecco come si presenta Ashalim, un villaggio nel Sud di Israele a pochi minuti da Beer Sheva, nel cuore del Negev. A prima vista queste abitazioni semplici, quasi spoglie non dicono nulla di speciale, soprattutto se ci arrivi di sera, l'aria notturna e fredda del deserto si fa sentire, le stelle brillano in un celo nerissimo, non si scorgono molte luci all'orizzonte e non vedi l'ora di mangiare qualcosa di caldo. Ma in un edificio più grande, semplice ma accogliente, si trovano tavole apparecchiate e la cena pronta. Poi arrivano i ragazzi che abitano il villaggio. Tutti tra i diciotto e i trent'anni. E il contesto assume un significato diverso. Sono loro i padroni di casa.

Un giovane vestito semplicemente si alza, dà il benvenuto agli ospiti e comincia a raccontare: “I nostri nonni hanno dato vita a questo Paese, come pionieri, creando i primi kibbutz. I nostri genitori hanno combattuto per l'indipendenza dello Stato d'Israele. E noi? Come possiamo noi giovani mettere in pratica gli ideali del sionismo, prendere in mano il nostro futuro?”
E' da queste domande che è nato il progetto Ayalim. L'iniziativa è rivolta alle nuove generazioni di israeliani, giovani uomini e donne ispirati dallo spirito pionieristico, motivati dal bisogno di realizzare qualcosa con le proprie mani, di dare concretezza ai propri ideali. Ashalim fa parte di questo progetto.
Con una breve proiezione e altre testimonianze ci spiegano in cosa consiste Ayalim. Il progetto è nato nel 2002, quando un gruppo di ragazzi decise di realizzare un villaggio con le proprie mani, senza l'aiuto di nessuno, e di collaborare insieme per costruirvi case e edifici comunitari. Oggi ci sono dieci piccoli villaggi appartenenti a questo progetto, dislocati nelle zone d'Israele più povere e meno abitate: il Negev e la Galilea. Si tratta in genere di villaggi costruiti vicino alle maggiori università israeliane dagli studenti stessi. In cambio della cessione gratuita dei terreni, i ragazzi si impegnano con gli abitanti della zona a promuovere il volontariato sociale, preparando attività per bambini e adolescenti problematici o provenienti da contesti di povertà, diventando per essi un esempio e un modello da seguire.
Israele ha un orizzonte straordinario da scoprire e conquistare: il deserto. Deserto vuol dire spazi ancora liberi dalla proprietà privata, possibilità di strappare terreni coltivabili alla sabbia, vuol dire possibilità di fare progetti che partano da zero. E questo è il terreno su cui lavorano i ragazzi di Ashalim.
La striscia di Gaza non è lontana. A un certo punto si fa inevitabile una domanda sul conflitto delle scorse settimane. I ragazzi spiegano che le loro case hanno muri troppo sottili per reggere i colpi dei missili sparati dai terroristi e non sono dotate di rifugi siuri, avendole costruite con le loro mani. Così hanno scelto di ignorare il pericolo, poiché conquistare il deserto e il loro progetto di vita sono più importanti di qualsiasi missile.
In Europa la maggioranza di noi giovani è indifferente e senza valori. Anche chi ha ideali non sa poi come metterli in pratica, e non può che sbandierarli senza riuscire a dar loro un vero significato.
Durante la serata ho avuto modo di parlare con alcuni ragazzi di Ayalim provenienti da diverse realtà. Tutti mi sembravano molto motivati e pieni di ideali. Sono attivisti, sono pionieri, sono soprattutto sionisti, e a questa parola sono riusciti a dare un nuovo valore.
L'organizzazione giovanile Hashomer Hatzair cui appartengo mi ha trasmesso l'ideale di sionismo in tutta la forza che può avere per gli ebrei della Diaspora. Pensavo che la realizzazione di quest'ideale arrivasse attraverso l'alià, la salita verso Gerusalemme, il volontariato in Israele e un'opera di sensibilizzazione nei luoghi dove abitiamo. E credevo che in Israele il sionismo fosse ormai dato per scontato e il pionierismo avesse perso significato tanti anni dopo la conquista della libertà e dell'indipendenza del 1948. Oggi ho visto il sionismo rinascere nel cuore stesso d'Israele, grazie a giovani che hanno cercato di metterlo di pratica consapevolmente. Ayalim è un progetto di grandissimo valore, che può essere d'esempio per generazioni di giovani ebrei. In Israele e nella Diaspora.

Giulia Temin

 

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