Sulla strage di Mumbai
[b]Riprendiamo tre servizi, l'editoriale del FOGLIO, la cronaca dal GIORNALE, una breve da REPUBBLICA sulle reazioni in Israele. Da parte nostra una riflessione. Gli ebrei non sono mai stati "ostaggi", perchè sono stati uccisi subito. Chiamarli ostaggi è sbagliato, significa che avrebbero anche potuto salvarsi, come può accadere a degli ostaggi. L'antisemitismo e l'odio contro Israele non prevedono ostaggi.
Sul FOGLIO di oggi, 29/11/2008, a pag.3, il primo editoriale è dedicato al massacro degli ebrei nel Centro Chabad: " Gli ebrei trucidati perchè ebrei "
Il Giornale- Gian Micalessin: "Strage di ostaggi nel centro ebraico, liberi gli italiani"
La Repubblica- " La rabbia della Livni: Israele nel mirino"[/b]
[b]Sul FOGLIO di oggi, 29/11/2008, a pag.3, il primo editoriale è dedicato al massacro degli ebrei nel Centro Chabad:
" Gli ebrei trucidati perchè ebrei "
[/b]
Soltanto dopo avere consumato l’indignazione per la caccia agli occidentali negli hotel di lusso di Mumbai, simboli del turismo internazionale; soltanto dopo aver dedicato articoli preoccupati ai flussi turistici verso l’India; soltanto dopo tutto questo, il mondo occidentale si è accorto dell’orrore vero e principale della strage, che pure era noto sin dal primo momento. Tra i principali obiettivi dei terroristi islamici c’era infatti quello di trucidare ebrei, proprio e soltanto perché ebrei, di infangare e distruggere un centro ebraico, soltanto perché di ebrei. Unico, terribile, obiettivo pregno di valori religiosi tra tutti i simboli che i jihadisti hanno deciso di riempire di odio e sangue. Penetrate con la forza e con feroci combattimenti nel centro ebraico Chabad alla Nariman House di Mumbai, dopo una battaglia durata 48 ore, le forze di sicurezza indiane hanno scoperto che il rabbino Gavriel Holtzberg, preso in ostaggio tra i primi mercoledì sera, sua moglie e altri tre ebrei erano stati trucidati con ferocia dagli islamisti. La Nariman House è stata attaccata e semidistrutta dai terroristi proprio perché ospita un centro chassidico, una sinagoga e svolge attività di assistenza. Non ha nulla, assolutamente nulla a che farecon Israele (alcune correnti chassidiche sono addirittura contrarie al sionismo e giudicano illegittimo Israele), nulla a che fare con la questione palestinese, ma ha tutto a che fare con una delle più preziose componenti dell’ebraismo, simbolo, tra i tanti, della tolleranza e del cosmopolitismo prezioso della vecchia Bombay. Per questo è stata distrutta, per questo il suo rabbino è stato trucidato: perché l’antisemitismo più feroce è il segno distintivo del fondamentalismo e del terrorismo islamico, perché trucidare ebrei, massacrare un rabbino, sua moglie e i suoi correligionari è una delle massime aspirazioni di questa parte dell’islam. Certo, quello che produce i ragazzini che seminano morte a Mumbai è un islam ultraminoritario, non rappresenta che una piccola parte del grande mondo musulmano. Ma sino a quando non avremo notizia che da tutte le capitali arabe e islamiche, da tutte le grandi università coraniche, sono arrivate forti parole di sdegno e di condanna per la morte del rabbino Holtzberg, per sua moglie e le altre vittime ebree di Mumbai – e temiamo di non avere mai queste notizie – rivendichiamo il diritto di sentire un profondo senso di angoscia nei nostri cuori.
[b]Il Giornale- Gian Micalessin: "Strage di ostaggi nel centro ebraico, liberi gli italiani"[/b]
Sono riemersi dall’inferno. Erano 7 italiani e 141 cittadini del mondo. Erano i prigionieri dell’orrore, gli ultimi ostaggi dell’Oberoi, la macelleria a cinque stelle. Si son lasciati dietro l’odore di cordite e la paura, iniziano l’ultimo orripilante slalom tra corpi straziati, laghi di sangue, resti umani. Se li lasciano dietro tra i saloni, la lobby, le scale. Poi sono fuori, tutti liberi, tutti salvi anche la minuscola Clarice di due mesi, la mamma ed Emanuele Lattanzi il papà e cuoco coraggioso che per assisterle ha sfidato i terroristi. Ma non è finita. Quei 24 cadaveri abbandonati nelle sale dell’Oberoi, quei 148 volti pallidi, stralunati, sono solo un fotogramma, una felice, ma breve sequenza in un film dell’orrore senza requiem. Quel film non concede il lieto fine al rabbino Rabbi Gavriel Noach Holtzberg, a sua moglie Rivka e altri quattro ostaggi della Chabad House il centro ebraico teatro di un disordinato assalto delle teste di cuoio indiane. L’impreparazione delle forze di sicurezza, lo scarso coordinamento, l’avventatezza degli assalti al Taj Mahal all’Oberoi e alla Chabad House sono probabilmente fra le cause, oltre alla crudele determinazione dei terroristi, di un bilancio che ormai supera i 160 morti e i 325 feriti.
A far capire che nell’operazione, battezzata Tornado Nero, qualcosa non funziona basta la rocambolesca vicenda del Taj Mahal. L’imponente albergo vittoriano è stato dichiarato completamente bonificato già giovedì sera. Eppure ieri, a 24 ore dall’avventato annuncio, nei suoi corridoi si riprende a sparare finché non si sa che altri due terroristi sono ancora dentro. Non si capisce molto, ma un terrorista o forse più tiene sotto scacco le forze di sicurezza, salta da un piano all’altro, sfugge ai cecchini, s’apre la strada a colpi di granate, facendosi scudo con una decina di ostaggi dimenticati. È l’ultimo smacco, l’ultima umiliazione dopo il tragico e grottesco assalto alla Chabad House condotto in mezzo a una folla esultante e conclusosi con un massacro. Anche lì tutto inizia come su un set di Hollywood. Un elicottero lento come un piccione gravido svolazza tra le casette del quartiere ebraico, volteggia incerto intorno al tetto della Chabad House, sputa una selva di corde e uomini armati. I commandos si calano in fretta, ma non sfuggono alle telecamere, ai giornalisti in prima fila e alla folla urlante. Un attimo dopo la notizia del blitz lampeggia sui telefonini, dilaga alla radio, riecheggia nel tifo da stadio, arriva alle orecchie degli stessi terroristi. Intanto il blitz si trasforma in un’odissea. Mentre uno o più terroristi tentano la fuga e ingaggiano una sparatoria tra la folla i commandos iniziano una tormentata discesa dal tetto alla sala, due piani più sotto, dove sono gli ostaggi. Forse sono già morti da 24 ore, ma nel caso non lo fossero i militanti hanno il tempo di provvedere. In quella specie di tragica scatola oscura della Chabad House le teste di cuoio hanno davanti solo tre militanti, ma nonostante la copertura dei cecchini dall’esterno non riescono a schiodarsi dal tetto. Ci provano per tre volte mentre tra le mura della Chabad rimbombano esplosioni e raffiche. Poi un altro gruppo fa saltare un muro della casa ed entra da lì. Ma a quel punto c’è poco da fare. A terra ci sono i cadaveri del rabbino di sua moglie, di altre due donne e di un quinto ostaggio. Accanto i cadaveri di tre terroristi. Il valzer dell’imperizia e dell’approssimazione continua al Taj Mahal dove i Marcos, gli incursori della marina indiana non riescono ad aver la meglio del misterioso terrorista sopravvissuto a tutti i loro assalti. Secondo i servizi di sicurezza in ognuno degli hotel ha operato una cellula di non più di cinque militanti armati di kalashnikov ed equipaggiati con zaini colmi di granate e caricatori. In uno degli zaini sono stati ritrovati anche documenti d’identità mauritani e circa 1200 dollari. Almeno due militanti potrebbero essere cittadini inglesi originari del Kashmir. Due basisti con armi e munizioni avrebbe preso alloggio negli alberghi già martedì e preparato il grande assalto.
[b]La Repubblica- " La rabbia della Livni: Israele nel mirino"[/b]
GERUSALEMME – Nariman House, il centro ebraico ultraortodosso Chabad di Mumbai, «è stato colpito intenzionalmente in quanto obiettivo ebraico-israeliano». È la convinzione di Tzipi Livni, ministro degli Esteri di Israele. All´inizio in Israele ci si chiedeva se il Centro fosse stato attaccato per caso, data la vicinanza all´Hotel Taj Mahal, uno degli obiettivi principali dei terroristi. Ieri però la Livni ha confermato che l´attacco è stato deliberato. Finora la nazionalità delle vittime non è stata chiarita. «Non abbiamo alcun ottimismo» ha ammesso la Livni. La sensazione diffusa è che i terroristi abbiano ucciso i coniugi Holzberg e due loro ospiti, ebrei religiosi.
Nello Stato ebraico il dramma dell´assalto e del sequestro di ostaggi è stato seguito minuto per minuto. Il ministro della Difesa Ehud Barak aveva offerto all´India di inviare a Mumbai l´unità anti-terrorismo di Israele, ma la proposta è stata respinta. La stampa israeliana si interroga sulla sorpresa dei servizi segreti di fronte al mega attentato di Mumbai. L´intelligence di Israele aveva fiutato la possibilità di un attentato contro un centro Chabad in Thailandia, ma la possibilità che Mumbai potesse essere teatro di dieci attentati islamici simultanei non era stata prevista.
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