[b]Galleria MARTANO, Via P. Amedeo 29
tel/fax 0118177987, info@galleriamartano.it
Inaugurazione: venerdì 7 novembre 2008, ore 18,30
Durata: fino al 23 dicembre 2008
Orario: lunedì/sabato 15,30-19,30 [/b]

www.galleriamartano.it[/link]

I lavori presenti in questa mostra rappresentano alcuni momenti particolarmente importanti dell’ attività artistica di [b]Fabio Mauri[/b] attivo dall’inizio degli anni cinquanta, ma alla sua prima mostra personale a Torino.

Nella sala grande della galleria, è installato Warum ein Gedanke Einen Raumverpestet? Perché un pensiero intossica una stanza?, 1972: una serie di 36 schermi bianchi a parete, tutti uguali per dimensioni e materiali d’impiego, si differenziano gli uni dagli altri esclusivamente a seconda dei messaggi scritti che scorrono alla base delle singole tele. Le brevi frasi, talora allocuzioni o parole isolate, sono in tedesco, composte in caratteri gotici. L’uso degli schermi, dalla duplice valenza di “campi di proiezione” e “testimoni di storia”, costituisce anch’esso uno dei temi più ricorrenti dell’intera produzione dell’artista.

Manipolazione di cultura è un lavoro incominciato nel 1971 e terminato nel 1976 ed è una tra le più importanti opere dell’artista per la comprensione del problema del tema dell’ideologia. Quest’opera – che nasce inizialmente sotto forma di libro d’artista (La Nuova Foglio, Macerata) – si presenta tramite 15 grandi fotografie intelate e ritoccate con una parte monocroma nera, dipinta a mano. Le tavole hanno una struttura tripartita: nella parte alta c’è l’immagine fotografica tratta dalla documentazione storica dei fenomeni del nazismo e del fascismo; nella zona mediana il monocromo, schermo dipinto di nero; in basso sul bordo, poco evidente ( ma il “meno è il più”) c’è la didascalia, apposta dall’artista, una brevissima frase, a sinistra in italiano, a destra in tedesco, che occupa uno spazio tanto esiguo da passare quasi inosservata. In questo caso Fabio Mauri realizza un’opera di linguaggio, sul linguaggio in cui protagonista è l’ideologia, un’ideologia messa a nudo, demistificata nei suoi meccanismi più perversi.

Alcune altre opere degli anni successivi come I casi del mondo e la signora Matisse, 1987, L’ombra della memoria (stampa a getto d’inchiostro su forex di cm. 610×410) del 2007 e Lo zerbino insolubile del 2008 completano la mostra

 

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