Nove di Av
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Una melodia austera, in uso una sola volta all'anno, sarà usata Sabato mattina, secono il rito romano, per leggere il primo capitolo di Isaia, come haftarà che precede il digiuno del 9 di Av, che inizierà la sera. Sempre secondo il rito romano ci porteremo a casa le candele alla cui flebile luce leggeremo la sera il libro delle Lamentazioni. Le
conserveremo, per riutilizzarle a Chanukkà , per accenderne i lumi: "dal lutto al giorno festivo, dal buio alla grande luce". La discesa in basso non è mai senza speranza, è il presupposto per ricominciare e risalire.
[b]Riccardo Di Segni,
rabbino capo di Roma[/b]
Tishà Be-Av – Il digiuno del 9 di Av
Il 9 del mese di Av per gli ebrei è giorno di lutto e di digiuno. In questa data a distanza di molti secoli furono distrutti sia il primo che il secondo Santuario. Il primo Santuario fu distrutto nel 586 prima dell’era volgare ad opera dei babilonesi e il secondo ad opera dei romani nel 70 e.V. Il Santuario di Gerusalemme era il luogo dove si svolgevano le cerimonie rituali prescritte nella Torà ;era il centro spirituale e anche politico e religioso dell’ebraismo; la perdita del Santuario segnò anche la perdita di questo centro, oltre che l’inizio della diaspora. La distruzione del Santuario è presente nel cuore degli ebrei anche dopo venti secoli: nelle preghiere, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, ci si rivolge sempre fisicamente e idealmente verso le vestigia del Muro occidentale. Tishà Be-Av significa 9 del mese di Av. Questa data, divenuta simbolo di disgrazia per il popolo ebraico segna anche altri momenti tragici: proprio il nove di Av gli ebrei furono cacciati dalla Spagna nel 1492.
Nelle sinagoghe parate a lutto e in un’atmosfera di grande tristezza, spesso seduti in terra e a lume di candela, si recitano preghiere ed elegie ispirate alla rovina del Tempio di Gerusalemme e all’esilio del popolo ebraico.
Secondo la tradizione ebraica nella distruzione già ci sono i semi della redenzione e proprio in questa data, simbolo di distruzione, verrà al mondo il Messia: in questa giornata si usano dei libri liturgici particolari che molti usano gettar via alla fine della ricorrenza, come segno di cieca fiducia nell’avvento messianico. Avranno la gioia di vedere Gerusalemme ricostruite solo coloro che abbiano partecipato alle manifestazioni di lutto che si tengono a Tishà Be-Av.
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