[b]Fino a domenica 9 marzo presso il Museo di Storia Contemporanea in via Sant'Andrea a Milano è possibile visitare la mostra dei disegni realizzati dall'architetto Ludovico Barbiano di Belgiojoso durante la prigionia a Gusen.[/b]

[b]Orario: 9/13-14/17.30
Ingresso libero[/b]

[b][i] "Il campo era solo sofferenza. La sofferenza riempiva ogni spazio, come qualcosa di solido (…) c’era sempre posto per un male nuovo, al di là di ogni misura. E ogni giorno morivano compagni e amici". [/i][/b]

[b]"Notte, nebbia. Racconto di Gusen"[/b], edito da [b]Guanda[/b], è il libro di memorie che [b]Lodovico Barbiano di Belgiojoso[/b] scrisse negli anni successivi alla sua deportazione nei lager nazisti. Il giovane architetto milanese, del celebre studio BBPR, fu arrestato per le sue idee antifasciste e per l' impegno politico nelle file del [b]Partito d’Azione[/b]. Rinchiuso a San Vittore, poi a [b]Fossoli[/b] con Gian Luigi (Giangio) Banfi, Aldo Ravelli e Gianfranco Maris, venne successivamente deportato in Austria a [b]Mautaushen[/b] e infine a [b]Gusen[/b], dove fu rimase fino alla liberazione, avvenuta il 4 maggio 1945.

Lodovico Belgiojoso fu tra coloro che sopravvissero alle disumane condizioni della prigionia e alla ferocia delle guardie carcerarie. Ritornato ad esercitare la professione di architetto, volle testimoniare, anche in nome dei tanti che erano morti, l’esperienza della prigionia, e scrisse il racconto[b] "Notte, nebbia"[/b] con impeto, quasi trascinato dai propri ricordi, completandolo con i disegni che egli aveva realizzati nei mesi trascorsi a Gusen.

Proprio quei venti disegni oltre ad altri conservati nel suo archivio, sono presentati nella mostra [b]"Dal lager. Disegni di Lodovico Belgiojoso"[/b], aperta a Milano da Vittorio Sgarbi nel Giorno della Memoria 2008.

L’immagine del lager appare ritratta negli schizzi in matita del giovane architetto milanese, trasformando i disegni non solo in un prezioso documento storico, ma in una testimonianza di come l’essenza stessa della libertà sopravviva in un luogo che ne è la totale negazione.

Il disegno rappresenta anche lo strumento per resistere alla durezza della cella, per riappropriarsi della vita, in una condizione di morte fisica e morale. [i]"Ognuno si era abituato a vivere di speranza come qui uno vive della propria arte, della propria passione"[/i]. I soggetti raffigurati sono quelli della realtà che lo circondava, del quotidiano che l’autore ha vissuto: le baracche, i compagni, le docce che nascondono le camere a gas, se stesso, i cadaveri, i ritratti in cui con mano precisa Belgiojoso sa rappresentare la paura, l’ansia, la rassegnazione. Con una linea volutamente più spezzata e approssimativa raffigura i cadaveri ammucchiati uno sull’altro nella loro tragica inconsistenza.

Belgiojoso tornerà alla vita normale il 12 giugno 1945, ma la drammatica esperienza vissuta a Gusen non lo abbandonerà più.

[b]Dal lager. Disegni di Lodovico Belgiojoso
Museo di Storia Contemporanea
Museo di Storia Contemporanea
Via Sant'Andrea – Milano
Orario: 9/13-14/17.30
Ingresso libero[/b]

 

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