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[b]Israele, kamikaze in un centro commerciale

L'EQUIDISTANZA DA ISRAELE E PALESTINA E IL RISCHIO DI AVERE NUOVI ATTENTATI IN CASA
Il flusso di armi e uomini sull'asse Sinai-Gaza e il ruolo che il Cairo potrebbe giocare nella lotta al terrorismo

Guido Olimpio, corriere.it esteri 04 febbraio 2008[/b]

[b]L'EQUIDISTANZA DA ISRAELE E PALESTINA E IL RISCHIO DI AVERE NUOVI ATTENTATI IN CASA[/b]

Medio Oriente, emerge il problema Egitto

Il flusso di armi e uomini sull'asse Sinai-Gaza e il ruolo che il Cairo potrebbe giocare nella lotta al terrorismo

WASHINGTON – I due kamikaze di Dimona, secondo le prime informazioni, erano originari della striscia di Gaza ma è possibile che siano entrati in Israele dall’Egitto. Nei giorni scorsi, dopo la distruzione del muro al confine, decine di militanti palestinesi sono passati da Gaza all’Egitto. E le autorità del Cairo hanno successivamente annunciato l’arresto di ben cinque kamikaze di Hamas in procinto di passare all’azione all’interno di Israele. A questo punto non è da escludere che altri militanti siano in attesa nel Sinai.

E’ evidente che, oltre alla incancrenita questione palestinese, sta emergendo un «problema Egitto». Il Cairo, fino ad oggi, non è intervenuto con decisione per fronteggiare gli estremisti. Da una parte ci sono difficoltà obiettive, ma dall’altra non c’è abbastanza forza. Basti pensare che il confine tra Gaza e Israele è ridotto e agli egiziani i soldati non mancano.

L’Egitto vuole mantenere una sorta di equidistanza tra Israele e Hamas temendo di venire risucchiato nel conflitto. Nella popolazione egiziana è forte il sentimento di solidarietà con le sofferenze dei palestinesi ed esistono obiettivi rapporti di complicità che coinvolgono attivisti musulmani, trafficanti di armi e le principali fazioni di Gaza. Un network di relazioni che ha permesso un flusso di armi verso Gaza.

La distruzione temporanea del confine sarebbe stata usata dai palestinesi per far arrivare razzi a lungo raggio per poter colpire in profondità obiettivi israeliani. Materiale bellico insignificante rispetto alla macchina da guerra di Gerusalemme, ma sufficiente a creare un problema politico come dimostra il continuo tiro di razzi su Sderot.

Per l’Egitto si tratta di una situazione pericolosa. Infatti il paese, in passato, è stato colpito da attacchi terroristici contro i turisti (Taba, Sharm El Sheikh) da cellule con radici locali ma che traggono linfa dal conflitto palestinese e dalle suggestioni qaediste. In Medio Oriente le vie della violenza sono infinite.

[b]Guido Olimpio
04 febbraio 2008[/b]

 

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