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Prosegue fino al 23 ottobre al [b]PAN di Napoli [/b]la sconvolgente mostra curata da [b]Manon Slome[/b] e dedicata alle ossessioni della bellezza, presentata in Italia il 5 luglio scorso in successione agli allestimenti del Jewish Community Center e del Chelsea Art Museum di New York.[/size]

[size=12]Dopo la controversa denuncia sorta durante le sfilate di moda spagnole a contestare le condizioni di estrema magrezza delle modelle e dopo la morte per anoressia di una modella brasiliana, l'industria della moda è caduta nel dubbio frenetico e nella ricerca di una risposta, chiedendosi fino a quale punto l'evanescente immagine delle stars delle passerelle sia portatrice di fobie che portano alla follia e alla morte.

Peraltro, la denuncia è stata raccolta e sostenuta, oltre che dalla Spagna, soltanto da Israele e India, mentre le vere capitali della moda, da Parigi a New York, si sono opposte all'ipotesi che pone la responsabilità di questo pericoloso disagio nell'ossessiva rappresentazione di un corpo maniacalmente perfetto al punto da estraniarsi dalla fisicità.

E' da questo "lato oscuro" della moda che nasce [b]Dangerous Beauty[/b], il cui intento, fin dal suo debutto alla Galleria Laurie Tisch Sussman del [b]Jewish Community Center di Manhattan[/b], è stato quello di indagare in una società in cui l'illusione della bellezza, la ricerca della perfezione e la manipolazione della forma hanno raggiunto un livello di intensità tale da produrre danni fisici e psichici autolesionistici e letali, dall'anoressia agli interventi chirurgici, in una società che "investe" molto di più nella cosmesi che nell'educazione.

Attraverso molteplici tecniche e forme di espressione, le installazioni degli artisti hanno riprodotta in maniera efficace oltre che inquietante, quest'angosciante corsa alla bellezza, questo eterno confronto con irraggiungibili modelli imposti dall'immaginario collettivo, che si trasforma in disagio interiore e crisi, fino a sfociare in atti di violenza, fobie, feticismi, sacrifici, ossessioni, e a trasformare l'ambita bellezza in una galleria degli orrori.

Dalla bellezza come malattia, alle devastazioni della chirurgia estetica, ai macabri simboli del lusso e del piacere, gli artisti, in questo percorso di terrificanti incubi glamour, non hanno dimenticato davvero nulla.

E così, solo per citarne alcuni, il rossetto lascia tracce insanguinate nel video [b]"Red Noose"[/b] di [b]Nelly Agassi[/b], artista multimedia e concettuale nata a Tel Aviv, [b]Nicola Costantino[/b] pubblicizza un [b]"Savon de Corps"[/b] realizzato con il grasso estratto dalla liposuzione, [b]Micha Klein[/b] crea una "bellezza perfetta" sovrapponendo le fattezze delle modelle più affascinanti di Amsterdam, [b]Laura Greenfield[/b] ritrae ragazze anoressiche belle e fragilissime, [b]Daniella Dooling[/b] realizza una camicia di forza di unghie finte e cuoio, dalla quale lei stessa, in video, tenta di liberarsi. E ancora, [b]Joshua Neustein[/b], polacco emigrato in Israele negli anni '60, enfatizza il rituale dell'anoressia con le enormi quantità d'acqua ingerite da chi tenta di eludere la fame dalla propria vita, e [b]Jacob Dahlgren[/b] crea un tappeto di bilance colorate dove camminare per confermare quanto il peso sia divenuto un elemento condizionante della vita. Non potevano mancare gli oggetti fetish della moda: scarpe glamour, gioielli, accessori, e, firmata da [b]Anna Fusco[/b], persino una frusta di swarovsky.

Un'intermabile serie di deviazioni mentali, generate dal desiderio morboso di una bellezza che, oramai, ha raggiunto il suo completo degrado, fino ad autodistruggersi.

[b]Bellezza Pericolosa
PAN – Palazzo delle Arti di Napoli
fino al 23 ottobre
dalle 9.30 alle 19.30
www.palazzoartinapoli.net [/b][/size]

 

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