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[b]L'opinione delle libertà
18 luglio 2007[/b]

[b]L'antisemitismo, compagno inseparabile del negazionismo
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Da Teramo a Roma, professori come Claudio Moffa e Antonio Caracciolo
sono solo alcuni esempi di quei "cattivi maestri"
cui si consente di insegnare negli atenei italiani

di Shaykh Abdul Hadi Palazzi

"Assassini della memoria": così lo storico Pierre
Vidal Naquet ha definito i negazionisti, quegli
individui che hanno il coraggio di negare la
Shoah del popolo ebraico, di sostenere che le
camere a gas non sono mai esistite e di
pretendere che non vi sia stato nessun genocidio
pianificato di sei milioni di ebrei da parte dei
nazisti, ma soltanto una persecuzione
anti-ebraica che, a dir loro, ha al massimo
causato qualche decina di migliaia di vittime. Se
tesi tanto ignobili non possono fare a meno di
generare uno spontaneo sentimento di disgusto e
di ripugnanza in chiunque sia dotato di un minimo
di senso morale, ben maggiore è lo sdegno che
nasce quando i loro infami propugnatori si
travestono addirittura da "storici" e da
"esperti", e pretendono che la diffusione del
loro ciarpame vada addirittura tutelata in nome
della "libertà d'espressione", quasi che il
tentativo di negare o attenuare la portata
storica dei crimini nazisti non sia per sua
stessa natura criminogeno, e non si associ
inevitabilmente all'antisemitismo. In realtà,
l'antisemitismo più becero e viscerale è compagno
inseparabile del negazionismo, in quanto coloro
che pretendono di "ridimensionare" la portata del
genocidio del popolo ebraico di fatto
regolarmente accusano la pretesa "lobby sionista"
di averla ad arte ingigantita, al fine di trarne supposti benefici politici.

Si può dunque ben comprendere come di recente
l'annuncio che il professor Claudio Moffa avrebbe
invitato il pregiudicato Robert Faurisson a fare
propaganda negazionista agli universitari di
Teramo abbia causato una comprensibile avversione
nella società civile, nel mondo accademico e in
quello politico. Le proteste della Comunità
ebraica, di intellettuali e docenti universitari,
nonché di molti cittadini indignati, hanno infine
provvidenzialmente indotto l'Università di Teramo
dapprima a cancellare la preventivata lezione, ed
infine a sopprimere il master "Enrico Mattei sul
Medio Oriente", trasformato dal suo coordinatore
Moffa in una centro di diffusione del pensiero
negazionista. L'incresciosa vicenda consentiva
però di scoprire che purtroppo il caso di Moffa
non è affatto isolato, e che fra gli "amici di
Faurisson" e fautori del suo preteso "diritto" ad
esporre le sue tesi aberranti vi sono altri
cattedratici, altri di quei "cattivi maestri" cui
si consente di insegnare nelle Università
statali. Per quel che riguarda Roma, si è infatti
scoperto che – fra i docenti di filosofia del
diritto – un certo professor Antonio Caracciolo
si è da subito erto a paladino di Moffa mediante
un presunto "Comitato per la libertà di
pensiero", il cui scopo è quello di permettere
che le deliranti tesi di Faurisson e compari
abbiano libertà di circolazione nelle Università
e possano essere insegnate quasi che siano dotate
di una qualche fondatezza scientifica.

A rendere l'incresciosa vicenda ancor più
paradossale, vi è la circostanza che Caracciolo
milita non in Forza Nuova o nei Comunisti
Italiani (partiti in cui probabilmente le sue
tesi filo-negazioniste verrebbero accolte
abraccia aperte), ma in Forza Italia, e confonde
i principi liberali cui Forza Italia s'ispira con
la "libertà di propaganda negazionista". Per
questo motivo, il problema che si pone per
l'immediato è anzitutto politico: è mai possibile
che il partito di Guzzanti, di Biondi, di
Martino, di tanti comprovati amici del popolo
ebraico, il partito che ha voluto fortemente
l'istituzione della Giornata della Memoria, possa
dare spazio a chi quella stessa Memoria la
oltraggia, la vilipende e la nega? Da questo
punto di vista, ci auguriamo che Forza Italia
voglia provvedere con solerzia a chiarire come la
militanza nei suoi ranghi sia agli antipodi e del
tutto incompatibile con quella sotto le bandiere
del negazionismo. In termini più lunghi, pensiamo
che l'intera vicenda debba portare ad un'azione
politica incisiva ed ormai improcrastinabile. In
Francia è stato possibile approvare leggi che
reprimono la propaganda negazionista come reato
penale specifico, e che interdicono a
negazionisti come Faurisson di avvelenare le
menti dei giovani insegnando nelle scuole
pubbliche e nelle università statali. Quanto
ancora dovremo attendere prima che provvedimenti
analoghi – la cui urgenza è comprovata dai fatti
di Teramo – vengano presi anche dal Legislatore italiano?

Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana
http://www.amislam.com
mailto:islam.inst@alice.it


 

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