a cura di Vanessa Tomassini –
“È un messaggio ai palestinesi che sono stati presi in giro da 60 anni. Da istituzioni e persone come la Mogherini (Alto-rappresentante e vice presidente della Commissione Europea, ndr.), la quale da 20 anni va in giro a parlare di palestinesi. C’è una famosa foto di Federica Mogherini a fianco di Arafat, come se fosse una stella del rock, o di musical, dove lei vuole sbaciucchiarlo, si vede dalla foto. Il governo iraniano, nel 1979, ha promesso che il suo unico scopo era quello di liberare Gerusalemme poi invece per errore, si sono fermati in Iraq, uccidendo quasi 800mila persone. Si sono sbagliati di strada. Poi è stata la volta di Saddam Hussein, anche lui voleva liberare Gerusalemme, ma per errore ha attaccato il Kuwait. Il governo di al-Assad ha giurato che avrebbe liberato Gerusalemme dagli ebrei, ed invece ha bombardato e quasi distrutto le tre principali città della Siria: Homs, Hama e soprattutto la metropoli di Aleppo”. A dirci queste cose è il professor Edward Luttwak rispondendo da Washington alle nostre domande sulla scelta del presidente americano, Donald Trump, di spostare la sede diplomatica in Terra Santa, con tutto ciò che ne comporta. “L’Unione Europea invece ogni due minuti emette un comunicato a favore dei palestinesi, però non hanno mai fatto niente. Poi c’è il governo di Erdogan che giura che sarà lui a liberare Gerusalemme, intanto però il suo lavoro è quello di mettere in prigione i suoi concittadini: circa 60mila negli ultimi 12 mesi”, prosegue l’economista e politologo, aggiungendo che “Abbiamo un fenomeno di macro-ipocrisia che ha preso in giro 3 generazioni di palestinesi. Trump invece vuole dare un messaggio chiaro: c’è stata una guerra dove qualcuno ha vinto e qualcuno ha perso, voi siete quelli che avete perso. Quindi dovete accettare la sconfitta, come tanti altri popoli hanno fatto, da sempre. È giunta l’ora di fare i conti con la realtà e procedere a ricostruire la loro esistenza e ripartire. Questo è il messaggio. Bisogna dire la verità ai palestinesi, che hanno rifiutato qualsiasi proposta di pace è stata fatta loro. Se avessero accettato una di queste proposte, come quella di Jimmy Carter tanti anni fa, o quella portata da Clinton, anziché sperare sempre in una migliore offerta, avrebbero fermato il processo della perdita del loro territorio”.
– Perché questa scelta è arrivata proprio in questo momento?
“Da quando Trump ha fatto la sua visita in Medio Oriente c’è stata una lunga deliberazione su questo fatto ed oggi l’amministrazione americana è giunta a questa conclusione”.
– Quindi non ci sono altre motivazioni politico-economiche?
“L’unica motivazione politica è la spinta da parte dei cristiani evangelici, ai quali Trump aveva promesso di spostare l’ambasciata a Gerusalemme già in campagna elettorale. Sono stati loro che hanno insistito, sicuramente non il Governo Israeliano, che se ne frega altamente di questo”.
– Ecco, molti negano che Gerusalemme sia una città ebraica…
“È una città di chi allora, dei portoghesi? Non ho capito. C’è stata una popolazione ebraica da oltre 2mila anni e questo è un dato di fatto. La gente può pensare di tutto, ma ci sono evidenze storiche, ma anche queste non contano. Ma il dato di fatto è che Gerusalemme è capitale di uno Stato che da sempre gli arabi hanno cercato di cancellare. La cosa è finita… hanno perso”.
– Questo lo abbiamo capito, ma mi faccia finire la domanda perché è importante chiarire un aspetto. Israele è il fulcro delle 3 più importanti religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam…
“Benissimo! Quando i musulmani controllavano la parte orientale di Gerusalemme, loro hanno distrutto molte sinagoghe, quando gli israeliani invece hanno preso il controllo della città non hanno distrutto nulla dei musulmani”.
– Quello che vorrei cercare di chiarire con lei è che Gerusalemme diventa capitale di Israele, non dello stato ebraico. È corretto?
“Certo è lo Stato d’Israele, non è lo Stato ebraico. Si chiama Israele punto e basta. I cattolici hanno il Vaticano che è lo stato dei Cattolici, ma Israele è lo Stato d’Israele. La cosa è differente”.
– Viste le reazioni arrivate dall’Europa, lei prima parlava di Federica Mogherini, crede che Trump possa fare marcia indietro?
“No. L’idea che la Mogherini possa far fare un passo indietro a qualcuno è assurdo. Questo è una prova di futilità, mettersi a fare rumore su un caso come questo illustra soltanto la mancanza di potere”.
– Il primo ministro Benjamin Netanyahu, abbiamo già visto in altre occasioni essere una persona molto equilibrata, come sta reagendo?
“Lui non ha chiesto questa cosa. È assolutamente contento anche se la scelta poteva essere fatta molto tempo fa. Notate bene che la federazione russa ha dichiarato Gerusalemme capitale un anno fa, senza alcuna reazione da parte di nessuno”.
– E nei confronti degli alleati? Ad esempio come vede le dichiarazioni fatte dall’Italia ed altri 7 Paesi ieri al concilio di Sicurezza delle Nazioni Unite?
“L’Italia ha sempre preso una posizione formale a tal riguardo e non c’è nulla di sorprendente. Nessuno ci crede e non ha alcuna importanza. Non c’è alcun contenuto”.
– Ma quindi ora cosa succederà?
“Non succederà proprio niente! Urleranno un po’, lanceranno un po’ di pietre, ma rispetto a quello che sta accadendo nel resto del Medio Oriente, questo è nulla, uno zero su zero”.
– E la Turchia?
“Vediamo se Erdogan prende un po’ di tempo dall’arrestare i suoi concittadini. È da 60 anni che la Turchia fa dichiarazioni bombastiche senza poi fare nulla. Se inizieranno a fare qualcosa avranno a che vedere con la forza aerea israeliana. Se i turchi vogliono sperimentare, per sapere se sono cresciuti, se sono diventati capaci è la loro opportunità. Bene, ci provino”.
– Invece come valuta il ruolo dell’Arabia Saudita?
“I sauditi sono molto impegnati. Hanno appena comprato il Salvator Mundi per 400 milioni, avrebbero potuto darli ai poveri palestinesi nei campi. Si tratta di agire non di parlare”.
anche questa è una analisi precisa che non lascia posto a illazioni