Fascisti, mafiosi e jihadisti
IC7 – Il commento di Davide Romano
18 luglio 2017
Il primo comandamento per vincere una guerra è quello di individuare il nemico. Negli ultimi tempi in Italia abbiamo assistito a diversi ma paralleli dibattiti sull’indurimento delle leggi contro fascisti, mafiosi e jihadisti, con scambi delle parti rapidissimi a seconda di chi era nel mirino. Nessuna parte politica ha preso posizioni egualmente dure contro questi tre nemici della democrazia e della vita. Eppure è almeno dal settembre 2001 che dovrebbe essere chiaro a tutti come l’estremismo islamista sia un nemico da combattere. E invece no, abbiamo dovuto aspettare altri 15 anni (di stragi e massacri, anche in Occidente) per iniziare per esempio a vedere espellere numerosi islamisti. Così come abbiamo dovuto aspettare decenni (e l’opera del giudice Falcone in particolare, ma non solo) per individuare una serie di leggi severe per combattere davvero la mafia.
Lo stesso discorso dicasi per il neofascismo, che questa settimana ha visto tanti esponenti politici scatenare crociate con toni decisamente sopra le righe contro la proposta di legge Fiano (discutibile, per carità). So già che sarò accusato di fare di tutta l’erba un fascio, ma sono convinto che i tre fenomeni non siano affatto molto diversi: tutti e tre i movimenti vogliono comandare con l’utilizzo della violenza contro chi non la pensa come loro. Il loro modello di società è antidemocratico e prevede un’elìte che comandi sul popolo. Poi, certo, differenze ci sono, evidenti a tutti. Anche se non sono rari i casi di collaborazioni incrociate quando si parla di commercio di armi, droga o riciclaggio di denaro sporco. Tutti sanno per esempio come Hezbollah e i talebani commerciano in droga con la mafia, o come l’estrema destra ha spesso punti di contatto con il fenomeno mafioso, o del legame storico tra certo mondo islamico e l’estrema destra (a partire da Mussolini e Hitler, senza dimenticare quello più recente verso Arafat prima e Assad poi, da parte dei neofascisti).
Siamo dunque di fronte a fenomeni certo diversi come storia, ma non troppo dissimili nel desiderio di potere a tutti i costi. E se il nostro Paese non inizierà a considerare tutti e tre i fenomeni come il Male (sì, con la m maiuscola. Perché il Male esiste), e a provvedere con leggi adeguate a combatterli, il prezzo lo pagheremo noi cittadini in termini di vite. E duole ricordare come anche un nuovo movimento politico come quello dei 5 stelle, che si autodefinisce privo di ideologie, nei confronti dell’estremismo islamico invece ha mostrato molte simpatie. A partire dalle dichiarate antipatie di stampo complottista verso Israele, ma senza dimenticare le simpatie da Grillo in giù nei confronti dei regimi islamici: da Teheran a Gaza. Una coerenza che hanno mostrato più volte, passando per la loro partecipazione a incontri pubblici con imam fanatici. Purtroppo anche da questi “nuovi” esponenti della politica possiamo sentire arrivare un forte odore di vecchie ideologie. Per vedere un movimento politico italiano con una visione post-ideologica insomma, ci toccherà aspettare ancora. Sperando non sarà troppo tardi.
Davide Romano
Assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano, conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica – Milano
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
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