Gideon Levy: La menzogna come vocazione
L’ultimo articolo di Gideon Levy su Haaretz, L’attacco silenzioso di Israele a Gaza, pubblicato il 20 giugno da L’Internazionale è forse uno dei più abbietti scritti dal giornalista israeliano di cui già ci siamo occupati precedentemente. Una cosa va detta subito per evitare equivoci, Levy è un giornalista esattamente nella stessa misura in cui lo era Giovanni Preziosi, il direttore ferocemente antisemita di Vita Italiana, la rivista che veniva pubblicata a Roma durante il Ventennio. Non che Levy condivida con Preziosi l’antisemitismo, no, quello che lo apparenta è la stessa ferocia ideologica, la stessa allucinata ossessione. Quella di Preziosi era rivolta nei confronti degli ebrei, quella di Levy ha come obbiettivo il paese in cui vive, Israele.
Come abbiamo già fatto nel precedente articolo dedicato a questo menestrello dell’impostura procederemo anche qui con alcuni campioni che via via chioseremo.
“Oggi si rischia un nuovo massacro nella Striscia di Gaza. Controllato, misurato, non di massa, ma comunque un massacro. Quando politici, funzionari e opinionisti israeliani parlano del “prossimo round”, stanno parlando del prossimo massacro…E quindi chiamiamo le cose con il loro nome, perché di massacro si tratta. È di questo che si discute in questi giorni in Israele. Chi è a favore di un massacro e chi è contrario? Servirà a Israele? Gioverà alla sua sicurezza e ai suoi interessi? Aiuterà la base del Likud? Israele ha scelta? Certo che no. Qualsiasi attacco a Gaza si risolverà in un massacro. Non c’è niente che possa giustificarlo, perché niente può giustificare un massacro. E quindi dobbiamo chiederci: siamo a favore di un nuovo massacro a Gaza? Oppure siamo contrari?”.
La prosa non è esattamente quella schiumante del Céline di Bagatelles pour un massacre, ma evoca in qualche modo la retorica allucinata del pamphlet del grande scrittore francese. “Massacro” è parola di sicuro effetto, raddrizza il collo, stura le orecchie. Chi massacrerebbe chi? Gli israeliani i palestinesi, ovvio. Erode è sullo sfondo. Anche nel racconto evangelico di Matteo si narra di una strage ordita ai danni dei neonati dal tetrarca impaurito dalla voce che tra essi potesse esserci il Messia e della strage dei bambini Levy non si dimentica:
“La storia ci insegna che ogni “operazione” israeliana a Gaza è peggiore delle precedenti. All’operazione Piombo fuso (inizio 2009), con 1.300 vittime palestinesi, tra cui 430 bambini e 111 donne, è seguita l’operazione Margine di protezione (estate 2014), con 2.200 vittime, 366 delle quali bambini, 180 dei quali neonati, e 247 donne. Viva il progresso e l’aumento del numero di bambini massacrati. La potenza israeliana aumenta a ogni operazione”.
Prestiamo attenzione alle parole, “bambini massacrati”. Gli israeliani massacrano i bambini. Nel Medioevo gli ebrei venivano accusati di perpetrare sacrifici rituali sui bambini cristiani. Leggende nere e fosche che Levy ricicla nella loro chiave moderna, in quel protratto romanzo criminale su Israele che scrive da anni su Haaretz e di cui questo suo ultimo articolo rappresenta una vetta forse insuperabile. Gaza è rappresentata come prigione senza scampo, in cui a un povero popolo martoriato (da Israele) viene ora anche razionata l’elettricità in attesa del massacro imminente. Raramente si è giunti a un livello così alto di demonizzazione ebraica da parte di un ebreo, esempi analoghi si possono trovare solo nella più feroce pubblicistica antisemita nazista o musulmana. Il livello è parossistico e tocca qui un apice fecale:
“E quale altro modo ha Gaza di ricordare al mondo la sua esistenza e le sue inumane sofferenze, se non i razzi Qassam? Sono rimasti calmi per tre anni e adesso sono oggetto di una caccia congiunta da parte d’Israele e dell’Autorità palestinese: un grandioso esperimento su cavie umane. Un’ora d’elettricità è sufficiente per la vita umana? E se bastassero dieci minuti? E cosa succederebbe a degli esseri umani totalmente privi di elettricità? L’esperimento è già in fase avanzata e gli scienziati tengono il fiato sospeso. Quando verrà lanciato il primo razzo? Quando comincerà il conseguente massacro?”
I palestinesi di Gaza come cavie umane sottoposte alla crudeltà israeliana fiancheggiata dall’Autorità Palestinese. Non ricorda tutto ciò un’altra crudeltà e efferatezze maggiori? Quelle perpetrate dai nazisti nei confronti degli ebrei? Certamente. Il parallelo implicito che Levy vuole istituire è questo, si tratta di uno dei grandi feticci della demonizzazione di Israele, lo Stato ebraico come stato nazista.
Naturalmente questo pezzo espressionista e grossolano di propaganda omette dati essenziali, fatti indispensabili per comprendere, funziona solo con chi non sa o sa ma è in profonda malafede, come l’autore. E cioè che Gaza è un enclave islamica dal 2007, da quando con un golpe Hamas il partito integralista fondato dallo sceicco Yassin prese il potere attraverso uno spietato regolamento dei conti con il rivale Fatah, che Hamas ha governato e governa da allora con il terrore su una popolazione dove il 70% dipende dai sussidi assistenziali e il 60% si arrangia con meno di due dollari al giorno a fronte del miliardo di dollari investito nella struttura militare da Hamas dal 2007 a oggi, che ogni mese Hamas raccoglie circa 28 milioni di dollari in tasse dai residenti della Striscia e che una parte cospicua delle tasse raccolte viene utilizzata per i salari dei membri dell’organizzazione mentre un’altra parte viene utilizzata per la fabbricazione di razzi e tunnel, che la crisi dell’elettricità in cui versa la Striscia è dovuta a una diatriba tutta interna all’Autorità Palestinese e Hamas, da quando ad aprile l’Autorità Palestinese dichiarò che non avrebbe più pagato il 40% della tassa sulla fornitura dell’elettricità erogata da Israele, che Israele nonostante ciò ha continuato a erogare elettricità gratis alla Striscia per sei settimane.
Tutto questo Levy non lo dice, come non dice che i dati dei morti civili che riporta sono la conseguenza di due conflitti non voluti da Israele e provocati in entrambi i casi da Hamas, come non dice che Israele abitualmente prima di colpire la Striscia ha sempre fatto il possibile per minimizzare i morti mentre Hamas ha sempre fatto il massimo per massimizzarli, soprattutto tra i civili, così da potere lucrare cinicamente sulla morte soprattutto delle donne e dei bambini. Nelle parole limpide di Asa Kasher, professore di filosofia e linguistica all’Università di Tel Aviv e autore del codice di condotta dell’IDF:
“Hamas attacca gli israeliani indiscriminatamente e lo fa da aree residenziali e anche da moschee, ospedali e scuole. Produce le munizioni in un campus universitario e stocca i suoi razzi nelle moschee e nelle scuole dell’UNRWA. I suoi comandanti e il suo sistema di comando e di controllo spesso operano nel seminterrato di un ospedale e i suoi combattenti non combattono in uniforme (se non, quando è utile, con l’uniforme dell’IDF). Hamas viola senza scrupoli ogni regola del manuale. Come dovrebbe reagire Israele?”.
Per Levy la risposta è semplice, non dovrebbe reagire affatto. Dovrebbe restarsene in attesa di ricevere i razzi Quassam da Gaza, circa 4700 durante l’arco delle sette settimane del 2014. Levy infatti non è interessato alla verità ma unicamente alla fiction nera intessuta di menzogne in cui il protagonista principale è Israele, lo Stato criminale par excellence.
Nel Mein Kampf, Adolf Hitler aveva già anticipato Gideon Levy e il suo metodo di “lavoro” quando scriveva che le masse sono molto più prone alle grandi menzogne che alle piccole poiché “Non gli verrebbe mai in mente di fabbricare falsità colossali e non crederebbero che altri avrebbero l’impudenza di distorcere la verità in modo così infame”.
Niram Ferretti, L’Informale, 22/06/2017
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