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Contestazioni, insulti e appelli al boicottaggio. A Milano la Brigata ebraica sarà dentro al corteo per la Liberazione, ma il clima in cui sfileranno le stelle di David fa paura. Le frange estremiste dei centri sociali già preparano l’accoglienza in San Babila, all’altezza della strettoia che separa la sfilata dall’arrivo in piazza Duomo, dove parleranno il sindaco Beppe Sala e il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha già avvertito: chi attacca la Brigata ebraica «nega la storia e la piega a interessi avulsi dallo spirito del 25 aprile». Una scomunica istituzionale che lascerà probabilmente indifferenti gli ultrà di un fronte anti-israeliano composto da pochi (ma) esagitati.

Il coordinamento lombardo del Bds (la sigla che propugna «Boicottaggio, disinvestimento e Sanzioni» nei confronti di Israele) ha confermato che sarà in piazza, ma precisa che «non ha mai partecipato, né partecipa alle contestazioni nei confronti della Brigata ebraica». In effetti sono praticamente dei moderati rispetto al Fronte Palestina, al Forum Palestina e ad altre realtà in cui sguazzano vecchi arnesi dell’estremismo. Il Forum Palestina ha condiviso un intervento in cui si sostiene che le Stelle di David rappresentano «un oltraggio» al 25 aprile, simboli di «uno stato occupante che si è macchiato di crimini di apartheid e pulizia etnica».

Ci si muove in un impasto delirante di terzomondismo, (malcelato) antisemitismo di sinistra, decrepite suggestioni ideologiche, autentiche bufale. Basti pensare che negli anni scorsi sono stati contestati anche i reduci dei campi di sterminio. E si sono mossi fra urla, sputi e bandiere di Hezbollah gli stessi ebrei milanesi, che sfilavano dietro lo striscione della Brigata che con 5mila uomini partecipò alla Liberazione inquadrata nell’esercito britannico. Particolarmente attivo negli appelli alla contestazione è Francesco Emilio Giordano, lo stesso – ricordano gli Amici di Israele – che ha fatto parte della «Brigata XXVIII marzo» responsabile dell’omicidio del giornalista Walter Tobagi. Condannato a 30 anni e 8 mesi, in appello divenuti 21 anni, Giordano ha finito di scontare la pena nel 2004. Due anni fa si è parlato di lui per un attacco a testa bassa rivolto all’ex presidente della Comunità ebraica milanese, e oggi esponente del Pd, Lele Fiano, che resta fra i destinatari di farneticanti polemiche, come Roberto Cenati, il presidente dell’Anpi Milano che – a differenza di quello nazionale – si è schierata dalla parte della Brigata ebraica. Ma non mancano attacchi a Radio Popolare (storica emittente della sinistra milanese). E ovviamente viene definito «sionista» (aggettivo distorto e impiegato come il peggiore degli insulti) anche lo stesso Sala, che l’anno scorso ha reso omaggio allo striscione della Brigata e ieri ha confermato: «Buona parte del corteo la farò vicino al gonfalone del Comune, però vorrei anche muovermi e in particolare passare a fianco della Brigata ebraica». Sala potrebbe incontrare Stefano Parisi, suo avversario un anno fa nella campagna elettorale per la fascia tricolore, oggi leader di «Energie per l’Italia», da sempre vicino alla causa di Israele. Parisi ha annunciato che sfilerà con la Brigata ebraica e, come accaduto negli anni scorsi, ci saranno esponenti di Forza Italia, dei Radicali, di Lombardia popolare e della Lega: il capogruppo Alessandro Morelli, presente nel 2016, dice che «col cuore» ci sarà anche quest’anno. E il leghista municipio IV, il 24 celebrerà «la vita e la nascita di Israele» nella data ebraica della Giornata della memoria.

Alberto Giannoni, Il Giornale 22/04/2017

 

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