Gli accordi internazionali successive hanno similmente preservato la rivendicazione di Israele relativa ai territori oltre la linea armistiziale del 1949, ovvero la “linea verde”, o il “confine pre-1967”. Per esempio, l’accordo armistiziale del 1949 con la Giordania, la quale occupò illegalmente la West Bank e Gerusalemme Est dal 1946 al 1967, afferma chiaramente che “Nessuna disposizione di questo accordo potrà in nessun modo pregiudicare i diritti, le rivendicazioni e le posizioni di entrambi le parti se non nel corso della definizione pacifica definitiva della questione palestinese, essendo le disposizioni di questo accordo dettate esclusivamente da considerazioni militari”. In altre parole, esso preserva interamente la rivendicazione di Israele sulla West Bank. Inoltre esso venne supervisionato da due ufficiali dell’ONU i quali ne inviarono le copie a diverse agenzie ONU, incluso il Consiglio di Sicurezza, quel medesimo Consiglio di Sicurezza il quale, così sprezzantemente, ha abrogato questa tutela dell’ONU la scorsa settimana.

Arrivando all’Accordo di Oslo del 1993, in base al quale Israele ha ceduto volontariamente parti della West Bank e di Gaza ai palestinesi, non si troverà alcuna consacrazione della linea armistiziale del 1949. L’accordo elenca esplicitamente “Gerusalemme” e “gli insediamenti” come “questioni le quali verranno negoziate nell’ambito di uno statuto negoziale permanente”, il che significa che Israele non rinunciò alla propria rivendicazione su Gerusalemme o ad alcun territorio sul quale sono collocati gli insediamenti. Questo documento venne formalmente supervisionato dagli Stati Uniti e dalla Russia, due dei paesi i quali, la settimana scorsa, hanno spensieratamente votato per abrogarne i termini.

Nel 1995 l’Accordo Interinale ha trasferito ulteriore territorio ai palestinesi, ma un’altra volta ancora ha designato Gerusalemme e gli insediamenti come questioni da negoziare nel contesto di accordi definitivi, dunque preservando le rivendicazioni di Israele nei loro riguardi. Questo accordo ha aggiunto ulteriori supervisori, includendo l’Egitto e l’Unione Europea. L’Egitto è attualmente un membro del Consiglio di Sicurezza, come lo sono tre paesi dell’Unione Europea, la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna (la quale ha votato per lasciare l’Unione Europea ma non lo ha ancora fatto). Dunque siamo arrivati a sei membri del Consiglio di Sicurezza i quali hanno votato per abrogare gli accordi che avevano supervisionato.

Non casualmente la Risoluzione 2334 ha trattato Israele in un modo in cui nessun altro membro dell’ONU è stato trattato. Come hanno scritto Eugene Kontorovich e Penny Grunseid tre mesi fa, l’ONU non ha mai qualificato nessun altro stato come una “potenza occupante”, non la Turchia nel nord di Cipro, non la Russia in Georgia e Crimea, non l’Armenia nell’Azerbaijan, ecc. Tuttavia questi territori occupano di fatto il territorio di altri stati mentre Israele “occupa” un territorio che non è mai appartenuto a nessun altro paese (in nessun momento della storia umana è mai esistito uno “stato palestinese”) e sul quale ha secondo la legge internazionale la rivendicazione più forte.

In breve, la Risoluzione 2334 viola le decisioni precedenti della Società delle Nazioni e del Consiglio di Sicurezza.  Viola accordi firmati e supervisionati dagli stessi stati che l’hanno votata, viola un principio fondamentale di tutta la legge stabilendo un criterio per Israele e un altro per il resto del mondo. In quanto tale esiste solo una via per chiunque abbia a cuore “la legge internazionale”, trattarla come una risoluzione del tutto destituita  di “alcuna validità legale”

Evelyn Gordon, Commentary, 28/12/2016

L’Informale, 03/01/2017

 

 

 

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