Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità Ebraica di Milano di febbraio 2016, a pag. 15, con il titolo “François Mitterand e Sandro Pertini: furono buoni presidenti della Repubblica? Un sondaggio ne rilancia parzialità, zone d’ombra, ambigue simpatie”, il commento di Angelo Pezzana.
Angelo Pezzana
Sandro Pertini François Mitterand
La Francia ha finalmente dissecretato la documentazione riguardante il regime collaborazionista di Vichy con l’invasore nazista. Notizie frammentarie erano già apparse anni fa, soprattutto quelle di personaggi che hanno poi ricoperto cariche importanti nella vita della Repubblica, come François Mitterand, dei cui trascorsi poco chiari si sapeva anche se in modo superficiale. Una prova di democrazia, anche se con molto ritardo. Il suo passato però, per quanto imbarazzante , non è più affare da prime pagine. Non la pensa così il Figaro, che ha chiesto ai propri lettori se Mitterand è stato un buon Presidente della Repubblica. Una domanda generica, un giudizio globale, che però ha tenuto conto delle ultime rivelazioni, se l’85% ha risposto no.
Una percentuale molto alta, che non onora la sua memoria. La funzione del Capo dello Stato francese non è paragonabile al nostro Presidente della Repubblica, i poteri a disposizione sono infinitamente maggiori. Sarà forse per questo che un sondaggio come quello del Figaro in Italia non è mai stato fatto. Ad eccezione di Luigi Einaudi, che ha riscosso sempre grandi apprezzamenti trasversali, gli altri presidenti non sono entrati nella memoria collettiva, salvo le polemiche suscitate quando erano al Quirinale, ricordiamo Leone e Cossiga.
Il terrorista Yasser Arafat negli anni della presidenza Pertini era ospite d’onore in Italia, anche in Parlamento, anche ricevuto dal Papa…
Ce n’è uno però sul quale vorremmo porre la domanda rivolta a Mitterand: è stato un buon presidente ? Il suo nome è Sandro Pertini, che nell’ormai lontano, ma non dimenticato anno 1982, inviò il messaggio di fine anno a reti unificate dimenticando di ricordare l’uccisione davanti alla sinagoga di Roma di Stefano Tachè, da parte di terroristi palestinesi il 9 ottobre di quell’anno. Non entriamo in questa sede sulle connivenze, ci interessa piuttosto sottolineare l’immagine che Pertini diede di sé davanti alle telecamere, in un atteggiamento del tutto fuori luogo: con un bimbo palestinese seduto accanto a lui, sopravvissuto alla strage di Sabra e Shatila, attribuendone la responsabilità a Israele. Non erano stati i cristiani maroniti gli esecutori della mattanza per vendicare l’assassinio del presidente cristiano Gemayel, nessun dubbio, il colpevole era lo stato ebraico. La connivenza del Psi craxiano con il terrorismo palestinese – lunga è la lista – trovò in quella trasmissione la benedizione della carica più alta della Repubblica. La figura storica di Pertini è consegnata all’oblio, di lui si ricorda, insieme alla pipa, anche l’aver ricevuto con tutti gli onori Arafat, essendo però in buona compagnia, venne accolto anche dal Papa.
Oggi, che il suo nome è dimenticato, soltanto qualche viaggiatore potrà leggere sotto la scritta “Aeroporto di Torino” a lui dedicato, sempre in era craxiana, pur essendo genovese. Ma come in tutte le storie, c’è un lato positivo, al momento dell’atterraggio il saluto è sempre ‘ benvenuti all’aeroporto di Torino Caselle’. Ma il nome di Sandro Pertini potrebbe rientrare, Alitalia è stata comprata da Etihad, compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, che nello scorso mese ha rilanciato il marchio con una grande campagna pubblicitaria su tutti i giornali, ma nelle destinazioni internazionali debitamente segnalate, ne mancava una. Indovinato quale ? Tel Aviv, ovviamente. Ci auguriamo che nessun responsabile Etihad legga queste righe, potrebbe venirgli in mente di ricordare agli assistenti volo di rimettere accanto a Torino Caselle un nome, il cui ricordo è bene rimanga negli archivi di Wikipedia e della Rai.
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