Il boicottaggio “accidentale” del Golan
La decisione sciatta e dilettantesca del Parlamento Europeo dimostra ancora una volta che questi attacchi a Israele non c’entrano nulla con la soluzione della questione palestinese
Di Yair Lapid
Il Parlamento Europeo ha votato a larga maggioranza di iniziare a etichettare le merci provenienti dai “territori occupati” sotto controllo israeliano. Dopo oltre 300mila morti in Siria, il crollo dell’Iraq, la disintegrazione della Libia, un’ondata di profughi che minaccia di soffocare l’Europa e un pessimo accordo nucleare con l’Iran, finalmente l’Unione Europea ha trovato la vera causa di tutto questo: una bottiglia di Chardonnay Yarden proveniente da una cantina sulle alture del Golan.
Questa decisione non è solo immorale: è anche sorprendentemente dilettantesca. Le alture del Golan sono una zona nel nord di Israele che non ha a che fare con il contenzioso israelo-palestinese. In realtà, non c’è un solo palestinese che viva sulle alture del Golan. Si tratta di una piccola fascia di terra caduta sotto la categoria di “territorio occupato” dopo che è stata conquistata alla Siria durante la guerra difensiva combattuta da Israele nel 1967.
Ora si immagini che noi israeliani fossimo così spaventati dal boicottaggio (non lo siamo) da decidere di ritirarci dalle alture del Golan. A chi esattamente dovremmo consegnarle? Ci sono in effetti tre o quattro opzioni possibili.
La prima opzione è Jabhat al-Nusra, l’ala locale di al-Qaeda posizionata in prossimità del nostro confine. Un’altra opzione è lo “Stato Islamico” (ISIS), che si batte per il controllo della zona. Una terza opzione è Hezbollah, schierato sul versante libanese del confine. Una quarta opzione è il sanguinario regime dello stesso presidente Assad. Si può presumere che la prima cosa che farebbe Assad sarebbe quella di arruolare nelle sue forze tutti gli uomini drusi che da quasi cinquant’anni vivono come persone libere ed eguali sulle alture del Golan attualmente sotto controllo israeliano. Le donne e i bambini potranno invece andare a infoltire i milioni di profughi che sono già fuggiti dal suo regime assassino.
Prima di pronunciarsi, si noti quella che non è un’opzione: l’Autorità Palestinese. Questo perché l’Autorità Palestinese non è mai stata sulle alture del Golan e quand’anche il mondo le chiedesse di andarci, non avrebbe alcun interesse a farlo.
Allora, come mai i prodotti dalle alture del Golan sono inclusi nel boicottaggio europeo? (e cerchiamo di non prenderci in giro: è chiaro che l’etichettatura significa boicottaggio).
Il motivo è che l’entusiasmo con cui viene accolta l’idea di danneggiare Israele è così grande, e le sue vere motivazioni così bieche, che nessuno si è nemmeno preso la briga di controllare i dettagli, sepolti in qualche scantinato dell’Unione Europea. E’ bastato dire che si trattava di dare addosso a Israele e tutti si sono sentiti talmente investiti dal fuoco sacro della giustizia assoluta da attaccare l’unica gestione democratica che funziona in Medio Oriente, anche in un’area totalmente scollegata dal contenzioso in questione.
In questo caso non è stato il concetto che sta dietro all’etichettatura a svelarne i veri motivi inconfessabili, ma il modo sciatto e menefreghista con cui è stata decisa. Il fatto che l’Unione Europea abbia accidentalmente deciso di etichettare e boicottare migliaia di cittadini israeliani che non sono in alcun modo collegati alla questione palestinese è un’ulteriore prova che tutto questo non ha nulla a che fare con la promozione della pace. Si tratta della capitolazione dell’Unione Europea di fronte a islamisti ed estremisti che esigono che lo stato di Israele venga attaccato in ogni modo possibile, con o senza logica.
(Da: Times of Israel, 12.9.15)
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