Policlinico di Catania: aspra polemica tra i dirigenti e gli Ebrei osservanti
Sparite 50 cartelle ambulatoriali, tutte di catanesi ebrei osservanti. Volano insulti ai Rotoli della Torah, i libri sacri che contengono le leggi e i comandamenti insieme con la storia d’Israele. Le testimonianze che abbiamo raccolto sono la punta dell’iceberg di una polemica finita sul tavolo dell’Autorità Giudiziaria
Hanno impiegato cinquecento anni per tornare a casa: dopo i fatti del 1492 – “nel marzo di quell’anno i sovrani di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, emanarono più editti per l’espulsione degli ebrei dai loro domini, uno fu destinato alla Sicilia” –, la comunità ebraica siciliana ha ricostruito la Sinagoga nel 2008, a Siracusa sotto la guida spirituale del Rav Stefano Di Mauro. “Io, insieme ai siracusani che subito mi si affiancarono nella preghiera del Sabato, comprammo il primo Sefer Torah da Israele”, ricorda il Rav Di Mauro, e poi riconosce alla moglie la determinazione a ritornare in Sicilia. Lei nel 2007 insistette perché tutta la famiglia si trasferisse a Siracusa, nonostante le sue origini americane e nonostante lui con successo esercitasse a Miami la professione di medico e l’insegnamento universitario della Medicina. Ma tornare a casa sovente avviene per una strada lunga e tortuosa. Lo sa bene il Rav, investito dalle lamentele dei ‘fratelli’ di Catania, suscitate dai comportamenti di certi colleghi medici.
I fatti risalirebbero al 2013 e hanno a che fare con il confronto su temi scientifici tra la comunità ebraica osservante e personaggi dell’ambiente medico catanese con alte funzioni di responsabilità, stando alle testimonianze raccolte grazie alla disponibilità del Rav Di Mauro. Dalle nostre interviste incrociate, abbiamo ricostruito così la vicenda: “All’interno del Policlinico universitario di Catania – ci raccontano alcuni catanesi ebrei osservanti – il dottor Antonino Lazzara, oggi direttore sanitario e all’epoca dei fatti direttore generale facente funzione, e il dottor Giampiero Bonaccorsi, oggi direttore generale facente funzione, nel corso del 2013 e del 2014 sono stati invitati al confronto su diverse iniziative per la dottrina kasher. La Sinagoga di Siracusa era disponibile a dare assistenza, stante che a Catania ha delle sedi operative impegnate a favore della cultura della pace, della religiosità ebraica e della lotta alle discriminazioni razziali. Invece, al Rabbino Stefano Di Mauro, che è anche medico, è stato impedito di accedere di persona nei locali del Policlinico di Catania, nonostante le nostre richieste a tal senso; né è stato mai ricevuto dai vertici del Policlinico e le sue richieste, anche tramite terzi, sono state sempre rifiutate. L’atteggiamento dei due dirigenti ci è parso talmente diffidente e sospettoso al punto di riuscirci inaccettabile, visto che ci muoviamo all’interno di un ambiente universitario”.
Come reagì la Sinagoga di Siracusa innanzi a questi fatti? Domandiamo, e loro rispondono: “Abbiamo inviato lettere ufficiali al Rettore dell’Università di Catania, il professore Giacomo Pignataro; al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al suo assessore alla Salute, Lucia Borsellino; a tutti i rappresentanti dei gruppi politici dell’ARS, ma a ben guardare l’esito possiamo dire che le nostre lettere sono state considerate carta straccia”.
Il racconto che ci fanno si addentra nello specifico della percezione di un clima crescente di offese ai sentimenti e alla dignità della comunità ebraica: “più che una caduta di stile, troviamo disgustoso che taluno abbia scambiato i Rotoli della Torah per nuova marca di carta …”. Sino a descriverci uno spiacevole fatto ad oggi velato di mistero. “Nel dicembre del 2014 – continuano a raccontarci – la Sinagoga denunciò alla Stazione dei Carabinieri di Nesima la scomparsa delle cartelle ambulatoriali di circa cinquanta pazienti, tutti catanesi ebrei osservanti, che nel corso del 2013 e del 2014 si erano rivolti all’ambulatorio del Policlinico, la cui attività assistenziale è stata peraltro soppressa dagli organi dirigenti con motivazioni che ci appaiono quanto meno discutibili. Ci aspettavano parole pacificatrici da parte del Rettore, il professore Pignataro: niente affatto, anzi, proprio lui ha dimostrato di non essere un buon padrone di casa, disertando la Sala dove si svolgeva la premiazione della manifestazione internazionale ‘Virdimura’ e non curandosi neppure di salutare, a conclusione dell’evento, come vorrebbero le buone maniere, il Rav Stefano Di Mauro, il Rabbino di Roma professore Riccardo Di Segni e il Rabbino di Gerusalemme professore Abraham Goldstein”.
“Ho formalizzato un esposto ad una Autorità Giudiziaria dell’Isola, per presunti atti e gesti discriminatori, ed ho anche denunciato una grave minaccia telefonica ai miei danni perché ritirassi tutte le lettere scritte e protocollate di protesta per i gravi atti antisemiti – conclude il Rav Di Mauro -. Naturalmente, io e la mia comunità ci affidiamo alla decisione dell’Autorità Giudiziaria, ma non si può tacere sul fatto che esponenti istituzionali, soprattutto in ambito universitario e della Sanità, assumano iniziative e avallino comportamenti di presunta grave discriminazione religiosa, culturale, assistenziale e alimentare. Siamo sbigottiti del silenzio del presidente Crocetta e dell’assessore Borsellino. Sul Rettore Pignataro abbiamo una certezza: tutte le iniziative in favore della pace e degli ebrei che riguardino la Sinagoga di Siracusa, le sue sedi di Catania e i suoi collaboratori, lo vedono sicuramente ostile e fiancheggiatore dei presunti antisemiti”.
Sullo sfondo vi è il confronto tra diverse culture alimentari che riflettono diversi stili di vita, ciascuno ritenuto più appropriato di altri a garantire un benessere psico-fisico, in particolare a contrastare l’incidenza del tumore che in misura percentualmente significativa affligge la popolazione giovane. Kasher è un aggettivo ebraico con cui si indica ogni genere di cibo naturalmente puro secondo la legge religiosa ebraica. Presso settori dell’ambiente accademico, non ci riferiamo solo a quello catanese, è comprovata la correlazione tra kasher e bassa incidenza di alcuni tumori. Sulla bagarre si aspetta ora il responso dell’Autorità Giudiziaria.
Flora Bonaccorso
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