“Vattene, ebreo”
“Vattene, ebreo”: il video del reporter con la kippah per le strade della Svezia
Peter Lindgren ha attraversato la sua città con la kippah in testa e una catenina con la stella di David. Il risultato è un documentario di 58 minuti, intitolato “Odiare gli ebrei a Malmoe”. Guarda il video
28/01/2015
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Il vento dell’intolleranza antiebraica raggiunge la Svezia e in particolare la città di Malmoe, dove risiede una numerosa comunità musulmana al cui interno di moltiplicano gruppi di individui ostili, aggressivi, nei confronti degli ebrei: a raccontarlo è Peter Lindgren, reporter di una tv di Stoccolma che ha deciso di travestirsi da ebreo per documentare una realtà da molti sconosciuta. Lindgren si è messo una kippà sulla testa, ha indossato una catenina con la stella di David ed ha iniziato a camminare in città, sempre seguito da una telecamera nascosta e dei microfoni per rilevare parole e gesti delle persone in strada.
Il risultato è un documentario di 58 minuti, intitolato “Odiare gli ebrei a Malmoe” che è stato trasmesso questa settimana consentendo a milioni di telespettatori di ascoltare passanti che hanno apostrofato il reporter definendolo “ebreo di merda” o “ebreo diabolico” mentre in altre occasioni si vede sullo schermo chi gli chiede in tono perentorio di “andarsene” e chi, più bonariamente, gli suggerisce “se tieni davvero alla tua sicurezza vattene”. Nel quartiere di Rosengard, abitato in maggioranza da immigrati musulmani, Lindgren è stato circondato da una dozzina di uomini che lo hanno minacciato fisicamente mentre da alcuni edifici vicini gli tiravano contro uova, gridando insulti anti-ebraici.
Da qui la conclusione del documentario sugli ultimi 600 ebrei rimasti a Malmoe che “hanno paura di uscire di casa e pensano di andarsene perché non vogliono far crescere i figli in questo ambiente”. Gran parte degli ebrei di Malmoe si sono trasferiti a Stoccolma a seguito dell’attacco esplosivo contro un edificio della Comunità, avvenuto nel 2012, lamentando la carenza di sicurezza collettiva e la mancanza di contromisure da parte della polizia. A contribuire a tale atmosfera è stato il sindaco di Malmoe, Ilmar Reepalu, che nel 2010 reagì ad un’aggressione di piazza contro una manifestazione di solidarietà a favore degli ebrei, spiegando che erano stati gli ebrei stessi “a provocare tali violenze non avendo condannato i crimini israeliani commessi nella Striscia di Gaza”.
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