Israele e la sua popolazione sono razzisti? A leggere i proclami dell’associazionismo pugliese dell’estrema sinistra, un osservatore sprovveduto potrebbe crederci davvero. Per contestare e purtroppo riuscire ad annullare l’evento “Ponte di pace e di amicizia” tra la città di Massafra (Taranto) e Gerusalemme, questa galassia di gruppi ha parlato come sempre di Apartheid, di razzismo verso gli arabi, di volontà genocida dei sionisti, e via delirando.
Ma proviamo a analizzare l’accusa con dati concreti. Partiamo da chi agita queste teorie: a farlo sono persone credibili? Se guardiamo alle biografie della grande parte degli autori di queste accuse, troviamo un discreto campionario di ex sostenitori del comunismo cinese o sovietico e loro nipotini, piuttosto che centri sociali dal carattere aggressivo se non violento.
In queste campagne anti-israeliane c’è un dato che dovrebbe fare riflettere: i “compagni” sono affiancati dai camerati dell’estrema destra di Casa Pound. Una coincidenza di idee che dovrebbe fare riflettere. Costoro infatti, gli estremisti di sinistra e di destra, hanno in comune una sola cosa: il totale disprezzo dei diritti umani. Per questo non hanno denunciato i morti del comunismo gli uni, e quelli di Pinochet e dei colonnelli greci gli altri. Hanno condannato solo le ideologie avverse alla propria, senza curarsi dei massacri di esseri umani. A loro non interessa la vita delle persone ma solo l’ideologia, anche se questa passa sopra la vita di poveri innocenti.
Ma passiamo ora al merito dell’accusa di razzismo: secondo loro gli israeliani odierebbero gli arabi. Una follia? Sì. Inutile ricordare come il 20% degli arabi-israeliani gode in Israele di diritti che nessuno di loro avrebbe in altri paesi del mondo arabo: votano, vanno a scuola, lavorano e godono come tutti dell’eccellenza sanitaria israeliana così come degli aiuti statali in caso di disoccupazione. Del resto, non è un caso se non si è mai registrata una fuga degli arabi-israeliani dal loro Paese. Non avrebbe senso, non hanno da chi fuggire.
Cosa che si sta invece verificando in questi anni per gli ebrei francesi, a seguito delle continue e ripetute aggressioni da parte di membri della comunità maghrebina transalpina. Così come è avvenuto a metà del secolo scorso per l’ebraismo nordafricano che è dovuto fuggire dal Maghreb, a causa delle continue aggressioni sanguinarie a cui era sottoposta. Naturalmente le vittime per questi militanti dell’estrema sinistra valgono solo se hanno un colore politico. Quindi in merito alla cacciata di quasi un milione di ebrei dal Maghreb non sentirete mai un lamento, da parte loro. Nessuna accusa di razzismo rivolta ai maghrebini del secolo scorso e di oggi, ovviamente. Mentre sempre ricorderanno i palestinesi usciti da Israele durante la guerra del 1948. Eppure la differenza dovrebbe saltare agli occhi: nel 1948 c’era una guerra (anche questa, giova ricordare, assai poco condannata dai cosiddetti pacifisti) dichiarata dai paesi arabi per distruggere il neonato Stato di Israele. E durante una guerra, è purtroppo normale che ci siano dei profughi tra le popolazioni.
Nel secolo scorso invece, la popolazione ebraica maghrebina, residente da secoli in quei territori, fu cacciata senza che ci fosse alcun conflitto. Eppure di questa storia da parte dei fanatici di destra e sinistra non troverete traccia. Il perché è chiaro: come potrebbero parlare di razzismo degli israeliani nei confronti degli arabi, quando tanti israeliani sono esattamente quegli stessi profughi maghrebini che hanno ricevuto riparo nello Stato ebraico? E’ chiaro che questi estremisti devono cancellare dalla Storia quello che non fa loro comodo. Quindi non solo la cacciata degli ebrei dal Maghreb, ma anche per esempio il contributo della Brigata Ebraica alla guerra di Liberazione dal nazi-fascismo, che loro negano ad ogni 25 aprile.
Ma anche il presente è per loro pericoloso: per questo devono cancellare il fatto che i palestinesi (anche i terroristi!) per esempio vengono curati negli ospedali israeliani, che se un israeliano uccide un palestinese questo viene processato e condannato. Cosa che a parti invertite non darebbe luogo a un processo, ma a una glorificazione da parte delle autorità palestinesi.
La realtà è insomma un’altra, come avrete facilmente capito. Laddove ci sono stati ebrei (o cristiani) perseguitati in tutto il mondo arabo, la cosa deve essere taciuta o negata. Se però un solo arabo subisce un’ingiustizia in Israele, l’ordine è quello di scatenare l’inferno. Quando vittime e carnefici vengono trattati diversamente a causa della loro identità, il principio di uguaglianza di cui tanto si riempiono la bocca va a farsi benedire. Ed emerge la vera natura razzista di questi movimenti comunisti e fascisti, che non a caso nella discriminazione antiebraica trovano un collante ideologico comune.
Davide Romano
Portavoce della sinagoga Beth Shlomo di Milano, conduttore televisivo, scrittore, autore di opere teatrali, collabora con La Repubblica – Milano
One Response to L’antisemitismo dell’estrema destra si salda con quello dell’estrema sinistra, anche in Italia
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Anti-Semitism, a result of one of the few conspiracies that is not just a theory. No accident that the world is filled with bias and vilification of the Jews.. the hatred is a carefully orchestrated, genocidal attack which began thousands of years ago and continues to this day with the hopes of dancing on the graves of our people.