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Emanuel Baroz
19 settembre 2014

Denuncia bomba dell’Autorità nazionale palestinese

Secondo l’Autorità Nazionale Palestinese, quindi, chiunque tenti di raggiungere l’Europa sarebbe costretto a pagare tremila e cinquecento dollari per lasciare Gaza attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto, e altri duemila dollari per lasciare Gaza attraverso un tunnel sotterraneo. Nelle operazioni sarebbero implicati anche trafficanti egiziani del Sinai.

Secondo l’agenzia di stampa, l’esodo dei palestinesi in fuga da Gaza e’ principalmente legato a ragioni di natura economica, ma soprattutto alle pressioni, intimidazioni e continue violenze che coloro che non appartengono al gruppo terrorista di Hamas sono costretti a subire dai miliziani di questa pericolosa organizzazione armata islamica.

“Il versante palestinese del valico di Rafah e’ una mafia gestita da Hamas” ha sintetizzato “Wafa”, accusando anche i vertici di Hamas di distribuire solo fra i suoi seguaci gli aiuti internazionali che giungono nella Striscia di Gaza. In meno di una settimana, 450 palestinesi in fuga dalla Striscia sono morti nelle acque di Malta e 15 in quelle di Alessandria.

Ora è finalmente svelato chi c’è dietro le ondate micidiali di extracomunitari che arrivano – grazie a mare Nostrum – in Italia: una delle più temibili organizzazioni terroristiche islamiche, Hamas.

(Fonte: Il Nord Quotidiano, 19 Settembre 2014)

“MEGLIO MORIRE ANNEGATI CHE CONTINUARE A VIVERE A GAZA”

Dopo l’affondamento di un barcone di migranti lungo le coste egiziane di qualche giorno fa, un abitante di Gaza racconta: “Non credo che quest’incidente fermerà l’esodo da Gaza perché la gente è disperata e vuole andarsene. Chi scappa dice che è meglio morire in mare che morire di disperazione a Gaza”.

Quest’articolo pubblicato da Haaretz getta nuova luce sulla tragedia degli abitanti della Striscia di Gaza controllata da Hamas: la migrazione clandestina orchestrata da trafficanti senza scrupoli sono vicini agli ambienti di Hamas che a loro volta impedisco al governo di unità nazionale palestinese di fermare le vie del traffico clandestino.

Con l’aiuto dei trafficanti migliaia di palestinesi hanno lasciato Gaza usando i tunnel e le navi già dall’inizio dell’Operazione Margine Protettivo. L’ambasciata palestinese in Grecia ha dichiarato che la nave affondata l’altro giorno lungo le coste di Malta aveva a bordo 450 persone di cui gran parte palestinesi della Striscia che sono stati intenzionalmente speronati da una nave di trafficanti.

Diverse testimonianze raccontano il meccanismo del traffico umano: “Per scappare bisogna pagare 3.500/4.000$ a persona. Per uscire da Gaza si fa uso dei famigerati tunnel di Rafah, valico che separa Gaza dall’Egitto. Sono tunnel piccoli perché quelli grandi sono stati distrutti dagli egiziani, tant’è che per diversi metri bisogna anche gattonare per arrivare in Egitto. Una volta sbucati, un minibus è già pronto per portare i disperati a Port Said dove rimarranno ad aspettare in un alloggio fintanto che non verranno preparati i documenti falsi e corrotto quanto basta le autorità egiziane. Poi una volta giunti ad Alessandria, un barcone sarà pronto a salpare nella maggior parte dei casi, verso l’Italia. Il viaggio dura una settimana. In prossimità delle coste italiane il barcone invia un messaggio di aiuto per poi essere messi in salvo dalla Guardia Costiera italiana o dalla Croce Rossa.

Gaza, soldi per la ricostruzione agli scafisti per raggiungere l’Europa

Ciascuna famiglia della Striscia di Gaza riceve circa tremila dollari per le prime necessità dopo la guerra. Molte li usano per pagare gli scafisti per un “viaggio della speranza”.

di Raffaello Binelli

L’ultimo scontro tra Israele e Hamas ha avuto, come effetto collaterale, anche l’aumento dei viaggi della speranza verso l’Europa da parte di molti giovani della Striscia di Gaza, disposti a tutto pur di lasciare quella terra martoriata.

Una parte dei soldi dati dall’Autorità nazionale palestinese per la ricostruzione (denaro elargito per iniziare a rimettere in sesto le abitazioni distrutte), infatti, viene impiegato dai capifamiglia per pagare gli scafisti. Le famiglie palestinesi pagano quel poco che hanno pur di far arrivare i loro figli più giovani (prevalentemente adolescenti) in Europa. Da Gaza si è venuto a creare un flusso incessante verso l’Egitto: alcuni attraverso i tunnel usati dai contrabbandieri, altri invece passano dalla dogana corrompendo i gli addetti alla sorveglianza al valico di Rafah. Dati ufficiali non esistono ma secondo alcune organizzazioni che operano nella Striscia di Gaza sarebbero almeno un centinaio le persone partite per l’Europa e di cui si sono perse le tracce. A questi bisogna aggiungere quelli che hanno intrapreso il viaggio ma di cui si sono perse le tracce: molti sono arrivati a destinazione ma non hanno fornito dettagli sul loro viaggio, altri invece sono rinchiusi in qualche posto isolato (appartamenti o capannoni) in attesa di essere imbarcati sul primo barcone disponibile per la traversata. Il luogo di partenza di molti barconi sarebbe il porto di Damietta, sul Mediterraneo (delta del Nilo), circa 200 km a nord del Cairo. Per arrivarci, una volta oltrepassato il valico di Rafah, ci vogliono circa quattro ore di auto.

Due giovani sopravvissuti alla strage di profughi della scorsa settimana, compiuta da scafisti egiziani, ha ammesso di non provenire dalla Siria ma di essere fuggiti proprio da Gaza, dopo aver buttato i documenti. Insieme a loro, hanno raccontato, c’erano donne e bambini, in gran parte provenienti dalla Siria, ed anche molti palestinesi.

Alcuni alti esponenti di Fatah, in Cisgiordania, puntano il dito contro Hamas, dicendo che il gruppo islamista palestinese sarebbe coinvolto nel traffico dell’immigrazione clandestina. Citati d Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Anp, forniscono anche il costo della fuga: chiunque tenta di raggiungere l’Europa è costretto a pagare 3.500 dollari. Le cifre da sborsare sono difficilmente verificabili. Qualcuno parla di duemila dollari solo per scappare attraverso un tunnel, altri dicono che sono sufficienti 400 dollari, una somma sicuramente molto più abbordabile. A far crescere il prezzo finale ovviamente c’è il viaggio via mare, su imbarcazioni di fortuna. E in certi casi si devono fare più trasbordi, con vere e proprie staffette in mare organizzate da chi gestisce i traffici di esseri umani per cercare di sviare i controlli radar, tentando di far passare i barconi per normali pescherecci.

Nelle operazioni sarebbero implicati anche alcuni trafficanti egiziani del Sinai. L’esodo dei palestinesi in fuga da Gaza sarebbe legato sia a ragioni di natura economica sia alle fortissime pressioni che coloro che non appartengono al gruppo islamista sono costretti a subire da Hamas.

(Fonte: Il Giornale, 19 settembre 2014)

Gaza – Ashrawi (Olp) condanna le esecuzioni da parte di Hamas

Sono illegali, violazione del diritto alla vita.

RAMALLAH, 18 set – L’esponente dell’Olp Hanan Ashrawi ha condannato le recenti esecuzioni extragiudiziarie di presunti ”collaboratori” da parte di Hamas a Gaza. “La ratifica delle pene di morte – ha ricordato – è un’esclusiva prerogativa del presidente dell’Autorità nazionale palestinese” e senza questa la pena capitale ”e’ illegale”. Ashrawi si e’ comunque detta contraria alla pratica che ”e’ una chiara violazione del diritto alla vita e una forma di tortura che e’ crudele e inumano trattamento”.

(Fonte: ANSA, 18 Settembre 2014)

21 set 2014, 11:41

 

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