Abu Mazen è in Egitto. Con la mediazione di Al Sisi vuole spingere Hamas a porre fine alle ostilità. Israele: in 2 giorni pronti a entrare a Gaza.

Dopo dieci giorni di fuoco arriva una pausa nelle ostilità. Solo una piccola pausa tra Israele e Hamas, ma è pur sempre qualcosa. Le due parti hanno accettato una tregua di cinque ore per ragioni umanitarie: il cessate il fuoco inizia oggi alle 10 locali, le 9 in Italia.

Dopo lo Stato ebraico anche il movimento radicale palestinese ha dato il via libera alla sospensione delle ostilità.

“Il gruppo ha dato il suo consenso al cessate il fuoco di cinque ore”, ha confermato in un comunicato il portavoce di Hamas, Sami Abu Zukhr. Ieri sera Israele aveva annunciato di essere favorevole alla “pausa umanitaria” richiesta dall’Onu. Ma “se Hamas o altre organizzazioni terroristiche sfrutteranno questa finestra umanitaria” per colpire, “allora risponderemo fermamente”, ha avvertito lo Stato ebraico.

Intanto prosegue incessante lo sforzo diplomatico. Abu Mazen è in Egitto per aiutare il presidente Al Sisi a far ripartire la trattativa di pace, subito fatta saltare da Hamas. Deve portare a casa qualche risultato, in primis la riapertura del valico di Rafah e sbloccare i fondi del Qatar per pagare gli stipendi ai 40mila dipendenti dell’amministrazione di Gaza. Non c’è, dunque, solo l’esigenza di placare le armi. Lo sforzo di Abu Mazen è sostenuto dagli Usa e il suo obiettivo principale è questo: fare di tutto per evitare l’attacco di terra israeliano. Attacco che, come riferito da un alto funzionario della Difesa israeliana, potrebbe arrivare nei prossimi 2-3 giorni con un’operazione prolungata nel tempo, con il fine ultimo di disarmare tutta la Striscia.

Almeno 25 palestinesi, tra cui otto bambini, ieri sono rimasti uccisi nei raid aerei israeliani contro la Striscia di Gaza. L’esercito ha aperto un’inchiesta sulla morte di quattro bambini, rimasti uccisi in un’incursione aerea mentre si trovavano in spiaggia a Gaza City.

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L’esercito israeliano stamani è riuscito a sventare l’infiltrazione nel Neghev di una quindicina di miliziani di Hamas armati. Il commando è penetrato in Israele mediante un tunnel, nella zona antistante il sud della striscia di Gaza. I miliziani però sono stati visti dall’esercito che ha aperto il fuoco. Anche l’aviazione israeliana ha aperto il fuoco sul tunnel mentre una parte del commando palestinese cercava di rientrare a Gaza. La radio militare ha riferito che se l’infiltrazione fosse andata a buon fine Hamas avrebbe potuto compiere un attentato di “rilevanza strategica” in Israele. Nel frattempo migliaia di abitanti del Neghev occidentale sono ancora chiusi nelle loro abitazioni, mentre l’esercito è impegnato in perlustrazioni per accertarsi che in quel terreno non siano rimasti miliziani di Hamas.

Il bilancio degli scontri
In dieci giorni di scontri sale a 227 il numero dei palestinesi uccisi. Il dato è fornito dalle autorità sanitarie di Gaza, mentre Israele conta una vittima. Il ministero dell’Interno di Gaza riporta che gli attacchi aerei di Gaza oggi hanno colpito 30 abitazioni, tra cui quelle dei leader di Hamas Khalil al-Haya and Fathi Hamad. L’esercito israeliano conferma di aver attaccato le case dei leader del gruppo palestinese e precisa di aver colpito oggi 37 obiettivi, mentre da Gaza sono stati sparati 11 razzi.

Si fa sentire anche l’Europa
Il Consiglio europeo “condanna i lanci di razzi da Gaza su Israele e l’indiscriminato mirare sui civili”. Nelle conclusioni del vertice straordinario si afferma che Israele “ha il diritto di proteggere la sua popolazione da questo genere di attacchi”, ma “facendolo deve agire in modo proporzionato e assicurare la protezione dei civili”. Da parte sua l’Ue invita le parti “ad allentare la tensione, mettere fine alle violenze e porre termine alle sofferenze della popolazione civile, consentendo l’accesso all’assistenza umanitaria”.

 

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