COSA FA ISRAELE PER LA POPOLAZIONE DI GAZA?
Nonostante le centinaia di missili che vengono sparati da Gaza sulle città israeliane, lo Stato ebraico dimostra ancora una volta di condurre una guerra non contro la popolazione, ma contro i terroristi palestinesi. Ciò si evince da due aspetti fondamentali:
Giovedì è stato aperto il valico di Kerem Shalom (fra Gaza e Israele) per far passare oltre 200 camion pieni di viveri, di cibo, di medicinali e prodotti base. Per prevenire una crisi umanitaria, a Gaza entrano inoltre 200.000 litri di carburante al giorno. Intanto pazienti palestinesi, di Gaza e del West Bank, sono curati in diversi ospedali israeliani; solo al Rambam Medical Centre di Haifa sono attualmente ricoverati 20 palestinesi, di cui 8 bambini.
In secondo luogo, nonostante ci siano state delle vittime innocenti tra i palestinesi, i numeri mostrano quanto Israele cerchi di limitare il più possibile le vittime civili. Se con la potenza dell’esercito israeliano, si sono potuti riscontrare circa 85 morti in più di 500 raid aerei (sarebbe potuta essere una strage), vuol dire che l’aviazione di Zahal sta compiendo operazioni chirurgiche, volte a distruggere basi di lancio e arsenali di Hamas. Sono stati diversi inoltre gli ultimatum di Netanyahu prima di colpire via mare e via terra (non sono ancora entrati a Gaza). Certo non è facile combattere una guerra senza vittime, soprattutto quando dall’altra parte vi è una organizzazione terroristica che si fa scudo della popolazione costringendola o convincendola a salire sui tetti o a restare nei palazzi che l’esercito israeliano ha dichiarato di voler distruggere.
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