Lutto di non compleanno.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
a sinistra, Yasser Arafat
Cari amici,
ci sono gli eventi e i non eventi. Gli anniversari e i non anniversari. Le feste di compleanno e le feste di non compleanno, come già insegnava l’Alice di Lewis Carroll. Oggi vorrei invitarvi a partecipare a un non evento, a un non anniversario, a una festa di non compleanno o meglio a un non funerale. Sto parlando infatti di un defunto, che io personalmente considero un grande criminale, ma de mortuis nihil nisi bonum, per cui non lo dico. Non dico che Arafat era un grande criminale (ma lo penso), dico solo che è defunto. Questo è un fatto.
Suha Arafat
E qual è allora il non evento di cui vi voglio parlare? Semplice, il processo per il suo omicidio. Vi ricordate? Era un anno fa più o meno. Prima intervenne la moglie di Arafat, Suha, seduta sulle centinaia di milioni di dollari che le ha lasciato in eredità il suo integerrimo marito, che per puro caso avendo iniziato a fare il leader palestinese da povero studente, non avendo mai lavorato né svolto attività imprenditoriali, si è ritrovato a morire con un patrimonio da emiro del Golfo. La povera Suha, dopo aver passato otto anni in lutto e meditazione nelle più belle località turistiche del mondo (non in “Palestina” dove a quanto pare non è gradita per una disputa sul bottino), si decise nel giugno del 2012 a denunciare che riteneva suo marito fosse stato vittima di un omicidio (http://www.repubblica.it/esteri/2012/08/28/news/arafat_inchiesta_morte-41618676/ ). La magistratura francese (dato che la morte era avvenuta in Francia) aprì un’inchiesta e lei si costituì parte civile (http://247.libero.it/focus/22935953/4/arafat-aperta-inchiesta-per-omicidio/ ).
Per non essere da meno l’Anp e il suo presidente Mahmoud Abbas (che alcuni come il suo nemico politico Dahlen avevano denunciato come beneficiario e complice del crimine) aprì a sua volta un’inchiesta e si disse disponibile a esumare la salma (http://www.lastampa.it/2012/07/04/esteri/il-giallo-di-arafat-scontro-sulla-morte-l-anp-pronti-a-riesumare-la-salma-vFHWL48GOWFSE2fIzMte7I/pagina.html ), cosa che poi avvenne in ottobre (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/11/24/Mo-martedi-esumazione-salma-Arafat_7849423.html ). Il sospetto era che il leader terrorista fosse stato avvelenato, addirittura con l’elemento radioattivo polonio, quelli con cui agenti russi avevano ucciso qualche tempo prima un loro defettore, Alexander Livtienko a Londra (http://it.euronews.com/2012/11/25/arafat-avvelenato-martedi-l-esumazione-della-salma/ ). Per sicurezza i reperti prelevati dalla tomba furono affidati a tre laboratori, uno francese per l’inchiesta giudiziaria, uno svizzero di fiducia della moglie e uno russo (curiosa scelta per accertare un avvelenamento da polonio, ammetterete) per conto dell’Anp.
(http://www.theguardian.com/world/2012/nov/11/russia-yasser-arafat-death-palestinian).
(http://www.theguardian.com/world/2012/nov/11/russia-yasser-arafat-death-palestinian).
Era ottobre, più o meno un anno fa. E’ già quasi tempo di non compleanno. Si trattava di accertare nei reperti del corpo di Arafat delle tracce di polonio, elemento fissile che si degrada piuttosto rapidamente, dato che la sua emivita (cioè il tempo di dimezzamento) è di 138,39 giorni. Ma le tecnologie contemporanee consentono di trovarne tracce anche esilissime e del resto la buona Suha aveva affermato che ne fossero state trovate sui suoi abiti (è miracoloso fra l’altro che se c’erano queste tracce esterne nessun altro sia stato avvelenato). Il materiale si può analizzare per mezzo di una tecnica che si chiama “spettroscopia alfa ad alta definizione” che è molto sensibile e precisa. Ha però un difetto, è un po’ lenta rispetto alle altre tecniche di laboratorio. Scrive l’Arpa (agenzia di protezione ambientale) di Milano a proposito di questo esame: “Il polonio 210 si misura normalmente mediante spettrometria alfa ad alta risoluzione […] Il metodo è sensibile ed accurato, ma i tempi di preparazione del campione ed i tempi di conteggio non sono particolarmente rapidi: la preparazione dei campione richiede 1 giorno, mentre la durata del conteggio varia, in funzione della sensibilità analitica richiesta, da alcune ore ad alcuni giorni.” (http://ita.arpalombardia.it/ita/console/files/download/28/Forte01.pdf ).
Interessante, no? C’è bisogno di “alcuni giorni” per avere i risultati. Ora i campioni furono affidati ai laboratori di analisi un anno fa. A marzo si ebbe una novità. Le indagini sono molto delicate, fu detto alla stampa a nome dei laboratori, ci vogliono ancora un paio di mesi. Cioè maggio, una data fornita non da cattivi sionisti ma dalla arabissima Al Jazeera (http://www.aljazeera.com/news/middleeast/2013/03/201337122326678402.html ). “L’ultima parola è venuta dall’agenzia cinese Xinhua, il 13 agosto: ‘I risultati dei test sul cadavere del defunto leader palestinese Yasser Arafat sarà stato consegnato all’Autorità nazionale palestinese (Anp) a metà del mese di settembre’, ha dichiarato un funzionario dell’Anp ha detto martedì.” (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/09/whatever-happened-to-arafat-polonium.html?#.UjcpMtJT4w)M Be’, siamo nella seconda metà di settembre, di mesi ne sono passati sei, più i sei precedenti al comunicato. Forse vale la pena di fare una festa di non compleanno…
Forse vale la pena di considerare la spiegazione fornita dall’ultimo sito che ho citato, Elder of Zion: “se l’OLP ha chiesto aiuto ai russi per impiantare polonio sui campioni, questo potrebbe spiegare i ritardi. Sarebbe molto difficile impiantare tali piccole quantità nei campioni di tessuto e di mantenerli coerenti tra loro, in modo da farlo apparire come una morte da lenta intossicazione. Se gli svizzeri hanno visto risultati non coerenti potrebbero sospettare qualcosa, ma non sono investigatori di polizia: formulare teorie su qualcuno che di proposito abbia impiantato polonio sui campioni sarebbe fuori del loro mandato.”
O forse bisogna ammettere che Arafat morì di Aids, come afferma un suo ex medico (http://www.youtube.com/watch?v=_r66XZRcqwI ) un capo del FLPL palestinese (http://win.lila.it/lilachat/forums/thread-view.asp?tid=95334&start=1 ) e molti altri (http://en.wikipedia.org/wiki/Death_of_Yasser_Arafat ). Naturalmente morire di Aids non è affatto una vergogna né una colpa, salvo per culture, come purtroppo quella islamica, che lo demonizzano. E’ una colpa invece attribuire ad altri (magari al solito Israele che è responsabile di ogni male) la responsabilità di una morte del genere. Fino a prova contraria, che può sempre arrivare, e allora la discuteremo, dobbiamo dunque inclinarci a pensare che questo non anniversario non sia una festa di non compleanno, ma una rimozione da imbarazzo e vergogna.
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