Egitto: nessuna democrazia coi Fratelli Musulmani.
Testata:Il Giornale – La Repubblica
Autore: Magdi C. Allam – Fausto Biloslavo – Alix Van Buren
Titolo: «Mettiamo fuorilegge in Italia i Fratelli musulmani – Cristiani nel mirino. Ma è terrorismo, non guerra civile – Europa e America non capiscono, ora i laici torneranno al potere»
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 19/08/2013, a pag. 12, l’articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo ” Mettiamo fuorilegge in Italia i Fratelli musulmani “, a pag. 13, l’intervista di Fausto Biloslavo a Rafic Greiche, portavoce dei cattolici in Egitto, dal titolo ” Cristiani nel mirino. Ma è terrorismo, non guerra civile “. Da REPUBBLICA, a pag. 29, l’intervista di Alix Van Buren allo scrittore Khaled al-Khamissi dal titolo ” Europa e America non capiscono, ora i laici torneranno al potere “.
Ecco i pezzi:
Il GIORNALE – Magdi C. Allam : ” Mettiamo fuorilegge in Italia i Fratelli musulmani “
Magdi C. Allam
Chiedo che in Italia, in Europa e nel mondo libero vengano dichiarati fuorilegge i Fratelli Musulmani. Chiedo che si blocchi ovunque la costruzione di nuove moschee e si accerti che le esistenti non siano di fatto covi di sovversione e terrorismo. Chiedo che si condanni universalmente la sharia, la legge coranica, come crimine contro l’umanità. Lo chiedo sulla base di ciò che sta accadendo in Egitto, ma anche in Siria, in Libano, in Iraq, in Libia e in Tunisia. Che dimostra senza ombra di dubbio che i Fratelli Musulmani non sono un partito democratico bensì un movimento totalitario, paragonabile al nazismo e al comunismo, che all’occorrenza pratica il terrorismo attraverso il suo braccio armato alla stregua di Al Qaeda e dei jihadisti. Che evidenziasenza ombra di dubbio che le moschee sono state trasformate in roccaforti e arsenali, il fronte di prima linea da cui scatenare la guerra santa, in cui trincerarsi e resistere fino al martirio, le stanze segrete dove torturare, mutilare e giustiziare i nemici dell’islam, l’ospedale da campo dove soccorrere i propri miliziani, il laboratorio dove praticare impunemente il lavaggio di cervello per sradicare il sano amor proprio e ridurre le persone in servi sottomessi a un Allah violento, la sede dove barattare l’adesione incondizionata all’ emiro in cambio di aiuti materiali e sostegno sociale. Che conferma senza ombra di dubbio che la sharia, perseguita nell’anno di potere di Morsi, è non solo totalmente contraria alla democrazia ma è fisiologicamente incompatibile con i diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà di tutti noi. E se non vi fidate di me perché taluni mi considerano un fanatico che vorrebbe scatenare la guerra di religione, un invasato che prima ha rinnegato l’islam e ora osa criticare il Papa, vi invito a vedere un video postato il 17 agosto su Youtube da Abdo Hassan (http://www.youtube.com/ watch?v=ZgEP1NB3pLk&feature=youtu. be) dove si tocca con mano la realtà terroristica dei Fratelli Musulmani ed eversiva delle moschee e distruttiva della sharia. E se anche le immagini obbiettive lasciassero in voi delle perplessità, ascoltate le parole del portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, padre Rafic Greiche, intervistato oggi dal Giornale : «I Fratelli Musulmani sono terroristi, legati come sono a gruppi di Al Qaeda e Salafiti. La storia dei Fratelli Musulmani, fin dalla fondazione, è fatta di 85 anni di sangue». In 3 giorni sono state assaltate e bruciate 49 chiese e decine di ospedali, scuole, negozi e case di cristiani (http://www.asianews.it/notizie- it/La-lista-di-chiese,-scuole,-istituzi oni,-negozi-cristiani-incendiati-dai-Fratelli- musulmani-negli-ultimi-tre-giorni- 28764.html). Eppure anche ieri all’Angelus il Papa non solo non ha condannato il rogo delle chiese e le atrocità che i cristiani stanno subendo per mano dei Fratelli Musulmani, ma ha esortato i cristiani a non ricorrere alla violenza rinnovando la preghiera per la pace, il dialogo e la riconciliazione. L’Occidente prenda atto che ha commesso un errore storico stipulando un accordo nel 2005 con i Fratelli Musulmani, chiedendo la collaborazione nella lotta contro Al Qaeda in cambio della legittimazione. Prendiamo tutti atto che la cosiddetta Primavera araba è la più colossale menzogna mediatica del Terzo millenio, frutto di una scellerata strategia che facendo leva sulla rivolta di popolazioni che patiscono la povertà, ha consentito ai Fratelli Musulmani di strumentalizzare le elezioni. Temo purtroppo che ancor più dei terroristi islamici il nostro peggior nemico siamo noi stessi. Come interpretare il silenzio assordante del Papa? Come non prendere atto della presa di posizione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea che solo ora criticano l’Esercito mentre approvarono nel-2011 il suo intervento per scalzare dal potere Mubarak? Come non rabbrividire in mezzo al coro mediatico che in Occidente è schierato dalla parte dei Fratelli Musulmani identificandoli con la democrazia e dimenticando che anche Hitler, Mussolini e Khomeini arrivarono al potere tramite libere elezioni? Non sono io che voglio la guerra di religione, la guerra per l’avvento del nuovo Califfato islamico è già stata scatenata dai terroristi islamici contro i cristiani e i musulmani che non si sottomettono al totalitarismo dei Fratelli Musulmani, allo strapotere delle moschee e alla violenza della sharia.
Il GIORNALE – Fausto Biloslavo : ” Cristiani nel mirino. Ma è terrorismo, non guerra civile “
Fausto Biloslavo, Rafic Greiche
Negli ultimi giorni la lista degli attacchi a chiese, negozi, istituzioni cristiane è impressionante, ma pochi ne parlano. Nell’intervista esclusiva a Il Giornale , padre Rafic Greiche, portavoce della chiesa cattolica in Egitto,denuncia la«doppia vendetta » dei Fratelli musulmani contro i cristiani. E sul caos del Cairo sostiene tanti scomodi punti di vista, soprattutto per noi europei.
Padre è vero che negli ultimi giorni le chiese e i cristiani sono sotto tiro?
«Quando la polizia e l’esercito sono intervenuti smantellando i loro raduni al Cairo, i Fratelli musulmani sembravano impazziti e hanno cominciato ad attaccare le chiese in tutto il Paese. Quarantanove chiese sono state saccheggiate e bruciate. Sette cristiani sono morti e altri 17 rapiti.
È stata una doppia vendetta: ci hanno attaccati perché siamo cristiani e per aver appoggiato l’esercito facendo parte di quell’ ampia fetta della popolazione contraria a Morsi. Giovedì, con l’attacco a gran parte delle 49 chiese, è stato il giorno più nero della cristianità in Egitto da molto tempo ».
Dove si sono verificati gli assalti peggiori?
«Gli estremisti hanno colpito soprattutto nei villaggi dell’alto Egitto, nelle aree più povere. Sono state date alle fiamme le scuole delle suore e bloccati gli agenti e i vigili del fuoco che volevano intervenire per interrompere le razzie e spegnere gli incendi».
È uno scontro religioso?
«No. Voglio sottolineare che non si tratta di una guerra fra cristiani e musulmani. Questa è una guerra fra il popolo egiziano e i terroristi. La Fratellanza non è un partito democratico, come i vostri in Italia. Il loro è un nuovo movimento fascista, come quello creato da Mussolini quando conquistò il potere, che vuole portare la guerra nelle strade del Cairo».
Cosa accade in Egitto?
«Per un anno abbiamo avuto al potere (Mohammed) Morsi come presidente, che rappresentava i Fratelli musulmani. Per tutti gli egiziani, non solo per i cristiani, è stato un anno disastroso. Si è messo contro le forze armate, che in questo Paese sono un’istituzione importante. E l’economia è crollata: i salari hanno cominciato a non venir pagati, i prezzi sono aumentati. La situazione è peggiorata rispetto ai tempi di Mubarak e subito dopo. E per i cristiani i problemi settari aumentavano ogni giorno ».
Eppure Morsi aveva promesso di rispettarvi…
«Voi in Europa non capite che i Fratelli musulmani hanno un’ altra agenda, un progetto diverso. Il loro obiettivo è ristabilire il Califfato che è andato perduto nel 1924 grazie ad Atatürk. Secondo questo piano l’Egitto è parte del Califfato e non un singolo Paese. In Tunisia sono al potere con Ennahda, in Siria sperano di vincere la guerra. In Giordania e Sudan sono forti e il loro sogno è creare il Califfato, il prima possibile, con tutti questi Paesi ».
Però Morsi, presidente eletto, è stato rovesciato da un golpe dei militari…
«No, è accaduto il contrario. In Europa parlate di golpe, ma non è così. Si tratta di un colpo di Stato popolare. Trenta milioni di egiziani sono scesi in piazza con il movimento Tamarrod (ribellione). E l’esercito ha protetto il popolo accettando la sua volontà ».
Il primo ministro transitorio vorrebbe mettere fuorilegge i Fratelli musulmani. Lei cosa ne pensa?
«Se non si fermano sarà impossibile che tornino nella vita politica dell’Egitto. Anche fra i Fratelli musulmani c’è chi non vuole usare la violenza, ma fino a quando non faranno marcia indietro non possono venir reintegrati nella società. Il loro partito è diventato criminale, non più politico ».
I cristiani appoggiano l’esercito, ma i soldati hanno sparatoanche su manifestanti disarmati…
«Nella guerriglia urbana cosa devono fare i militari? L’esercito ripete ogni volta: ‘Non sparare, non sparate’. Tutta la notte di venerdì le forze di sicurezza hanno negoziato con gli occupanti della moschea Fatah (sgomberata sabato, nda) per farli uscire senza spargimenti di sangue».
Appoggiate il generale Al Sisi, attuale ministro della Difesa che ha deposto Morsi, come futuro presidente?
«Appoggiamo Al Sisi in questa situazione, ma per future elezioni vedremo. Se vorrà candidarsi dovrà presentare un programma e poi valuteremo».
Perché i governi e i media occidentali vengono accusati di manipolare la realtà egiziana?
«Fin dal primo giorno la diplomazia americana si è schierata contro (la deposizione di Morsi. nda). Gli occidentali hanno di fatto appoggiato i Fratelli musulmani in nome dei diritti umani o di quelli politici e non si rendono conto che questi personaggi sono dei terroristi, non si tratta di un normale partito politico. Lo stesso presidente Obama, quando ha parlato delle violenze in Egitto, non ha detto che sono stati i Fratelli musulmani a dar fuoco alle chiese». Scoppierà la guerra civile?
«Questa non è una guerra civile, ma un conflitto contro il terrorismo. Ci sarà ancora spargimento di sangue fino a quando non verranno soddisfatte tre condizioni. La prima è fermare gli investimenti e il riciclaggio del denaro dei Fratelli musulmani, la seconda è che devono perdere l’appoggio occidentale e terzo bisogna bloccare i finanziamenti che gli arrivano dal Qatar e da chi vuole dominare l’Egitto».
La REPUBBLICA – Alix Van Buren : ” Europa e America non capiscono, ora i laici torneranno al potere “
Khaled al-Khamissi
Khaled al-Khamissi, scrittore bestseller nel mondo arabo e in Europa, è amante del paradosso e si sente:
«Qui in Egitto viviamo una catastrofe. Però — adesso la sorprenderò — non tutti la pensano così. Al contrario, l’80 per cento è soddisfatto. Sa qual è la verità? Molti s’aspettano che da questa “catastrofe” derivi un bene per la rivoluzione, per le richieste di autentica dignità, libertà e giustizia sociale. Arrivo a dirle questo: che lo sgombero dei Fratelli musulmani in un certo senso è una vittoria».
Khamissi, al telefono dal Cairo, si fa megafono — dice — degli umori dell’uomo della strada, delle centinaia di egiziani ascoltati nei caffè: un po’ come lo scrittore ha fatto già in Taxi, (Ed. Il Sirente), un libro di racconti che dà voce alle piazze.
«Bisogna ascoltarle per scoprire quel che sta succedendo, perché l’Europa e l’America non capiscono niente di antropologia egiziana e in queste ore rischiano di commettere errori clamorosi».
Khamissi, almeno 1000 morti al Cairo in tre giorni: come si può parlare di vittoria?
«Ebbene si può, se dopo questa tragedia la rivoluzione compierà un nuovo passo: si riapre un percorso lungo, penoso, ma all’orizzonte promette una luce. Mi spiego: lo Stato di polizia e i Fratelli musulmani rappresentano gli antipodi della rivoluzione. Dopo il febbraio 2011 siamo stati governati dalla giunta militare. Poi abbiamo vissuto l’incubo della Confraterni- ta. Oggi l’esercito torna al potere».
E il regime poliziesco sarebbe foriero di buone novità?
«Mettiamola così: i militari hanno un potere dimezzato. Infatti, se da un lato riporteranno ordine nel Paese — liberandolo delle armi che circolano in entrambi gli schieramenti — dall’altro lato saranno costretti a governare con esponenti della rivoluzione del 2011 insediati in incarichi ministeriali. In più, una quantità di piccoli partiti sta formandosi nella società e conquista terreno». Già, e come riprendere il potere dal regime?
«Ottima domanda. Non sarà facile, ma proprio questo è il nostro ruolo. Se guardo avanti, sono ottimista: entro pochi giorni o settimane la violenza si spegnerà, non ci sarà alcuna guerra civile. Il regime di sicurezza in Egitto è troppo potente: i sostenitori dei Fratelli perderanno, e il loro partito svanirà assieme al fascismo religioso. Presto verrà varata una nuova Costituzione con l’apporto dei ministri nominati fra i rivoluzionari. A noi spetterà edificare e rafforzare un governo laico fondato sul rispetto della legge».
Eppure El Baradei, uno dei laici che lei cita, si è dimesso dalla vicepresidenza: questo non contraddice le sue rosee previsioni?
«Baradei non è un uomo politico. Il suo partito si riprenderà dal duro colpo. Io dò all’Egitto sei o sette anni di tempo. Allora cammineremo finalmente sulla via aperta dalla rivoluzione».
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