Tecniche della menzogna.
Testata: Informazione Corretta
Data: 27 maggio 2013
Autore: Ugo Volli
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
voglio parlarvi oggi di un bel tema: la menzogna, l’inganno, la truffa, la palla, la bufala. Come c’entra questo paesaggio di disonestà coi temi di Informazione Corretta?, vi chiederete voi. C’entra, c’entra moltissimo. Perché sempre, almeno dal cavallo di Troia in poi, la guerra si è combattuta con trucchi e disonestà. Ma la guerra degli arabi contro Israele è asimmetrica: non tanto perché Israele ha un millesimo della superficie (http://fb.me/AR7BQOWg ) e un duecentesimo della popolazione dei paesi islamici, ma semplicemente perché sono sessantacinque anni che non riescono a distruggerlo, sebbene ce la mettano tutta: con le battaglie frontali degli eserciti, col terrorismo individuali, con gli attentati suicidi, coi missili. E allora per gli arabi la strada dell’inganno è la sola possibile per avere gli appoggi legali, mediatici, politici che servono. Come spiegano i napoletani, che di prepotenze del genere hanno esperienza: chiagne e fotti. Di conseguenza è ampiamente praticata e merita di essere studiata.
Mohamed al Dura
L’ultimo esempio di questo genere di “lotta” ve l’ho raccontato un paio di giorni fa, è la storia della finta uccisione del ragazzo Al Dura (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49255). Ma questo è solo un esempio. Si potrebbe riempire una grande mostra con tutte le foto finte che documentano i “crimini del sionismo”, dalle autoambulanze bombardate da missili che fanno fori quadrati, ai morti che resuscitano o si tengono ben stretti i berretti sotto braccio quando recitano facendo i morti, alle prefiche che compaiono dovunque a piangere sempre la distruzione della loro casa e la morte dei loro parenti, ogni giorno in luoghi diversi, agli eroici combattenti che caricano il nemico con la bandiera palestinese in mano, ben in favore di luce, ma non assalgono i vili nemici sionisti, bensì uno schieramento di fotografi deliziati dal loro talento di attori. E naturalmente c’è l’ultima falsificazione, la foto taroccata premiata – perché falsificata “solo un po’” di cui IC ha già spesso parlato: http://www.formiche.net/2013/05/17/world-press-photo-foto-taroccata/ .
Vi sono siti interi che si occupano di questo tipo di menzogne, da “malainformazione” (http://www.malainformazione.it/ ) del bravo Marco Reis a “Shattered lens” ( cioè “lenti frantumate”: http://honestreporting.com/shattered-lens-photo-bias-exposed-in-the-wire-services/) che classifica minutamente (ma in maniera assai divertente) le tecniche dell’inganno fotografico. Dato che queste tecniche non sono usate solo contro Israele, anche se in questo caso raggiungono la loro massima densità, ma si estendono un po’ a tutto il giornalismo, un corso di media education su questo tema dovrebbe comunque entrare nel curriculum delle scuole elementari. L’informazione contemporanea ne è profondamente inquinata.
In realtà non tutte le bugie sono fotografiche, anzi. Leggete per esempio qui (http://www.aish.fr/israel/israel/Lart-de-lembrouille.html) una classificazione dell'”arte dell’imbroglio” palestinese, suddivisa in
– “eufemismi” (mai chiamare “terroristi” i terroristi, dite invece che sono “militanti”)
– “stereotipi” (antisemiti, naturalmente, per cui gli amici di Israele sono “tentacoli” e naturalmente “gli ebrei dominano il mondo” e “ammazzano i bambini”)
– “preselezione dei dati” (mai dire nulla che possa dire bene di Israele, e neppure che dia ad intendere che i palestinesi non siano sull’orlo della catastrofe umanitaria)
– “pseudo-prove” fornite da “esperti” pronti a giurare qualunque cosa sia politicamente corretta
– “etichettaggio” non solo delle merci che hanno la colpa di venire da Giudea e Samaria, ma soprattutto delle persone (gli ebrei “deicidi”)
– caricatura (non solo nel senso di quei vignettisti che ritraggono gli ebrei col nasone e magari con stella di Davide e fascio littorio accostati, ma anche di chi presenta con la scrittura le posizioni di Israele come “fasciste”, “razziste” “da apartheid”, senza nessun rapporto con la realtà)
– “silenzio sulle fonti e i finanziamenti” che appoggiano le buone Ong antisraeliane.
– “l’analogia retorica” (Israele “è come” il Sudafrica, la Geramania di Hitler, qualunque cosa salvo quel paese libero e democratico che è)
– la menzogna pura e semplice, come quella di Al Dura.
Noam Chomsky
Non vi basta? Vi interessano più istruzioni su come dire bugie e propalare menzogne? Può forse venirvi utile un brano di Noam Chomsky (http://www.opsonline.it/psicologia-24027-le-10-regole-di-Chomsky-sulla-manipolazione-dell-informazione.html), che, certamente lo sapete, è un grande linguista, oltre che uno dei più rinomati nemici di Israele e diffusori di menzogne antisioniste e in genere antioccidentali. Questo decalogo presume di essere di denuncia, ma in realtà descrive benissimo le pratiche che gli amici di Chomsky usano contro Israele e gli ebrei. Eccolo:
1. la “strategia della distrazione”. Dice Chomsky: «Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti […] attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti».
2. “falso problema/risposta demagogica”:«Si crea un problema, una ‘situazione’ prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico»,
3. gradualizzazione delle soluzioni politiche, e quindi «Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi».
4. spostamento nel tempo: «Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” ».
5. comunicare ai cittadini come fossero bambini. «La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale».
6. “patemica”. «Sfruttare l’emozione – afferma Chomsky – è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti».
7. ignoranza diffusa
8. «è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti. E che questi sono valori positivi e condivisibili»
9 “senso di colpa”, e quindi: «Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia ».
10 “doppio binario della conoscenza scientifica” cioè propalare l’ignoranza e sfruttarla per far sembrare scientifico quel che è solo interesse.
Interessante, vero? Non c’è uno di questi comandamenti chomskiani che non sia stato sfruttato contro Israele. Non uno dei trucchi dell'”arte dell’imbroglio” che vi ho elencato sopra, non uno dei metodi di inganno fotografici. Bisogna saperli riconoscere: chi sta dalla parte di Israele e della verità in Medio Oriente deve farsi detective e analista dei media.
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