La solita maniera dell’Onu.
Testata: Informazione Corretta
Data: 14 maggio 2013
Autore: Ugo Volli
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
a sinistra, Ann Dismorr direttore locale dell’UNRWA in Libano.
Cari amici,
non vorrei annoiarvi. Ieri ho sparato sulla Croce Rossa, oggi sparo sull’Onu. Ma che volete, quanno ce vò, ce vò. E oggi bisogna sparare sull’Onu (o sulle sue agenzie che trasformano lo spirito dell’istituzione in azioni concrete) per due episodi disgiunti, lontani migliaia di chilometri fra loro nella geografia come nella burocrazia, ma legati dalla stessa ragione di fondo: il terzomondismo con il conseguente odio per Israele, spinti all’estremo della caricatura.
Il disarmo secondo Ahmadinejad!
Il primo episodio è semplicissimo: L’Iran è stato nominato l’altro giorno a Ginevra presidente della conferenza sul disarmo dal 27 maggio in poi (http://blog.unwatch.org/index.php/2013/05/13/iran-to-chair-u-n-disarmament-conference/ ). Non si tratta proprio di un organismo dell’Onu ma di una sua filiazione, che però appare fra gli appuntamenti del suo sito (http://www.unog.ch/unog/website/disarmament.nsf/(httpPages)/E5D7164A1B3FF15AC125795A0053A01E?OpenDocument&unid=2D415EE45C5FAE07C12571800055232B ) e inoltre si tratta di una presidenza rotante, che dura abbastanza poco. Quel che conta però in politica non sono solo i rapporti di forza, ma anche i simboli. E il contenuto di questa presidenza è chiarissimo: per la solita maggioranza terzomondista degli stati membri dell’Onu quel che sta facendo l’Iran, costruire la bomba atomica in sfida alla proibizione del trattato di non proliferazione che ha firmato e della volontà del consiglio di sicurezza, è meritorio. Lo è perché sfida l’egemonia americana, naturalmente, ma soprattutto perché l’obiettivo dichiarato di questo piano è la distruzione di Israele. Mettere l’Iran alla guida della conferenza per il disarmo è come nominare Al Capone capo della polizia o Khomenei, per restare in Iran, commissario alla libertà religiosa: ridicolo ancor più che dannoso (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/167989#.UZHaqbV7LKt ). Ma per l’appunto è un simbolo, uno dei tanti, sul senso politico attuale delle Nazioni Unite.
Ann Dismorr (terza da sinistra) direttore locale dell’UNRWA in Libano
Il secondo episodio viene invece dal Libano, dove ha sede un nuovo direttore locale dell’UNRWA, l’agenzia dell’Onu che ha come obiettivo principale non la soluzione del problema dei “rifugiati palestinesi”, ma la sua prosecuzione come massa di manovra politica per l’Anp e naturalmente come oggetto di carriera per i suoi funzionari. In occasione del lancio di un progetto di miglioramento del sistema idrico del campo profughi di Rashidieh , nel Libano meridionale, i donatori tedeschi e la svedese Ann Dismorr, il direttore di cui stiamo parlando, si sono fatti fotografare con una mappa della “Palestina Araba” che semplicemente ingloba tutto Israele. Tutte le città israeliane, Haifa e Tel Aviv, Beer Sheba e Tiberiade, oltre ovviamente a Gerusalemme, sono diventate “Palestina”: Israele non c’è più (http://www.timesofisrael.com/unrwa-erases-israel-from-the-map/? ). Che questo rappresenti il desiderio di tutta la dirigenza araba è ben noto e quindi non fa meraviglia che questo dono venga dall’ “Unione delle donne palestinesi”; ma che la cancellazione di Israele venga accettata con un bel sorriso da un funzionario dell’Onu, di cui Israele è membro dal ’48, potrebbe meravigliare un po’. Anche perché la signora Ann Dismorr non è affatto una sprovveduta di passaggio, ha una lunga carriera diplomatica dietro le spalle, è stata ambasciatrice del suo paese fra l’altro in una destinazione importante come la Turchia e si proclama “esperta del Medio Oriente e dei diritti umani” (http://www.silkroadstudies.org/new/inside/staff/staff_web/ann_dismorr.htm ).
E in effetti, che il gesto sia voluto si vede non solo dal fatto che è stato ampliamente propagandato sui mezzi di comunicazione palestinesi (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8981#.UZDy2rEYimM.facebook), ma da un dettaglio, la borsa della direttrice o ambasciatrice che dir si voglia. La quale non è la classica borsa trapezoidale di Chanel che una funzionaria dell’Onu può permettersi certamente di comprare, specialmente se è una signora elegante come Dismorr; ma un affare informe dall’aria plasticosa, che bisogna ingrandire per decifrare. Se uno si prende la pena di farlo, come ha fatto questo sito (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/05/unrwa-rep-poses-with-map-of-palestine.html? ) gli appare un’immagine della moschea di Al Aqsa sul monte del Tempio di Gerusalemme, circondata da vari simboli della Palestina “judenrein”.
Filippo Grandi, commissario generale dell’UNRWA
Insomma, non abbiamo di fronte un funzionario che si occupa di acqua o diritti umani, ma di una pasionaria anti israeliana. Nessuna meraviglia, dato che viene da un paese dove l’antisemitismo è pratica comune e nient’affatto frenata (si pensi per esempio al caso di Malmoe, di cui abbiamo parlato spesso in queste cartoline). Si potrebbe supporre che l’Onu frenasse questo effetto di zelo vagamente genocida, ma non abbiamo tracce in merito, anzi il commissario generale dell’Unrwa (per nostra sfortuna un italiano, Filippo Grandi) ha di recente dichiarato: “E’ una fortuna e un onore accogliere Ann nel nostro team. La sua forte esperienza diplomatica e umanitaria sarà una ricchezza per le nostre operazioni in Libano (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8981#.UZDy2rEYimM.facebook). Si è visto come. Alla solita maniera dell’Onu.
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