Israele, ecco il nuovo governo.
Testata:La Stampa – La Repubblica – Il Manifesto //*IC*
Autore Redazione della Stampa – Fabio Scuto – Michele Giorgio
Titolo: «Netanyahu trova l’accordo, Israele avrà un governo – Israele, ultraortodossi fuori dal governo».
Nella foto: Yair Lapid, Bibi Netanyahu, Naftali Bennett.
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 14/03/2013, a pag. 24, l’articolo dal titolo ” Netanyahu trova l’accordo, Israele avrà un governo “. Da REPUBBLICA, a pag. 31, l’articolo di Fabio Scuto dal titolo ” Israele, ultraortodossi fuori dal governo “. Dal MANIFESTO,a pag. 8, l’articolo di Michele Giorgio dal titolo ” Al via il nuovo governo Netanyahu, al suo fianco gli ultranazionalisti”.
Il nuovo governo israeliano piace poco al corrispondente di Repubblica che scrive il suo pezzo intingendo la penna nell’antipatia per Bibi Netanyahu.
Piace pochissimo al Manifesto. Ma questa non è una novità, l’unico governo che potrebbe ricevere il plauso del quotidiano di Rocca Cannuccia dovrebbe avere Abu Mazen come premier e i ministri scelti fra i deputati arabi della Knesset. Un desiderio che rimarrà tale.
Ecco i pezzi:
La STAMPA – ” Netanyahu trova l’accordo, Israele avrà un governo “
in alto a destra: Yair Lapid, Bibi Netanyahu, Naftali Bennett
Israele, a quasi due mesi dalle elezioni, avrà un nuovo governo. Il premier designato Benjamin Netanyahu è riuscito a trovare un accordo per una governo di colazione. A sbloccare la situazione l’assegnazione del ministero dell’Istruzione alla formazione centrista Yesh Atid di Yar Lapid (la sorpresa del voto). L’intesa lascerà fuori dal governo per la prima volta da anni le formazioni della destra religiosa. La coalizione potrà contare su almeno 68 seggi su 120 alla Knesset. Ai 31 del Likud di Netanyahu si aggiungono i 19 parlamentari di Lapid, i 12 dell’estrema destra laica nazionalista «Casa Ebraica» di Naftali Bennett, i 6 voti del partito centrista Hatnua di Tzipi Livni, ministro della Giustizia in pectore e probabile coordinatrice del processo di pace, e due parlamentari di Kadima. Yesh Atid – un partito laico militante avrà oltre al ministero delle Finanze anche quelli dell’Istruzione, della Ricerca scientifica e della Sanità. Ma le posizioni qualitative per il futuro delle relazioni con i palestinesi resteranno nelle mani di Likud-Beitenu e, per certi versi, di Focolare ebraico. Sospeso dagli incarichi ministeriali per un processo di frode ed abuso di ufficio che inizierà a settimane, Avigdor Lieberman ha fiducia di tornare fra alcuni mesi agli Esteri. Alla difesa il pragmatico Ehud Barak viene sostituito dal «falco» Moshe Yaalon. Inoltre Focolare ebraico è riuscito ad ottenere il controllo del ministero dell’Edilizia: di importanza critica per seguire i progetti degli insediamenti. Ministro dell’Agricoltura, Yair Shamir, figlio dell’ex premier.
La REPUBBLICA – Fabio Scuto : ” Israele, ultraortodossi fuori dal governo “
Fabio Scuto
GERUSALEMME — È stato un accordo della “venticinquesima ora” quello che il premier incaricato Benjamin Netanyahu ha spuntato per una coalizione di governo, quando era ormai agli sgoccioli il tempo concessogli dal capo dello stato Shimon Peres — in Israele si è votato lo scorso 22 gennaio — e a una settimana dalla prima visita del presidente Usa Barack Obama in Israele, che si carica di aspettative per la ripresa del negoziato di pace in mancanza di gesti concreti. Il nuovo esecutivo di centro- destra si baserà sui nazionalisti di “Likud-Beitenu” di Netanyahu e Avigdor Lieberman e “Focolare ebraico” di Naftali Bennett, e su due formazioni centriste “Yesh Atid” dell’ex giornalista Yair Lapid e “HaTnuà” guidato della signora Tzipi Livni. Netanyahu ridimensionato dall’esito del voto, ha dovuto fare larghe concessioni ai centristi di “Yesh Atid” e di “HaTnuà” e rinunciare ai due partiti religiosi ultra-ortodossi da sempre suoi tradizionali alleati. Lapid, che guida un partito laico militante, avrà oltre al ministero delle Finanze anche quelli dell’Istruzione, della Ricerca e della Sanità. Tzipi Livni fungerà da ministro della Giustizia e da “coordinatrice” del processo di pace. In questa legislatura la società israeliana potrebbe cambiare radicalmente la sua fisionomia, dominata in questi ultimi anni dall’ascesa delle comunità religiose e dal sistema di privilegi accumu-lati, giudicati scandalosi dalla maggioranza laica della popolazione. Le posizioni decisive nei rapporti con i palestinesi resteranno nelle mani di Netanyahu e, per certi versi, di Focolare ebraico perché Bennett è riuscito ad ottenere il controllo del ministero dell’Edilizia: di importanza strategica per seguire progetti edili controversi, come quelli di Gerusalemme Est e gli insediamenti in Cisgiordania. Avigdor Lieberman, sospeso dagli incarichi ministeriali per un processo di frode ed abuso di ufficio che inizierà a settimane, spera di tornare fra alcuni mesi agli Esteri. Ehud Barak, che aveva annunciato prima del voto il suo ritiro dalla politica, viene sostituito alla Difesa dal falco Moshe Yaalon, ex capo di Stato maggiore e ex ministro degli Affari strategici. La firma ufficiale dell’accordo avverrà stamani, poi Netanyahu andrà dal presidente Shimon Peres per dirgli che è in grado di avere la maggioranza alla Knesset per formare un governo. Il voto di investitura però non potrà esserci prima di lunedì perché il Parlamento non può essere convocato nelle festività di musulmani, ebrei e cristiani, dunque soltanto due giorni prima dell’arrivo del presidente Barack Obama in Israele e nei Territori palestinesi. Oggi Obama ha fatto sapere di non avere nessuna nuova proposta da sottoporre ad israeliani e palestinesi durante la sua prossima missione. «Il presidente incoraggerà le parti a riprendere il dialogo e i negoziati per raggiungere l’obiettivo dei “due Stati”» ha spiegato il suo portavoce. Ma se il nuovo esecutivo messo a punto adesso da Netanyahu sia il partner ideale per rilanciare la pace resta un dubbio.
Il MANIFESTO – Michele Giorgio : ” Al via il nuovo governo Netanyahu, al suo fianco gli ultranazionalisti”
Michele Giorgio e il suo premieri ideale
Èun governo senza partiti religiosi, per la prima volta da molti anni a questa parte, ma anche ultranazionalista quello che Netanyahu era chiamato ad annunciare ieri in tarda serata. Dopo oltre unmese di trattative, di fronte alla prospettiva di non formare il governo e di dovere cedere il passo, il premier israeliano incaricato ha scelto di rinunciare a degli alleatimalleabili come lo Shas e altri partiti religiosi per unirsi a formazioni molto determinate che chiedono una politica che tuteli la classe media e una distribuzione di uguali doveri tra cittadini laici e religiosi. A cominciare dal servizio di leva, dal quale gli ebrei ortodossi sono esenti e che, con modalità e tempi ancora da definire, dovranno fare anche loro. Il nuovo governo avrà una maggioranza di 68 seggi sui 120 della Knesset e sarà composto da quattro formazioni: Likud-Beitenu (guidata da Netanyahu), Yesh Atid, Habayit haYehudi e HaTnuah. A sbloccare la situazione è stata l’assegnazione del contesoministero dell’istruzione al partito laicista Yesh Atid dell’ex giornalista televisivo Yar lapid (la sorpresa del voto del 22 gennaio) che con i suoi 19 parlamentari è la seconda forza politica del paese. Lapid, un moderato che tende a destra ma che si definisce “centrista”, alla fine è riuscito ad ottenere ministeri importanti. Più di tutto ha impedito, come voleva, l’ingresso nel governo di rappresentanti delle formazioni religiose ortodosse, spezzando quello che definisce il «monopolio politico e culturale » che queste forze avrebbero avuto per molti anni. Nel nuovo governo in effetti c’è un partito che sostiene di fondarsi su solidi pilastri religiosi, Habayit haYehudi (Casa ebraica),ma che in realtà è ultranazionalista ed espressione del movimento dei coloni. Il leader di Casa ebraica, Naftali Bennett, è ideologicamente contrario a qualsiasi accordo territoriale con i palestinesi e si oppone all’evacuazione anche di una sola colonia costruita nei Territori occupati. Di questo governo di destra farà parte anche l’exministro degli esteri Tzipi Livni (HaTnuah), che ha condotto una campagna elettorale di dura opposizione a Netanyahu e che dopo il voto ha subito siglato un accordo con il suo rivale. Messi alla porta i partiti religiosi ora scoprono sorprendenti affinità con l’opposizione di centrosinistra (laburiti e Meretz) con la quale potrebbero formare un blocco anti-Netanyahu. Ai margini, perchè non-sionisti, ci sono i partiti della minoranza palestinese (gli arabo israeliani). Qualche ora prima dell’annuncio della nascita del nuovo governo, nel campo profughi di Fawar, in Cisgiordania, è stato ucciso da soldati israeliani lo studente palestinese Mahmud Teiti, 25 anni. Il settimo civile, non armato, colpito amorte dai militari dall’inizio del 2013. E sono ancora da accertare le cause del decesso in carcere del detenuto politico Arafat Jaradat. Teiti, ha detto il portavoce militare israeliano, con altri giovani aveva lanciato bottiglie incendiarie. I palestinesi smentiscono categoricamente e parlano di soldati dal grilletto facile. La morte di Teiti ha suscitato sdegno e rabbia non solo a Fawar, dove almenomille persone hanno partecipato ai funerali del giovane ucciso. Mentre il governo israeliano e l’Autorità nazionale palestinese si preparano ad accogliere la prossima settimana, con aspettative diverse, Barack Obama, in Cisgiordania cova sotto la cenere la terza Intifada contro l’occupazione.
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