Purim
La festività ebraica di Purim (in ebraico פורים, Sorti) cade il giorno 14 del mese ebraico di Adar sin dalla sera precedente questo giorno (cfrBereshit (parashah)) la festa dura 2 giorni e si conclude “dopo le stelle” del 15 di Adar (cfr Zmanim) (cfr Purim Shushan).
Il digiuno del giorno precedente ricorda quello analogo fatto da Ester e Mardocheo quando il perfido Amàn, consigliere di Re Assuero, tramò per liberarsi degli ebrei, cercando di convicere il medesimo Assuero ad ucciderli tutti. Il digiuno viene quindi chiamato Digiuno di Ester e dura dall’alba a dopo il tramonto, pochi minuti dopo lo spuntare di un gruppo di almeno tre stelle non “abitualmente” visibili.
Il significato
Storicamente, il popolo ebraico ha affrontato molte delle guerre o dei rischi di guerra: per riconoscere la sovranità di Dio si fanno anche digiuni, come il caso del digiuno di Ester, precedente alla ricorrenza; è come la “purificazione” dell’animo tramite la preghiera, per avere una maggior forza d’animo. In questo caso il pericolo di eliminazione da parte dell’esercito del Re Assuero, plagiato e mal consigliato dal completo malvagio amalecita Amman.
Origine biblica
Durante la festività, il giorno dopo il digiuno, viene letto l’intero Libro di Ester (in ebraico meghillàt Estèr, lett.:Rotolo di Ester), uno dei libri storici che compongono i Ketuvim (cfr Tanakh).
Secondo il racconto, Mardocheo salvò re Assuero da un complotto di corte: il Re poi ne riconobbe l'”eccellenza”, scatenando le invidie di Amàn.
Re Assuero diede una serie di banchetti.
Mardocheo, allora, aveva inviato alla corte del Re anche sua cugina Ester, orfana, che incontrò le grazie del Re. Ester fu grata ad Assuero anziché Vashti.
Nuovamente, Mardocheo venne a conoscenza di un complotto contro il Re che fece avvertire da Ester. Ester ne guadagnò il rispetto.
In quegli stessi giorni, Amàn avrebbe voluto essere elevato al massimo rango e da quel giorno tutti dovevano inginocchiarsi e prostrarsi in sua presenza, cosa non fatta da Mardocheo che, in quanto Ebreo, rispettava il precetto di non prostrarsi se non di fronte al proprio Dio.
Amàn avvampò d’ira e, saputa l’origine di Mordechai, per rivalersi anche su di lui, decise di sterminare l’intero popolo ebraico.
Amàn così parlò al Re:
« Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri. Se così piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io farò passare diecimila talenti d’argento in mano agli amministratori del re, perché siano versati nel tesoro reale. Allora il re si tolse l’anello di mano e lo diede ad Amàn, l’Agaghita, figlio di Hammedàta e nemico degli Ebrei. Il re disse ad Amàn: «Il denaro sia per te: al popolo fa’ pure quello che ti sembra bene» » (Ester 3,8-11) |
L’editto del Re, secondo il consiglio di Amàn, venne diramato in tutto il regno, gettando nello sconforto e nella disperazione l’intero popolo ebraico.
Mardocheo chiese alla cugina Ester di potersi recare dal Re a chiedere grazia per il suo popolo, ma lei gli rispose che nessuno, se non chiamato, poteva recarsi dal Re, pena la morte.
Mardocheo fece dire ad Ester:
« Non pensare di salvare solo te stessa fra tutti gli ebrei, per il fatto che ti trovi nella reggia. Perché se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per gli ebrei da un altro luogo; ma tu perirai insieme con la casa di tuo padre. Chi sa che tu non sia stata elevata a regina proprio in previsione d’una circostanza come questa? » (Ester 4,13-15) |
Ester, convinta delle ragioni di suo cugino Mardocheo, gli mandò a dire:
« Va’, raduna tutti gli ebrei che si trovano a Susa: digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno; anch’io con le ancelle digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire, perirò! » (Ester 4,17) |
Per i tre giorni seguenti Ester, Mardocheo e tutto il popolo ebraico osservarono il digiuno ed implorarono la clemenza del Signore verso il proprio popolo.
Ester si recò dal Re al termine del digiuno (non oggi per Halakhah, anticamente quel digiuno era durato per diversi giorni) e lo pregò di offrire un banchetto a cui [forse] partecipó anche il perfido Amàn.
La notte il Re non riuscì a prendere sonno e chiese che gli venisse letto il libro delle cronache nel quale era registrato il servigio che Mardocheo aveva reso al Re. Subito dopo la lettura del passo relativo, Amàn si presentò al Re per chiedere che Mardocheo venisse impiccato. Ma il Re chiese ad Amàn cosa si dovesse fare per onorare un uomo. Amàn rispose pensando che il Re volesse onorare lui stesso. Al termine della risposta il Re comprese che, anziché al malvagio, dovesse fare onore a Mardocheo.
Amàn, divenuto una furia, fece come comandato e tornò alla propria casa. Non appena arrivato, giunsero gli eunuchi del Re che lo accompagnarono al banchetto. Durante il bachetto, la Regina Ester chiese:
« Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio desiderio è che sia risparmiato il mio popolo. Perché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi, sterminati. Ora, se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto; ma il nostro avversario non potrebbe riparare al danno fatto al re con la nostra morte » (Ester 7,3-4) |
Il Re di rimando le chiese:
« Chi è e dov’è colui che ha pensato di fare una cosa simile? » (Ester 7,5) |
Ed Ester:
« L’avversario, il nemico, è quel malvagio di Amàn » (Ester 7,6) |
Amàn venne impiccato (traduzione non certa: si parla anche di forca) come invece aveva invano macchinato contro Mordechai e quest’ultimo aveva trovato gloria come consigliere del Re grazie ad Ester (cfr Shekhinah).
Gli usi odierni
Durante lo shabbat precedente Purim, si legge, oltre alla parasha della settimana, anche il brano del Deuteronomio (25;17-19) in cui si racconta dell’attacco subito dagli ebrei in fuga dall’Egitto da parte del popolo degli Amaleciti, “gente” del malvagio Amàn. Anche nella Haftarah, la lettura richiama l’evento di Amàn e degli Amaleciti. Narra, infatti, la lotta tra Re Saul (cfr Re David), nella “confusione” tra un discendente di Edom ed un altro, discendente di Beniamino del Popolo d’Israele, e Agag, [forse] Re degli Amaleciti.
Il 13 di Adar si digiuna, ma se questa data dovesse conicidere con lo shabbat, il digiuno viene anticipato al giovedì precedente (11 di Adar).
Nel giorno del digiuno, la formula della Amidah riflette la festività e viene estratto un rotolo della Torah sia durante la funzione di Shachrit che di Minchah.
La sera di Purim si usa fare Tzedaka ed il ricavato delle donazioni va ai poveri della comunità.
La meghillàt di Ester deve essere letta sia la sera del 13 che la mattina del 14 di Adar ed è mitzvah sia per i bambini che per le donne. La meghillàt deve essere letta dal rotolo in pergamena, anche su “testi”, per adempiere alla mitzvah.
Durante la lettura, è d’uso fare molto rumore ogni qualvolta viene pronunciato il nome di Amàn.
Forse, in corrispondenza al Carnevale italiano, a Purim alcuni si mascherano. Già Re David si vestiva di sacco (cfr Libro dei Salmi); Ancora le vesti date da Yosef ai suoi fratelli, poi accolti in Egitto e, al tavolo assieme in ordine di nascita, ognuno di essi posti vicini. Ancora le vesti del Kohen Gadol, dei Kohanim e dei Leviti; da questo il costume ebraico di usare talvolta vesti non necessariamente tessute da Ebrei (cfr Libro dell’Esodo e Mishkan o Tempio di Gerusalemme): vero comunque che ognuno ritiene come osservare il proprio Minhag, purché secondo Halakhah.
Le Mitzvot
La festività di Purim, Mitzvah istituita per Halakhah dai Rabbanim, si osserva con 4 mitzvot dopo il digiuno:
- Digiuno di Ester: dalla notte, poco prima dell’alba sino allo spuntare di un gruppo di almeno tre stelle non ordinaria-mente visibili (cfr Zmanim); talvolta, come nell’anno 2013 dell’Era volgare(5773 del Calendario ebraico nel mese di Adar), il digiuno qui citato viene anticipato al giovedì per la proibizione di digiunare in Shabbat, tranne che in Yom Kippur (cfr Era messianica eQedushah);
- ed esse sono:
- 1) Lettura della Meghillat: pubblica e dal rotolo (In casi eccezionali si concede si seguirne la Mizvah anche da un testo, ovviamente senza la Benedizione a Dio sulla pergamena), sia la sera del dopo il 13 di Adar che la mattina del 14;
- 2) Dono di cibo (“Mishloach Manot“): si usa donare a parenti ed amici dei cibi mangiabili subito, solitamente dolci, ed almeno una bevanda: se possibile secondo alcuni bisogna dare ad almeno 2 persone e grazie ad un bambino o altri che faccia la distribuzione dei propri a questi due;
- 3) Dono ai poveri: preferibilmente direttamente ai bisognosi, ma in tutte le sinagoghe si organizzano raccolte comunitarie che verranno usate per fini assistenziali;
- 4) Pasto festivo: è usuale fare un banchetto, anche pasti abbondanti.
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