I veri moderati e i ‘diversamente sionisti’.
Testata: Informazione Corretta
Data: 18 febbraio 2013
Autore: Ugo Volli.
Titolo: «I veri moderati e il loro opposto»
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
Foto a sinistra: Missili di Hamas puntati contro Israele
Cari amici,
lo so bene che uno non si commenta da solo, non si fa le domande e propone le risposte senza far fare agli altri. Ma voi siete indulgenti con le mie infrazioni all’etichetta, vi lasciate inondare dalle mie cartoline quasi senza protestare, e spero mi farete passare anche questa. Voglio commentare il mio sogno di ieri, diciamo pure il mio incubo. Perché vedete, per Freud (ma anche per la tradizione ebraica da cui il fondatore della psicoanalisi fu influenzato ben più di quanto fosse disposto ad ammettere), i sogni sono messaggi. Ora non è che io abbia sognato davvero quei disastri che vi ho scritto (un minimo di licenza poetica è consentita anche ad un lettore di cartoline), ma penso che dovremmo sognarlo tutti quanti, per sventarne le conseguenze, un po’ come il Faraone in seguito all’interpretazione di Giuseppe. Chi volesse leggere o rileggere il mio incubo della pace, lo può ritrovare qui:http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48124. Ma quel che sto per dirvi dal mio punto di vista vale la pena di essere detto anche senza riferimento al mio incubo della pace.
Il problema è quello della “moderazione”. I benpensanti (i media, i politici, gli ambienti ebraici “diversamente sionisti” o affetti di “odio di sé”) fanno gran conto della contrapposizione fra “moderati” e “estremisti”. “Moderati” ci sarebbero “da una parte e dall’altra”: già questa simmetria proposta fra uno stato democratico e di diritto e delle bande di terroristi più o meno installati in partiti, pseudo-stati, movimenti religiosi ha dell’incredibile. Sarebbero coloro che “credono nella pace”. E’ ancora una volta bizzarro ma significativo della posizione di questi signori che la pace sia una cosa in cui si debba credere – come gli ebrei credono nel futuro avvento del Messia, i cattolici nell’Immacolata Concezione, gli arabi che Maometto sia il profeta definitivo. Ma qual è il contenuto di questo dogma? Ho provato a spiegarlo nel mio sogno: che se ai palestinesi si concedesse di costituire uno Stato (per la terza o quarta volta…) nei “confini del ’67” (che non sono confini e non sono stati fissati nel ’67, ma lasciamo stare), tutto andrebbe a posto. Ci si può chiedere naturalmente perché la Giordania e l’Egitto, quando controllavano quei territori, non li dettero ai Palestinesi per fare il loro Stato e risolvere una volta per tutte il conflitto (naturalmente non li diedero proprio per NON risolvere il conflitto) e perché i palestinesi allora non si sognarono di fare la guerra a Giordania ed Egitto (la risposta è la stessa; semmai vale la pena di notare che l’Olp fece la guerra alla Giordania dopo il ’67, alla vigilia del “settembre nero” della reazione giordana – ma anche su questo non ci fermiamo).
Dunque sono “moderati” quelli che credono alla pace. Nel campo arabo quasi tutti. L’Olp di Arafat e di Abu Mazen benché abbia mandato terroristi in Israele e continui a farlo e a onorare e stipendiare gli assassini catturati, perché ha firmato gli accordi di Oslo, dicendo chiaramente che erano un passo per la liberazione “completa” della Palestina. Hamas perché avrebbe un’”ala” politica, che qualche volta ha citato l’eventualità di una “tregua”, che secondo il diritto musulmano gli islamici hanno il diritto di rompere in qualunque momento convenga loro, se i nemici sono degli infedeli. Dunque tutti moderati, secondo questo modo di vedere, qualcuno anzi moderatissimo, benché non voglia ebrei fra le scatole e rifiuti categoricamente la richiesta israeliana di accettare che la formula famosa dei “due stati per due popoli” implichi che Israele debba essere lo stato del popolo ebraico.
E dall’altra parte? In Israele, voglio dire? Qui nessuno è moderato secondo i benpensanti. Non Netanyahu, i movimenti del centrodestra, i religiosi; neppure il nuovo movimento di Lapid e in fondo neanche i laburisti, che si sono occupati nelle recenti elezioni più di temi sociali che dell’urgente (per i benpensanti), urgentissima resa alle richieste palestinesi (l’oggetto del mio incubo). Restano i partiti arabi, che naturalmente sono moderati come tutti i palestinesi, e circa il 10 % dell’estrema sinistra nell’elettorato ebraico: Meretz, gli elettori residui di Tzipi Livni. Alcuni ex parlamentari che continuano a scrivere libri e a pubblicare articoli contro Israele, da Jossi Beilin ai peggiori “storici” revisionisti, tipo Sand e Pappé. Insomma il problema dello Stato di Israele è che sarebbe tutto estremista, mancherebbe dei moderati disposti a a fare quel che vogliono Bersani e D’Alema, l’Unione Europea e Obama, Repubblica e il Manifesto: arrendersi.
Le questioni di nomi non sono quasi mai molto interessanti. Ma spiegatemi, perché gli estremisti di sinistra israeliani, quelli che vorrebbero andare contro la volontà del paese (Peres disse una volta che lo stato si guida come un autobus, senza chiedere ai passeggeri se andare a destra o a sinistra, accelerare o frenare) e contro il buon senso, aprendo le porte senza difese alle pretese dei suoi nemici, sarebbero moderati? E’ moderato non reagire quando ti sparano missili nelle principali città? E’ moderato disarmare un esercito difensivo? Istallare terroristi senza controllo a cinque chilometri dal solo aeroporto internazionale del paese? Mettere le armi in mano a chi giura di volerti ammazzare? Ignorare la bomba atomica iraniana, per evitare la paranoia? Spostare forzatamente il dieci per cento della popolazione del paese, senza sapere dove metterlo?
E sono estremisti quelli che propongono di procedere un passo alla volta, verificando ogni volta la buona volontà e la sincerità degli interlocutori, prevedendo sempre dei piani di riserva, tutelando nei limiti del possibile la situazione esistente, che certamente è molto meno sanguinosa e difficile di quella che regna oggi in Egitto, Siria, Libia, Mali, Yemen, Iraq, Pakistan? Tutelando dunque non solo la vita e il benessere dei suoi cittadini ebrei e arabi e cristiani, ma anche quello dei palestinesi dell’Anp e di Gaza, al di là delle strette necessità della sicurezza e del blocco del terrorismo? Tant’è vero che tutte le statistiche mostrano che i palestinesi vivono molto meglio, sul piano economico e sanitario, non solo dei siriani, ma anche degli egiziani e dei turchi?
Insomma, questo è il mio commento al mio incubo: estremisti pericolosi, avventuristi irresponsabili sono gli esponenti del “campo della pace”. I moderati sono il Likud, i suoi alleati, chi è riuscito nel miracolo di non far coinvolgere Israele (e i territori governati dall’Anp) dalla grande bufera mediorientale impropriamente chiamata “primavera araba”, chi ha difeso la vita, il benessere, la possibilità futura di una pace vera, quando, si spera, i terroristi e i loro sostenitori benpensanti, anche quelli “diversamente sionisti” saranno finiti nella pattumiera della Storia.
7 Responses to I veri moderati e i ‘diversamente sionisti’.
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“… i terroristi e i loro sostenitori benpensanti, anche quelli “diversamente sionisti” saranno finiti nella pattumiera della Storia.”
Sarà sicuramente così. Ai suddetti soggetti è dedicato solo un nanosecondo del Tempo storico.
Peccato per quelli che ancora non l’hanno capito…
chi sarebbe il nanosecondo? silvio
Non capisco se la domanda sia sarcastica o no.
Perchè il nanosecondo è un’unità di tempo pari a un miliardesimo di secondo.
Questo significa NIENTE nel Tempo storico.
Cioè, sarebbe Berlusconi?
si
E cosa c’entra?
è stato un qui pro quo, ma per me il nano è solo lui. hahhhhhhhhhha